IntervisteTechno Death

Intervista ai BUTTERFLY NOIR

PER INIZIARE RACCONTATECI COME NASCE LA BAND (BREVI CENNI BIOGRAFICI)

Alessandro P.: La band nasce dall’idea di creare una entità musicale diversa, fuori dagli standard, mutevole, introspettiva, onirica, cupa, violenta. Nel 1999, la prima formazione, composta da me (chitarra), Giorgio Nardi al basso e Lillo Cortellesi alla batteria. Successivamente (nel 2001), con l’entrata in scena di Luca Nepi alla voce, Fabio Nepi alla chitarra e Luca Monni alla chitarra, la creatura Butterfly Noir prende forma. Provenendo da contesti musicali differenti, da questa unione, lo stile del gruppo si evolve, creando le atmosfere sonore che caratterizzano il nostro lavoro.
Luca N.: Per quel che mi riguarda, posso solo dire che sono stato “assoldato” per puro caso, mentre assistevo ad una esibizione della prima formazione della band.

DESCRIVETECI I VOSTRI ULTIMI LAVORI

Alessandro P.: Lies Beneath the Illusion(2003), è la concretizzazione delle sperimentazioni già affrontate con il precedente demo omonimo, “Butterfly Noir”, sperimentazioni di carattere compositivo, lirico e strumentale. I continui cambi di stile e registro, ad esempio per gli arrangiamenti, sembrano intenzionali, ma non è cosi, lo standard non fa per noi. Tutto quello che suoniamo e componiamo, è una rappresentazione delle nostre emozioni. I brani vengono comunque elaborati, (non lasciamo tutto solo al caso), tendiamo sempre a migliorare i nostri lavori.
Luca N.: Se il debutto omonimo poteva essere considerato come un primo scorcio della nostra visione della musica,”Lies Beneath the Illusion” rappresenta una radicalizzazione dell’eccletticità che sta alla base delle nostre composizioni.Tutte le idee appena accennate nel primo demo vengono sviluppate e approfondite nel secondo, rendendo “Lies Beneath the Illusion” la naturale prosecuzione ed una estremizzazione del cammino intrapreso con “Butterfly Noir” nel 2002, ovvero un disco musica “estrema”, dove il termine estrema indica al contempo la forte commistione di generi, la rabbia insita nel sound, la cupezza delle tematiche e l’approccio “open-minded” alla costruzione della forma canzone.

QUALI SONO LE BANDS CHE PIU’ HANNO INFLUENZATO IL VOSTRO SOUND?

Alessandro P.: Ci accomunano spesso agli Opeth, in realtà, la nostra musica, è la conseguenza diretta dell’influenza di tutto il panorama Pop, Rock e Metal da 30 anni a questa parte. Band come Led Zeppelin, Pink Floyd, King Crimson, Deep Purple, Black Sabbath, PFM, Depeche Mode, White Lion, Metallica, Megadeth, Blind Guardian, Testament, Nevermore, ecc, ecc,. Non abbiamo riferimenti veri e propri.
Luca N.: Essendo ogni membro amante di un genere differente è praticamente impossibile, a priori, dire quali sono le band che influenzano maggiormente il nostro sound. Anzi, a tal proposito devo ringraziare i recensori che ci accomunano spesso a band totalmente estranee ai nostri ascolti, inducendomi alla ricerca degli album di queste band:ogni volta è come trovare delle “anime gemelle”.

QUALI SONO LE TEMATICHE DEI VOSTRI TESTI?

Luca N.: Dolore, angoscia, amore, rabbia, desiderio, alienazione, il concept è la condizione umana nelle sue infinite contraddizioni. L’ispirazione può provenire da profonde analisi introspettive, oppure dall’osservazione e dall’interpretazione di ciò che ci circonda.

AVETE AVUTO LA POSSIBILITA’ DI ESIBIRVI DEL VIVO? COM’ E’ STATA FIN ORA LA RISPOSTA DEL PUBBLICO?

Alessandro P.: Per una band metal la dimensione live assume una importanza fondamentale. Noi, nonostante la disarmante latenza nella nostra zona di locali disposti a dare visibilità alle band emergenti (tranne alcune eccezioni), abbiamo cmq trovato il modo di esibirci numerosissime volte dal vivo, spostandoci anche molto lontano. La risposta del pubblico è stata molto positiva nella maggioranza dei casi, negativa in certi contesti, in cui il pubblico era carente d’informazioni a livello di conoscenze rock e metal, ma anche di una certa apertura mentale ai differenti background esistenti nella scena musicale globale.

COSA LEGA LA BAND NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI?

Alessandro P.: L’amicizia e la passione per la musica.

COSA PENSATE DELLA SCENA METAL ITALIANA? CREDETE CHE QUALCOSA STIA CAMBIANDO?

Alessandro P.: Forse è cambiato il modo di proporsi. Oggi talvolta è solo questione di immagine: molti gruppi pensano più a proporre una attitudine cool che una reale innovazione musicale. Ecco perchè oggi incontrare band che veramente qualificano la scena italiana è molto difficile, da parte nostra abbiamo avuto la fortuna di ascoltare grandi band, mi vengono in mente i compianti Deforge, gli Over Faith, i Battle Ram, i Chimera, gli Scala Mercalli, i Dark Lunacy, gli Infernal Poetry, che sono riusciti a creare un sound personale ed “italiano”, purtroppo non sempre con responsi positivi.
Luca N.: Diciamo che la scena underground è più viva che mai, pregna di nomi validi a tenere alto il nome del nostro paese, il problema fondamentale è che si tende, più che ad aiutarsi l’un l’altro, a mettersi i bastoni tra le ruote, e questo, in un paese come l’Italia in cui mancano quasi del tutto reali possibilità di guadagnare visibilità, non fa che danneggiare la scena. D’altra parte l’avvento di internet sta permettendo ad un numero crescente di band di trasmettere il proprio messaggio sempre più lontano, bypassando parzialmente le limitazioni dovute alla pochezza di strutture adeguate in Italia.

RAW & WILD TRATTA PRINCIPALMENTE METAL ANNI ’80. COME VEDETE QUESTO PERIODO DAL PUNTO DI VISTA CREATIVO?

Alessandro P.: E’ un periodo che ha visto la nascita del metal moderno. Gruppi come Metallica, Exodus, Celtic Frost, Venom e altri, hanno dato il la, sviluppando il modo di suonare, cantare, secondo caratteristiche tipiche che ancora oggi fanno prepotentemente eco nei gruppi odierni.
Luca N.: Sicuramente � stato un periodo unico, fondamentale, poichè in quegli anni sono state poste le basi per lo sviluppo moderno dell’heavy metal. D’altra parte però buona parte della scena metal attuale è fin troppo malata di quel “revisionismo” musicale che fa additare come eretico qualsiasi sviluppo del genere metal che esuli dai “sacri comandamenti” fissati in quegli anni. I canoni di quell’epoca ormai non possono nè devono più essere utilizzati per dettare lo sviluppo futuro del metal, nè tantomeno per giustificare sterili tentativi di ripercorrere un glorioso, quanto defunto, passato musicale.

PROGETTI FUTURI ED EVENTUALI CONCLUSIONI

Luca N.: Contiamo di “partorire” un terzo cd per la fine dell’anno, ma come si dice, “que sera sera…”.
Grazie per lo spazio concessoci.

BF

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