Un quartetto barese che suona egregiamente e propone sonorità personali, improntate nel death metal melodico. Le soluzioni adottate risaltano sin dall’opener “Ever Been to Hell”, incisive ed infarcite di melodia.
La titletrack è diretta, ricorda i vecchi tempi di Friden e co., seguita “The Dark Passenger”, trasportante e grintosa. Perchè bisogna affidarsi al mercato delle major blasonate per ascoltare grandi band che ripropongono sempre la stessa cosa, se l’underground è meglio? Mistero!
I Golem suonano bene e ascoltare “Metal Holocaust”, fa rivivere situazione ataviche come partiture classiche serrate, che nel mercato mancano da un po’ di tempo. Un lavoro d’impatto, supportato da una buona produzione e scandito da atmosfere riprese dal vecchio stampo dei gruppi capostipiti.
“Murder God” e “Enemyself” si fanno spalla l’uno con l’altro per entrare nella mente dell’ascoltatore, con la voce del cantante che scandisce le atmosfere più melodiche e lente.
Colpisce molto la personalità della band che, al loro primo full-lenght, è già ben definita.
Non sbagliano un colpo.
Stefano De Vito