E col Summerday in Hell chiudo allegramente la mia estate di concerti e festival metal. Mi ero già fatto vivo, dal fronte concerti, parlando del Gods of metal ed evidenziando un cinquanta per cento di buono e un cinquanta per cento cattivo. Purtroppo anche il S.D.I.H non è stato da meno per quanto riguarda la cattiva organizzazione.
Ritardi all’entrata, il gruppo headliner trattato male e fermato prima rispetto a gruppi di supporto che hanno suonato di più ecc.
Certo con i trentacinque euro del biglietto pagavamo il valore dei tre gruppi principali ma non certo l’organizzazione. Il billing tuttavia prevedeva tre headliner di prima qualità Sodom, Kreator e Testament.
Inizialmente della partita dovevano anche esserci i Grave Digger e gli Agnostic Front, ma per motivazione sconosciute anno dato forfait. Le due band di supporto superstiti sono state gli Exilia e i blasonati Extrema, care conoscenze della Live Promotion, che ha trovato il modo di inserirle sia al G.o.M che qui.
Ora non per dire niente ma, con una scaletta di gruppi risalenti alla migliore annata del thrash anni ’80, Exilia ed Extrema, devo proprio dirlo non centravano assolutamente niente. Crossover e nu (o no)-metal insieme al vero thrash: un quadro d’insieme decisamente opinabile. Alle 6:30 aprono gli Exilia in maniera decisamente noiosa, esibendo un crossover molto monocorde e ripetitivo, su cui non mi sembra il caso di soffermarmi più di tanto.
E’ poi la volta dei blasonati Extrema, che abbandonato ormai il thrash degli esordi, hanno dato vita ad un’esibizione più o meno sulla stessa riga dei loro predecessori, ma sicuramente più variegata e coinvolgente. Molto apprezzata la cover di “Ace of spades” dei Motorhead, dedicata alla pronta guarigione di nonno Lemmy.
E poi, comincia il vero concerto. Verso le 8:30 entrano in azione i Sodom del Lemmy tedesco per eccellenza: mr. Onkel Tom Angelripper. Un concerto devastante, nonostante il numero abbastanza limitato di persone ( a causa dello sciopero dei mezzi pubblici). Veramente un’esibizione potente e grezza come vuole la regola, con Tom e i suoi ragazzi veramente in formissima, nonostante gli anni. Spaventosa la chiusura col superhit “Bombenhagel” dall�album “Persecution mania”. Si è notata, inoltre, la differenza fra chi calca i palchi da decenni e sa come parlare col pubblico e chi non lo sa fare.
Seguono poi i Kreator i quali danno vita ad una performance “fumogena” difficile da dimenticare. Si inizia con l’ultimo album “Enemy of god” passando poi per lo splendido antiquariato di “Pleasure to kill”,e “Phobia”, e con i recenti “The patriarch” e “Violent revolution”. Mille Petrozza non si smentisce mai e quando stà sul palco si è veramente felici di essere incazzati.
Distrutti ma ancora vogliosi di metal attendiamo l’arrivo dei colossi del thrash metal per eccellenza: i Testament. Attenzione! Con l’onnipresente Chuck Billy troviamo un certo Alex Skolnick, Louie Clemente, Eric Peterson e Greg Christian. La formazione più storica e più fottutamente anni ’80 (senza nulla togliere a quella con sua maestà Steve di Giorgio). Purtroppo è proprio con i Testament che iniziano alcuni problemi.
Nonostante la magia profusa da brani come “The New Order”, “Eerie inhabitants” e “The Legacy” solo per citarne alcuni, ci troviamo di fronte ad un Skolnick smemorato che si dimentica alcune parti (tant’è vero che Peterson si avvicinava spesso per ricordargliele), Peterson che nonostante l’esecuzione perfetta e dinamica aveva un suono stomachevole ed impastato. Si sono salvati totalmente Greg, Chuck e Louie.
Alla fine il concerto è comunque riuscito, i Testament sono stati sempre loro, sempre grandi, anche davanti ad un fastidioso e poco educato stacco da parte dell’organizzazione, che gli ha abbassato microfoni e casse senza preavviso.
Alla fine le imprecazioni del pubblico e la furia omicida hanno preso il sopravvento, dando vita a spiacevoli e, direi anche, ingiustificati atti di vandalismo. Rimane comunque il fatto che la Live Promotion, sia al G.o.m che al S.D.I.H ha dimostrato di avere un’organizzazione che dire pessima è pure poco.
Preferirei che la staffetta dell’organizzazione di tali manifestazioni dovrebbe passare a qualcun altro. Ma sicuramente le mafie e le mafiette non risparmiano neanche il nostro piccolo mondo fatto di pogo, di sudore e di urla. Oltre a questo è rimasto anche lo splendido incontro con i Kreator, i Sodom e i Testament. Soprattutto Onkel Tom, Chuck Billy, Greg Christian e Alex Skolnick sono stati veramente di una squisitezza immensa, nessun atteggiamento da rockstar, nessun snobbamento per autografi e fotografie.
Si è vissuto nel vero spirito del metal.
MURNAU