Giungiamo al Transilvania Live poco dopo l’apertura dei cancelli e lo spettacolo che ci troviamo davanti non è dei più promettenti: transenne semideserte e pochi segni di vita metal in zona, ma il pullman delle band è qui e a guardare bene qualcuno vestito di nero c’è, perciò finiamo le birre e siamo dentro. Qui l’atmosfera è molto diversa, certo, il pubblico non è particolarmente numeroso ma è caldo e impaziente e la gente continua ad arrivare a piccoli gruppi fino a concerto iniziato.
Anche se il lunedì sera non è il giorno ideale per radunare una folla, il Transilvania Live sembra tentare con discreto successo un ritorno alle origini metal e alle atmosfere dark che caratterizzavano storicamente il locale, per riscattarsi da un periodo buio fatto di concerti un po’ troppo “intimi” (vedi Theatre des Vampires, dove eravamo in venti compresi i baristi e il bruciatore a petrolio che stava in mezzo alla platea), pizzette surgelate vendute a peso d’oro ma soprattutto carestia nel reparto birra&simili.
Ora invece l’ambiente pare più accogliente e ricettivo, inaspettatamente e massiccia la presenza femminile e delle nuove leve del metal, con la faccia pitturata come guerrieri pronti a entrare in battaglia sulle epiche note degli Ensiferum. Aprono le danze i finnici Naildown , giovane band autrice di un buon swedish-death con inserti techno-thrash a lá Fear Factory, soprattutto per quanto riguarda l’uso del sintetizzatore e per i ritornelli cantati in pulito dal bassista. I brani proposti provengono quasi tutti dal secondo full-lenght della band: “dreamcrusher”. Il frontman Daniel Freyberg, chiaramente ispirato nelle movenze e nell’attitudine dal grande Chuck Shuldiner (Death), dimostra un grande carisma che contribuisce a riscaldare un pubblico piacevolmente sorpreso dalla performance della band. Alcuni problemi di miraggio che hanno penalizzato la prova del tastierista, ciò nonostante siamo sicuri che i cinque finlandesi torneranno presto a far parlare di se. I Naildown lasciano il palco visibilmente soddisfatti per lasciare posto ai mitici Suidakra. Per chi non conoscesse questa band teutonica, sappia che è autrice di un pregevole melodic death metal pesantemente influenzato dalla scena di Goteborg (At the Gates e primi In Flames), ma arricchito da personalissimi elementi folk e celtici. I quattro tedeschi incentrano la scaletta principalmente sulla loro ultima fatica, “Caledonia”, concept album che racconta le battaglie dei fieri Pitti contro i conquistatori romani attorno all’ 80 d.C.
La potenza, la velocità e la grande tecnica di questa band finora ingiustamente sottovalutata contribuiscono a creare uno show emozionante, scatenando un notevole movimento tra il pubblico al suono epico di pezzi quali “Forth Clyde” e “A Blackened Shield”.
Finalmente giunge l’attesissimo momento degli Ensiferum.
Sulle note della strumentale “Ad Victoriam” i cinque fanno il loro ingresso, capeggiati dal cantante-chitarrista Sindroos, che per l’occasione indossa un elegantissimo cappello da cowboy in finta (?) pelle di mucca. I finnici propongono uno dopo l’altro i pezzi migliori del proprio repertorio, tra cui una “Tale of Revange” da brividi ed una “Lai Lai Hei” cantata a squarciagola da tutti i presenti. I parecchi brani tratti dal disco “Ad Victoriam” vengono inframezzati da alcuni mini – scatch del bassista Sami Hinkka, che tra una battaglia e l’altra regala al pubblico italiano anche un assaggio di tarantella (della serie: pasta, pizza etc.). La band appare in ottima forma e i fan non sono da meno, splendida l’esecuzione di “Ahti” e di “One More Magic Potion che scatenano un pogo esagerato.
Le prestazione dei cinque sono tutte eccezionali, anche quella della nuova tastierista Emmi Silvennoinen, sostituta diciannovenne di Meiju Enho, costretta a rinunciare al tour a causa di impegni improrogabili. Il tempo passa veloce e dopo un’ora di epiche songs gli Ensiferum si prendono una breve pausa per poi tornare all’assalto con la divertentissima “Hero in a Dream” seguita da “Guardians of Fate” e “Iron”. Lo show si chiude grandiosamente sulle note della classica “Battle Song”, lasciando i presenti ammaliati e con una grande voglia di rivedere presto gli Ensiferum in Italia ad incantarci con le loro incredibili saghe nordiche.
Scaletta Ensiferum
1.Ad victoriam
2.Blood is the price of glory
3.Treacerous gods
4.Tale of revange
5.One more magic potion
6.Windrider
7.Lai lai hei
8.Ahti
9.Dragonheads
10.Token of time
11.The new dawn
12.Victory song
13.Hero in a dream 14.Guardians of fate
15.Iron
16.Battle song
Marco Cramarossa & Chiara Ciurli