Personalmente ho sempre amato gli Extrema. Una passione nata proprio da quel loro mini lp d’esordio dal significativo titolo “We Fuckin’ Care”, il quale, nonostante appartenga alla preistoria e che per molti motivi sembri aver poco a che spartire con gli Extrema di oggi, lasciava tuttavia intravedere già all’epoca le grandi potenzialità a lungo inesplose di questa band. Solo il tempo e la grande determinazione ha dato loro ragione, e dopo aver superato le mille difficoltà di ogni tipo si è giunti a questo “Set The World On Fire”, ultimo tassello che mancava ad una carriera magari discontinua ma portata avanti sempre ad alti livelli ad ogni produzione.
Che dire quindi sul nuovo album? Innanzitutto da segnalare di come il songwriting, sempre aggiornato e dinamico, sia diventato maggiormente “cazzuto” rispetto al precedente “Better Mad…”, riprendendo spunti appena accennati da “Positive Pressure” per l’irruenza e “Tension At The Seams” per la spontaneità e la freschezza di idee, senza tralasciare comunque quel “Better Mad…” in quanto a lezione di maturità.
Riduttivo sarebbe citare solo alcuni dei (grandi) pezzi contenuti nel cd, ma vale comunque riconoscere di quanto sia cresciuta ulteriormente la band in fatto di creatività e professionalità. Che la lunga gavetta sia davvero terminata?
Roberto Pasqua