Cosa dire dei primi dieci anni di storia per il festival metal più importante della nostra penisola (del sud)? Con una macchina organizzativa che si è oliata anno dopo anno fino a raggiungere il top nelle ultime tre edizioni, tra grandi soddisfazioni, altrettanti sacrifici e qualche piccolo rammarico, ne abbiamo parlato con il patron Gerardo Cafaro, il quale fa il punto della situazione sul quel piccolo grande sogno chiamato Agglutination.
Come e quando è nata l’idea di organizzare il festival metal dell’Agglutination?
L’Agglutination è nato più di dieci anni orsono, il tutto come una rassegna di gruppi per lo più lucani e pugliesi, con ospiti speciali gli allora importanti e bravissimi Marshall di Napoli con Sasà Ferrigno e Lino Mazzola, avevano realizzato il loro cd “Magic Diamond” che mi piaceva tanto e avevano già un nome.
Avresti mai pensato in principio, che nel giro di pochi anni l’Agglutination sarebbe diventato la più importante kermesse in un territorio difficile come quello del sud Italia?
Ti dico in modo onesto che quando ho iniziato non ci pensavo affatto, oggi dopo tanto mi rendo conto che le ultime 3 edizioni dell’Agglutination sono davvero un sogno per queste realtà e soprattutto per il Sud. Il territorio ci penalizza notevolmente a livello di afflusso ma realizzare ciò e portare l’Agglutination a questo livello mi è costato e mi costa tantissimo a livello economico e un lavoro davvero massacrante e onestamente non penso che al Sud vi siano altri pazzi come me, ma mi auguro che qualcuno ci provi, anche se penso che l’Agglutination resterà nella storia.
Il fatto di organizzare manifestazioni della portata dell’Agglutination è cosa tutt’altro che semplice; eppure molti, potrebbero prendere sottogamba questo aspetto.
Ma cosa c’è dietro le quinte e quanto lavoro e sacrifici comporta l’organizzare concerti metal?
Come ti dicevo se si vuole fare un festival fatto davvero bene e con un livello davvero apprezzato dai musicisti e dal pubblico ti costa l’ira di Dio a livello economico e sopratutto anche di lavoro… sono sacrifici e rischi davvero grossi, ricordiamoci che Chiaromonte è fuori dal mondo e non è una città ma un piccolo paese, quindi tutto è ancora molto più difficile.
Un altro fatto importante è l’aspetto tecnico, backliner e impianto, devi essere preparato e affidarti a persone capaci davvero (sono pochi e si fanno pagare!!), tutto quello che si nasconde sotto un festival fai da te è inimmaginabile!! Se poi hai i soldi affidi alcune cose a terzi e ti risparmi un pò a livello di lavoro, poi c’è un altro fatto, non sempre trovi disponibile il gruppo che vuoi e tieni presente che il periodo in cui si fa l’Agglutination ossia agosto, è il mese in cui i gruppi si muovono di meno.
Quindi cosa suggeriresti a chi vuole organizzare, giusto per iniziare, un mini festival al sud senza l’eccessiva paura di rimetterci di tasca propria?
Una cosa è certa, se si vogliono fare le cose bene non vi è ritorno economico, a me non è mai successo eppure ho esperienza. Io fortunatamente dopo alcune edizioni del festival, che hanno avuto riscontro e prestigio, sono riuscito ad avere un aiuto nel possibile dal Comune di Chiaromonte, dall’APT, dalla Regione Basilicata (devo citare una persona in particolare la dottoressa Carmen Claps che è stata la prima e lo è ancora a credere nel festival col suo staff dell’Ufficio Cultura) e dalla provincia di Potenza.
Dico questo perchè se non ci sono sostentamenti anche di Enti è praticamente impossibile allestire solo un palco con l’impianto audio come quello dell’Agglutination 2004 che è costato solo lui 10.000 Euro!!
Puoi farmi un bilancio di questi primi dieci anni di Agglutination?
Il bilancio è per me che capisco cosa ci vuole per fare un festival enormemente positivo, con la decima edizione si è raggiunto il massimo!!! Pietr Sielck il leader degli Iron Savior mi ha detto che non aveva mai e poi mai potuto immaginare una cosa come questa, ha detto che nemmeno al Wacken fanno suonare 10 gruppi con questi cambi palco e senza alcun problema tecnico!!
Sfortunatamente è venuta meno gente di quella che speravo e il fatto di rimetterci tanti soldi e tanto lavoro ogni anno purtroppo mi farà dare una brutta notizia, ossia che l’Agglutination dalla prossima edizione verrà ridimensionato notevolmente.
Ora vorrei che tu faccia un breve giudizio relativo ad ogni edizione del festival.
Le prime edizioni sono state importanti per crescere, l’arrivo degli Overkill nell’edizione del 1997 mi ha dato la forza di osare, ricordo ancora però che in quell’edizione a livello di palco e tecnico non eravamo all’altezza ma gli Overkill suonarono lo stesso senza lamentarsi minimamente…
Nel 2002 ci fu una grande edizione, tutto perfetto l’unico neo si ebbe nell’atteggiamento dei Destruction, hanno sbagliato di grosso in quanto ci hanno fatto arrabbiare perchè erano davvero…. e alla fine del concerto gli abbiamo trattati un pò male accusandoli di essere poco professionali e rockstar, hanno cercato di screditarci agli occhi dell’Europa ma purtroppo gli è andata male. Tutti i gruppi che hanno suonato all’Agglutination sapevano che la relatà era diversa e addirittura il loro manager che non era potuto venire, ci disse che in quel periodo avevano creato problemi un pò dappertutto han suonato.
Lui Joerg Dusedau (un mito nel campo) l’anno successivo accompagnò i Virgin Steele e ci fece i complimenti per tutto, scusandosi per ciò che avevano fatto i Destruction, ma ha anche detto che dall’edizione dell’Agglutination i Destruction si sono dati una calmata!!! Hanno capito qualcosa.
Sogno nel cassetto: c’è una band che tra sogno e perchè no, anche realtà, vorresti portare lì giù a Chiaromonte?
Come ti ho detto prima sono molto stanco e ci ho rimesso tanto anche economicamente, difficilmente si ripeteranno prossime edizioni dell’Agglutination di livello come le ultime.
Il rammarico più grosso è stato di aver fatto di tutto per avere i miei miti Gamma Ray al festival, ma le mie offerte sono state sempre insufficienti per loro, anche se l’anno scorso in un primo momento accettarono l’offerta ma poi quando dovevamo firmare il contratto decisero di non fare tutti questi kilometri in quanto per loro era un viaggio troppo lungo in un periodo ove avevano molti impegni tra studio e altre cose loro.
L’altro sogno era quello di portare i Cannibal Corpse, ma anche loro dopo aver accettato l’offerta e confermato tutto, dopo un mese mi hanno comunicato che non sarebbero venuti. Ecco anche questi sono i grossi rischi di fare un festival. Non è assolutamente facile, per questo io credo che quello che fino ad oggi ha offerto l’Agglutination in una realtà come la nostra è un vero sogno!! Un mega grazie a tutti i musicisti che hanno partecipato al festival e a tutti i kids che sono stati almeno una volta al festival e di supporto al sottoscritto.
Roberto Pasqua