Attive fin dal lontano 2000, le ragazze romane che compongono la band La Menade hanno attraversato tutto questo periodo portando all’ascoltatore un sound che ha sempre strizzato l’occhio al rock e al metal “alternativo” molto in voga negli anni Novanta. Certo, nulla di nuovo sotto il Sole direbbero molti, anche perché questa sorta di band nate sul finire di quella ondata sono poi finite per la maggior parte nel dimenticatoio o si sono sciolte (e a volte ritornate, vedi Coal Chamber, Kittie ed altri).
Ma con “Reversum” qualcosa è decisamente cambiato per questa band, a partire dalla lingua usata per i testi, non più cantati in italiano ma in inglese, e poi questa formazione ha applicato un restyling piuttosto drastico al proprio sound, seppur non discostandosi dalla corrente di cui parlavamo in apertura, e quindi dai loro trascorsi.
Quindi largo spazio stavolta a tastiere, synth, effettistica varia, ed un approccio molto più riflessivo ed intimista. Sembra un po’ il cambiamento che i Korn fecero sull’album “Issues” del 1999, passando dal nu-metal forsennato degli esordi ad un album più cadenzato, pesante ed opprimente. Pur con tutte le differenze del caso, e soprattutto contando che La Menade attinge molto dalla darkwave o musica elettronica in generale, credo che questo esempio possa essere utile per capire a grandi linee di cosa stiamo parlando. Indubbiamente però, le band che trovo più attinenti all’attuale sound di questa band sono Deftones e A Perfect Circle, ma con abbondanti iniezioni di synth.
Preparatevi quindi ad affrontare un viaggio per certi versi non facile, pieno di negatività, ma al tempo stesso intrigante e che forse vuole anche far intravedere uno spiraglio di luce finale. Come ultime note posso ancora dire che questo è un album davvero ben prodotto e ben composto, piuttosto articolato e che quindi lancia La Menade in un universo alternative metal molto più personale e raffinato che in passato.
Voto: 7,5/10
Joker
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