
E tornano anche i vecchi cari Cradle of Filth. L’ultima volta gli avevo lasciati all’interessante “Midian” (2000) dopo ho cominciato ad evitarli a causa di alcune scelte decisamente opinabili (come la deviazione verso il gothic più commerciale).
Con un alcune riserve ho accettato di recensire questo doppio, in versione digipack, del loro nuovo lavoro “Nymphetamine”, che si presenta curato veramente bene nell’estetica. Insomma la Road Runner paga bene, tanto quanto la Sony. Non nascondo che mi fa un po’ ridere parlare di un gruppo black metal affiliato ad una grossa label.
Questo è la facciata esterna; andiamo al discorso musica:
Orbene, l’album non è malvagio anzi mi sono dovuto ricredere: i pezzi presentano delle intelaiature decisamente death, nel costrutto dei riffs e delle armonie; ovviamente non mancano le “smandolinate” tipiche del black metal nord europeo, riconoscibili fra un milione. Sembrerà strano ma troviamo anche le armonizzazioni topiche dell’ heavy metal targato Iron Maiden! Insomma, un piatto ricco di stili, per tutte le orecchie. Anche qualche strizzata d’occhio anche all’elettronica.
Ah non mancano le sorprese. Tre cover fuori da ogni contesto vengono “filthizzate”.
Abbiamo in ordine d’apparizione “Devil Woman” di Cliff Richards con ai cori un altro baldo giovane votato al bodypanting: mr. King Diamond.
Vi è poi una versione abbastanza cattiva di “Bestial Lust” dei mitici Bathory (Quorthon r.i.p), eseguita senza mezzi termini tra tempi serrati e piccoli inserti elettronici.
Segue poi una versione del classico targato, e mi vergogno anche a dirlo visto che anche i muri lo sanno, “Mr. Crowley”, eseguito in maniera molto strana: l’intro di tastiera è eseguito come l’originale, con gran gusto, il ritmo della strofa risulta, a mio avviso, troppo spezzata rispetto all’originale decisamente fluido, la parte dei soli invece è estremamente accattivante anche se verso la fine si scema verso un classico finale power metal epic.
In generale dovremmo essere abituati allo standard dei C.O.F: ogni album una sorpresa come le uova Kinder. Ovviamente, chi come me, inveterato amante del black metal crudo e qui cito chi di dovere: Darkthrone, Immortal, Emperor, Burzum, Mayhem, Bathory e Nokturnal Mortuum, sicuramente preferirà i Cradle della stagione di “Principle of evil made flesh” o di “Dusk and her embrace”. Purtroppo i tempi cambiano e non sempre in meglio, anche se quest’album è tutt’altro che spregevole, forse un po’ troppo dispersivo ed in alcune trovate un po’ monotono. Poi la devo dire, la cosa che detesto di più è quando Dani canta sulle armonizzazioni delle chitarre. E’ terribile. Tuttavia la godibilità del doppio lavoro è assicurata.
BUONO