Vincenzo è una nostra vecchia conoscenza (ricordate “Misleading Lights of Town” del 2019?), ma questa volta il chitarrista romano torna accompagnato dagli Exoplanets. Se vi dico che con le note iniziali di “Outer Space” ho risentito i mai troppo lodati Alice in Chains, mi credete?
Ma andiamo con ordine: anche l’etichetta riporta che gli Exoplanets si rifanno al sound anni ’90, alla ruvidità del grunge (dai Soundgarden ai Chains). Vincenzo è un ottimo chitarrista e compositore (lo avevamo già apprezzato, vedi sopra); il sound da lui proposto è molto vario, passando dal funky al blues con l’immancabile l’hard rock – in più, è anche compositore di musiche di sottofondo per diverse emittenti italiane.
Nei brani, che sono davvero ben suonati e prodotti, si passa da fraseggi e atmosfere hard rock come in “MotherLess Boy”, a brani dall’energia funk (alla Red Hot Chili Peppers) come in “The Same Train”, fino ai succitati richiami grunge. È tutto così piacevole e “divertente”: sì, il disco è godibile e scorre con piacere, grazie ai campi di tempo, di sound e di “ispirazioni”. Naturalmente, è sempre consigliato l’ascolto prolungato e ripetuto, per apprezzarne le sfaccettature e diffondere il tutto anche al mondo esterno – già, per combattere la monotonia dei brani usa e getta, che si diffondono ovunque, dai supermercati al vicino di casa con l’impianto stereo a tutto volume.
Il sound è classico, ma contemporaneo alla stessa maniera, e non possiamo non citare anche Giulio Giancristoforo (voce e basso) e Piero Pierantozzi (batteria), che compongono questo nuovo trio, sperando che continuino e che ci regalino presto un nuovo disco. Buona la prima (come terzetto).
Voto: 7/10
Giovanni Clemente
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