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OTUS – Torch (Time to Kill Records – 2022)

Quando ci si trova davanti un lavoro cosi elegante e ben fatto, risulta impossibile non parlarne, nonostante sia un album uscito nel 2022.
Sto parlando della band romana degli Otus (che ho avuto il piacere di vedere live al Frantic Fest di quest’anno 2024). Partiamo col dire che la band si colloca in un ambiente post metal sludge/doom con tocchi black che trovo molto ben equilibrati. Vi dico già dall’inizio, ancor prima di parlare del disco in questione, che questi compositori italiani (sì, perchè non troverete il classico nome e cognome affiancato allo strumento nella loro bio ma COMPOSER) hanno tutte le carte in regola e le idee per un sapore decisamente internazionale che scavalchi i confini del nostro Paese.
Il disco in questione è “Torch”, che si avvale per la sua uscita della label Time to Kill (etichetta che a mio avviso in Italia sta firmando e firma lavori sempre più interessanti).
Alle loro spalle solo una demo del 2014 e un primo debut del 2016 dal titolo 7,83Hr, che subito mi ha fatto pensare alla risonanza di Schumann che nel tempo ha acquisito significati metafisici e spirituali più profondi catalogandosi come la frequenza della Terra, il battito del cuore della natura. Perché vi faccio questa premessa prima di parlarvi di “Torch”? Per avvicinarvi lentamente a quella che è la visione e la mission di questi compositori capitolini. Non un album, ma un concept, non brani ma percorsi… insomma, qui stiamo parlando di un vero e proprio viaggio nell’animo umano a 360°.
Le tracce di questo album sono 6, ecco la tracklist:

In Tenebris
Through The Flesh
The Vessel
Apnea
Ex Tenebris I
Ex Tenebris II

Partiamo dalla copertina, dove si percepisce subito un vortice di simboli e simbolismi, dove la torcia è punto focale e funzionale dell’intero artwork davvero bellissimo.
Durante l’ascolto si può subito notare che alcuni brani siano estremamente lunghi, ma attenzione non trascinati, non quella “lunghezza” che sembra buttata lì per riempire il tempo, ma lunghezza (passatemi il termine) dovuta a brani che devono evolversi, che non terminano così come iniziano, che si formano, si scompongono e si ricompongono alla fine (cosa molto alchemica, lo so!!!)
I suoni nel disco sono tutti ben fatti, c’è presenza di synth, di rumori, la voce appare sia in un drammatico e ruvido growl che in clean (anche se poco) e – cosa che a me piace moltissimo – non sovrasta mai, sembra quasi essere uno strumento insieme a tutti gli altri strumenti e suoni.
Le loro influenze (per quanto per me questo concept emana una personalissima visione e maturità) sono sicuramente band come Cult of Luna o Om.
Negli Otus si fonde la spritualità, la ricerca, il mistico, il sacro, il profondo. L’ispirazione di questo album (si evince leggendo le dichiarazioni degli stessi) è tutta da ricercare nella “quarta via”, il concetto filosofico mistico di Georges Ivanovič Gurdjieff, per il quale ogni via racchiude un percorso fisico, emozionale e spirituale; e si aggiunge alle gia conosciute tre vie, quella del fachiro (fisica), quella del monaco (cuore) e quella dello Yogi (intelletto).
La quarta è l’unione, la completezza, l’ecquilibrio,si lavora su tutti gli elementi per una integrità fatta di illuminzione (la torcia) ecco che l’essere umano è completo.
L’album degli Otus è questo percorso e molto altro, è emozione, evocazione, ricerca…
Più ci si immerge nell’ascolto e più si viene catapultati in un viaggio mistico, magico, catartico, ma mai tortuoso – sia chiaro. Stupefacenti le sezioni ritmiche che ben sposano questo concept cosi come ho detto più su per la voce, le melodie sono eleganti, il tutto risulta assolutamente ben strutturato e – torno a dire – passatemi i termini ELEGANTE e RAFFINATO.
Azzeccati anche i momenti in cui il sound diventa più duro e feroce. Non saprei dirvi il classico “mio brano preferito” e neppure se ci sia un brano che spicca più di altri perche ognuno è funzionale al successivo, sono vere e proprie tappe del viaggio; posso solo dirvi che le ultime due tracce “Ex tenebris I” ed “Ex tenebris II” sono degne conclusioni di questo percorso – nulla togliere a tutto il restante disco, eh!
Concludendo, se vi piace il genere questo album non vi deluderà, ma anche se non siete amanti di tale approccio musicale, vi garantisco che gli Otus con “Torch” non vi deluderanno. Non è facile in questo ambito secondo me essere speciali e avere concetti cosi particolari e ben elaborati da raccontare e loro ci sono riusciti benissimo, non posso che dare un voto alto a questo concept e non vedo l’ora di ascoltare i prossimi lavori!!!!
E poi, sono nostrani quindi… punti in più!!!!

Voto: 9/10
Manilla Raven

Contact
www.otusband.com
www.facebook.com/Otus7.83Hz

Valutazione

9.0

Voto

Pros

  • +

Cons

  • -
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