
Non so cosa dire dei Centurion, band che non è mai stata una perla d’originalità, ma che in passato ha saputo creare dischetti discreti ed ascoltabili di puro ed incontaminato hm. Questo “invulnerabile” mi lascia molto indifferente non trovandoci niente di interessante, anche se il cd si fa apprezzare per scelte sonore abbastanza buone, anche se poi per il resto non ci siamo. Il cd è molto monolitico abbastanza veloce e duro quanto basta ed anche i brani si fanno apprezzare, ma la voce, mi dispiace non ci siamo assolutamente. Stridula., noiosa e dopo solo 10’ fastidiosa all’invero simile.
Anche ad originalità non ci siamo molto, anche se brani come la title track si fa apprezzare per i cori davvero ottimi e la “semi-ballad” “Standing on the ruins” è interessante a livello musicale, anche se viene completamente demolita dal cantato. Infine da una band di una certa esperienza come i Centurion alla quarta esperienza su lunga distanza non me l’aspettavo, va bene far sentire le proprie influenze, ma ascoltare dei riff di chitarra sull’ultimo brano (per la cronaca intitolato “Trascendence”) che sembrano quelli di “Wasted yerars”di chi sapete voi…
Fabio Calandrino