Parlando del demo in questione, non parliamo di metal, ma di qualcosa di cui il thrash metal, nello specifico, è debitore: l’hardcore. Chi non ricorda gli esordi dei Metallica di “No life till leather” o del più famoso “Kill ‘ell all” senza contare i S.O.D o altri progetti similari. Tutti questi gruppi sono stati debitori di quella scena, nata all’indomani del naufragio degli ideali del “no future”e ancora oggi c’è chi suona hardcore secondo gli stilemi più brutali ed arcaici: è questo il caso dei capitolini Taste the floor, che col demo “Red Room Days” ci offrono un saggio ben preciso del loro sound. Nonostante solo tre anni quasi di attività , la band si presenta ben affiatata e con delle composizioni selvagge e scevre dai classici compromessi commerciali che, permettetemi di dire, uccidono l’underground invece di dargli la giusta e meritata posizione.
Esorto a tal proposito ad avvicinarsi a questo demo anche i non adepti all’hardcore style, in quanto, per chi ha un orecchio più da musicista, si possono scorgere influenze metal, specialmente in alcuni passaggi, come break ritmici o tecniche di plettraggio derivate dal noise o dal grind.
La registrazione si presenta alquanto secca e poco dinamica e chi ne vanno a perdere sono specialmente le chitarre e la batteria; ma ci troviamo di fronte ai soliti problemi transitori, tipici dei demo realizzati a basso budget e quindi niente paura: l’importante è vagliare al meglio l’affiatamento e la voglia di fare, e questi sono pregi che si evincono non certo da un’ottima registrazione.
“Red Room Days” è per me un buon biglietto da visita per una band che suona il proprio genere con decisione e vigore e che, soprattutto, sa cosa sta suonando, e non è poco sapere cosa si stia suonando al giorno d’oggi.
Alessandro Nespoli
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