Hard RockRecensioni

GUNFIRE – Thunder of War (Battle cry – 2005)

E’ finalmente giunto il momento del raccolto per i marchigiani Gunfire, compagine che fece il suo esordio giusto venti anni fa con un omonimo ep tra l’altro divenuto col tempo raro gioiello da collezione. Era inoltre, sempre la fine del 1985 quando per questa band arrivò l’inaspettato split, mentre oggi ci si ritrova nell’esaltante tentativo di riguadagnare il tempo perduto, sfruttandolo a mio avviso nel migliore dei modi, proponendo un album decisamente sopra le righe.

Con una line-up parzialmente rinnovata (oltre ai tre membri storici troviamo un nuovo batterista e l’innesto di un secondo chitarrista), preme sottolineare come essi siano arrivati ad una maturazione tecnico-artistica non indifferente, di come il sound abbia ricevuto e beneficiato degli accorgimenti necessari per essere al passo coi tempi, ma importante anche sapere che lo spirito che animava quella formazione dei primi anni ottanta sia rimasto pressoché intatto.

“Thunder Of War” è certamente un album di classico heavy metal da manuale; una sezione ritmica precisa e devastante, gli avvincenti intrecci delle due chitarre oggi possono tessere trame più intriganti ed un tantino più elaborate, il giusto equilibrio delle melodie supportate dalle ottime doti vocali di Roberto “Drake” Borrelli, e poi, i brani tutti di buona caratura e vari nella personalità, in un album che riesce a mettere d’accordo i diversi aspetti generali del metal.

Entrando meglio nel dettaglio della tracklist, “The King’s Amulet” e “Deceiver” (divise tra loro da un breve interludio strumentale) promettono un inizio al fulmicotone, ovvero due songs robuste, di sano heavy metal senza compromessi; senza dubbio l’attacco frontale che magari non ti aspetti ma che gradisci. Neanche il tempo di complimentarsi e riprendere fiato, che si va a fare i conti con il passato: le rivisitazioni di “Gunfire” e “Thunder Of War” (ricavate dal già citato mini lp) sono strabilianti e ridanno nuova vita a due canzoni eccezionali.

La parte centrale dell’album è riservata ad un trittico di brani diciamo più meditati, andando a smorzare così l’impeto iniziale. “The Fight For The Truth” rivela l’aspetto più epico del gruppo, mentre le successive “I Shall Return” e “Sailing Through The Gates Of The World” puntano su melodie facili ma quanto mai efficaci. Di matrice hard rock “vecchia maniera” è invece “Livin’ In Sin”, sbarazzina e senza fronzoli di sorta, a differenza di “Heaven Of Mars” dalle caratteristiche più “speed”.

L’ultima “Twilight For The Gods” invece va a sposare la potenza e l’atmosfera epica per un finale col botto. Ricordando che il cd in questione si impreziosisce delle quattro bonus tracks estratte in versione originale dal primo ep, non mi resta che aggiungere…
BUY IT!!!

Roberto Pasqua

Valutazione

7.5

Voto

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