
Quando si parla dei Bathory ovviamente ci si riferisce agli albori della musica estrema, composta da pochi folli che con le loro note e le loro gesta provocatorie, hanno influenzato centinaia di gruppi a venire, ed hanno lasciato un segno indelebile nelle coscienze di tutti coloro che ebbero la fortuna di seguirli. “Under the sign…” è il loro terzo album, preceduto da “Bathory” (1984) e “The return” (1985) e, a mio parere, rappresenta la ‘summa’ dei loro primi anni di attività, il consolidamento di un’attitudine e di un modo unico di fare musica.
Tra i brani più significativi ad interessanti, sicuramente “Woman of Dark Desires” (dedicato alla Contessa Bathory), l’ opprimente “Call from the grave”, la sparata “Equimanthorn”, l’angosciante “Enter the Eternal Fire”, la blasfema “13 Candles”, manifesto di un modo di pensare veramente deviato, dove è presente addirittura un inquietante coro, che recita ”……Born a child of the underworld……evil prevails!”.
Per chi non lo sapesse, il factotum dei Bathory è Quorthon, personaggio controverso, enigmatico, a volte anche contraddittorio nelle sue dichiarazioni e nelle sue produzioni artistiche (fase black metal, fase epic, albums di scialbo thrash e dischi solisti che definire mediocri è anche troppo). Musicalmente ritengo il lavoro in questione uno dei pilastri incrollabili del BLACK METAL: registrazione sporchissima, voce compromessa e folle, drumming ripetitivo e martellante, chitarre rozze ma incisive e penetranti, liriche che descrivono il lato oscuro con qualche ingenuità sì, ma degne del massimo rispetto, denotando straordinarie spontaneità, convinzione, voglia di provocare e dissacrare. Alla fine del disco Quorthon fa omaggio ai fans dei Bathory di un brano, ”….of Doom”, dalle lyrics sincere e sentite con orgoglio. HAIL TRUE BLACK METAL, HAIL BATHORY !
Angelo Iocola