DeathRecensioni

AUTOPSY – Severed Survival (Peaceville – 1989)

Per gli amanti del death metal più classico e crudo, gli Autopsy sono certo una band la cui menzione è d’obbligo. Fautori di un death metal crudo, splatteroso e molto cadenzato, gli Autopsy si fondarono nel 1987 a San Francisco, per volere del batterista/cantante Chris Reifert, già batterista nella primissima formazione dei Death ai tempi dell’album epocale e pietra miliare del death metal, “Scream Bloody Gore”. E qui, da fan sfegatato dei Death mi sia concessa un piccolo excursus sulla band di Tampa. Nella line up di “Scream Bloody Gore” troverete un fanciullino biondo con la felpa dei Kreator di “Pleasure to kill”, rispondente al nome di John Hand. In realtà il biondino non registrò neanche una traccia di chitarra su quell’album. E il buon Chuck, da professionista, nonostante l’età, ovviò al problema facendosi carico anche delle parti di seconda chitarra oltre alle sue di parti e al basso.

Torniamo agli Autopsy; oltre a Chris Reifert, impegnato nella difficile arte di battere la pelle e stroncarsi le corde vocali, della partita facevano anche parte Danny Corrales (ch), Eric Cutler(ch) e Steve Cutler(bs). Dopo due anni dalla formazione, la band sforna il suo primo e controverso album intitolato “Severed Survival”con una copertina molto “hellraiseriana” che suscitò le ire dei benpensanti. Puro death, sporco, cattivo e vomitevole. Eppure contenente alcune anticipazioni del successivo album “Mental Funeral”.

E’ death metal questo si, ma riscontriamo una “riffologia” di pura matrice sabbatthiana per alcuni versi vicina al doom dei Trouble, doom metal band di Chicago, pericoloso incontro fra gli oscuri padri Black Sabbath e gli heavy più heavy Judas Priest. Per alcuni versi un death/doom oscuro e funereo quello degli Autopsy, che, come ho detto pocanzi, avranno modo di sviluppare le loro velleità funerarie nel successivo album “Mental Funeral”, preceduto dall’EP “Retribution for the dead” del 1990. Nel ’91 arriva “Mental Funeral” è l’opera sabbatthiana del death metal. Persiste in ogni caso l’amore per la putrefazione e il decadimento fisico, che, a detta dello stesso Reifert: “Sono il completamento più ovvio della nostra musica”. E questo è testimoniato in brani come “Robbing the grave”. Sempre nel ’91 esce il mini LP, prodotto da Steve di Giorgio bassista dei Sadus e di molti altri, intitolato “Friends for blood” e qui pare che il combo della città degli angeli sterzi verso il grind e lo notiamo in brani come “Squeal like a pig”, “Keeper of Decay”e “Ravenous Freaks”. Un anno dopo è la volta di “Acts of Unspekeable” che conferma ancora una volta la passione del quartetto per liriche molto “Carcassiane” al sapor di carne macinata e sangue. Velocità parossistiche e voce lacerante, il tutto mischiato ad una voglia di andare avanti seguendo anche strade diverse. “Pus/Rot” rimane un classico esempio di doom metal sepolcrale, ribadendo uno spiccato eclettismo della band purtroppo ora sciolta.

Analizzando nel dettaglio “Severed Survival” già notiamo quell’eclettismo a cavallo del death e doom molto caro agli Autospy, che è per altro una miscela che band come i Vomitory avevano già utilizzato. I brani si presentano spigliati in alcuni momenti e affetti dal Rigor mortis in altri. E lo dico da amante del metal veloce e brutale, le parti lente e mortifere degli Autopsy sono piene, straripanti di bassi che sembrano lacerarti lo stomaco, emulano quasi la camminata di uno zombi romeriano. In conclusione un album per i veri amanti del death vecchio stampo. Insieme ai Massacre ovviamente di “From Beyond”, altra band questa, che assommava in se ben cinque ex membri dei Death e cioè Rick Rozz (ch) Terry Butler (bs) e Bill Andrews (bt), ovvero la formazione di “Leprosy”, senza contare il vocalist Kam Lee, primissimo batterista e cantante dei Death all’epoca del moniker Mantas con il quale uscì “Death by metal” primo vagito dei Death.

MURNAU

Valutazione

7.0

Voto

Pros

  • +

Cons

  • -
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