
Band con una carriera ormai quasi trentennale sulle spalle (incredibile come un monicker possa a un tratto divenire difficilmente distinguibile per via dell’evidente e sopraggiunta omonimia, NdR), gli italiani Machine Gun Kelly tirano avanti per la loro classica strada fatta di hard rock tagliente e tematiche che narrano di vita dissoluta e scorribande da veri rockers. L’iniziale “Hit The Road” è un esempio molto riuscito di cosa un ascoltatore potrà trovarsi di fronte una volta premuto il tasto “play”: chitarre ritmiche serrate, voce vissuta e un bel tiro sorretto sapientemente da tutta la band.
Proseguendo abbiamo l’altrettanto dinamica e coinvolgente “Private Paradise”, brano che parte con un grande riff di chitarra molto veloce, mentre poi il brano si trasforma in qualcosa di più pensato e si avverte la volontà della band di offrire un prodotto che abbia il giusto mix tra velocità e melodia, oltre che un giusto equilibrio tra parti più dirette ed altre dove si scorge una maggiore cura degli arrangiamenti. Proprio in questo senso, dopo i due minuti della traccia sopra menzionata abbiamo un ottimo break con solo basso e batteria che fa strada ad un assolo di chitarra breve ma intenso.
È grazie a questi momenti un po’ più articolati che la band porta a casa un buon risultato, ed è anche interessante ascoltare brani dove la band si muove con più cautela e diminuisce la velocità (“(Screams) in the Night”, “Sun Goes Dawn”).
Se è vero che i Machine Gun Kelly non inventano nulla di nuovo, è anche vero che questo album non deluderà chi è affezionato ai grandi riff di chitarra e a tutta quell’attitudine anni Ottanta che ha fatto sbocciare band incredibili. Consigliato.
Voto: 7/10
Joker
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