IntervisteThrash

Intervista alle MERENDINE ATOMICHE

Del vostro percorso musicale, “Walk Across Fire” ha rappresentato a mio giudizio, il primo importante passo. A questo proposito come sono stati fin qui i responsi per tale lavoro, e pensando a ieri, quali aspettative vi eravate posti a riguardo?

Penso tu abbia ragione. Questo è il nostro primo grande passo rispetto ai vari lavori del passato e diciamo che siamo molto soddisfatti del tutto, anche se sappiamo benissimo che ci sono margini di miglioramento in tutti i settori. Per quel che riguarda i responsi, non potevamo avere di meglio. Il cd è stato apprezzato dal 90% dei magazines a cui è stato sottoposto, sia Italiani che internazionali e quindi questo è già qualcosa di molto importante. assieme a “The holy metal” possiamo dire di avere ricevuto veramente poche critiche in questi tre anni, quindi siamo molto felici.
La cosa ovviamente che piu’ ci ha reso contenti è stato l’accordo con un management americano, di New York, che, dopo aver ascoltato “Walk across fire” ha detto che era musica per l’America e che ci proponeva un contratto per la promozione del cd in USA per più di due mesi nelle radio americane (dove, come sappiamo, hanno un’importanza vitale). I risultati sono stati incredibili. Siamo arrivati fino al 37° posto degli album più richiesti d’America e quindi più ascoltati nelle radio. ciò ci ha reso enormemente felici, visto le bands con cui ci trovavamo in classifica. Siamo stati nella Top 50 per un mese. La promozione è quesi finita, ma ci ha aperto grandissimi spazi. Arrivare 37° senza alcuna major label di supporto in USA è importante perchè ti da la possibilità di farti notare. Infatti la maggior radio americana ci ha dato poi la prima pagina d’intervista, subito dopo la prima settimana quando eravamo stati richiesti secondi solo dietro ai Sepultura con “ROOrback”. insomma grandi soddisfazioni. Ora tutto ciò potrebbe trasformarsi in qualcosa di ancora piu’ importante. la prima cosa è sicuramente l’accordo che io stesso sto per fare con la Vic Firth che mi darà l’Endorsment, e poi le proposte che abbiamo ricevuto per andare a suonare li negli States. Posso dire quindi che “Walk across fire” è stato veramente un successone per noi. Anche se non abbiamo le prime pagine dei giornali o non siamo pubblicizzati come altre bands, non avendo major o altro, ci stiamo prendendo grandissime soddisfazioni.
Le aspettative iniziali erano quelle di ricevere delle ottime recensioni e magari farci notare da qualcuno. Non immaginavamo che questo qualcuno fosse un importante management americano che ci avrebbe portato al 37° posto degli album più ascoltati e richiesti d’America, nè che potessi arrivare ai capi della Vic firth a New York nè che si potesse parlare di Tour americano, anche in Italia è andata bene. Non pensavamo che venisse apprezzato quasi all’unanimità. La differenza pero’ sta nelle occasioni dove l’estero purtroppo sembra più disponibile che non l’Italia dove siamo sempre alle solite cricche di potere.

All’interno di “Walk” ci possono essere dei contenuti lirici di cui vale la pena sottolineare?

“Walk across fire” a livello lirico è un concept album. tutto parte dal titolo, che rappresenta la metafora della vita. Tutto è difficile, ma bisogna lottare per avere quello in cui credi (e sempre con mezzi leali), quindi bisogna attraversare il fuoco. Questo fuoco puo’ essere diverse cose che accadono lungo il nostro percorso, come esseri umani e quindi, tutti i testi, si rifanno a emozioni, sentimenti (positivi e negativi) che la vita ci può riservare. Tra tutti una predilezione per quelli positivi e per quelli che possono darti la possibilità di credere in te stesso e darti la carica di andare avanti sempre, anche dopo grandi batoste o sconfitte. L’importante � non mollare mai, cosi’ alla fine si potrà aver detto di aver combattuto, sia che si sia raggiunto l’obiettivo o meno.

Suscita curiosità e chissà in quanti ve lo abbiano già chiesto; ma come siete arrivati alle collaborazioni con Jeff Waters e Anders Ludemark?

Si, ï¿è vero, è una domanda ricorrente, ma anche legittima. E’ sempre questione di volontà. Prima di affrontare la produzione di “Walk across fire” abbiamo pensato che sarebbe stato bello avere qualche personalità famosa all’interno del nostro album (se non altro perchè quando una band underground fa un cd non sa mai se ci sarà il prossimo). Abbiamo cercato, quindi, di coronare il nostro sogno cosi’ e ci siamo riusciti. Per Anders Lundemark è stato piu’ semplice, sono riuscito a contattarlo direttamente e anche attraverso il produttore Tomas Skogsberg che lo conosceva, (in quanto i Konkhra in passato avevano registrato ai Sunlight). Abbiamo spedito il nostro vecchio materiale (The holy metal) e in breve ha accettato. Per Jeff Waters è stato molto più complicato. Prima ho dovuto scovare il management europeo degli Annihilator, poi spedire il mio materiale e solo dopo la loro accettazione hanno sentito Mr Waters. Dopo la sua approvazione abbiamo mandato il materiale in Canada e dopo qualche settimana mi contatto’ lui direttamente dicendomi che l’album era ottimo e che avrebbe collaborato con noi se la canzone fosse stata di suo gradimento (come per “The holy metal”). Fu un grande giorno quello!! Alla fine della produzione spedi’ la canzone in Canada. La apprezzo’ e cosi’ ecco che “Game Over” ha due assoli del leader degli Annihilator.

A vostro parere, quanto può aver influito sui risultati fin qui ottenuti, il fatto di essere partiti come una cover band per poi proseguire su di una strada propria?

Può aver influito positivamente perchè senza fare cover dei Metallica, all’epoca, avremmo avuto veramente poche chance di poter suonare ovunque, come abbiamo fatto. in Italia non c’è la mentalità di scoprire talenti o di appoggiare i giovani, quindi, aver continuato per la nostra strada , senza esperienza, sarebbe stato deleterio. Suonando Metallica, oltre a divertirci personalmente, abbiamo avuto la chance di suonare in tutta la penisola, di mostrare il nostro valore e quindi di essere conosciuti. Il passo successivo è stato più semplice, perchè aperto dai Metallica. Ma può essere negativo perchè molti pregiudizialmente, pensano ora, che la nostra musica sia un clone dei “Four horsemen” e cio è una balla colossale. Abbiamo sempre cercato di non seguire i quattro di frisco nella nostra composizione e penso infatti che non ci sia niente in “Walk across fire”.
E’ stato negativo, inoltre, perchè abbiamo deciso di mantenere solo poche covers dei Metallica.
Insomma sono vantaggi e svantaggi. I locali ora fanno suonare di meno e se non fai cover che gli garantiscono gente o non suoni con mille gruppi che hanno quindi mille amici non suoni piu’. Pazienza, ormai il nostro paese sfortunatamente lo conosciamo, ma non molleremo di certo e ogni occasione che ci capiterà in Italia saremo sempre pronti a suonare, anche perchè di fans ce ne abbiamo molti e mi dispiace non essere molto di più on the road come un tempo, ma non dipende da noi.

Ai più, il vostro moniker risulta ancora molto strano se non simpaticamente buffo; ma da dove ha avuto origine?

E’ nato nel 1996, poi è stato cambiato nel 1997 per tornare ad essere quello ufficiale lo stesso anno. La prima cosa è un nome italiano. A dispetto di molta gente, proprio del nostro paese, che ci da contro solo per il nome, noi siamo orgogliosi di rappresentare l’Italia fuori da qui. E’ stato con orgoglio quando ho letto nell’intervista alla piu’ grossa radio americana la scritta “Merendine Atomiche brings Italian metal style”. Quindi in primis le nostre radici, proprio come usano fare i Sepultura. (all’inizio cantavamo anche in italiano). secondo sicuramente il significato: abbiamo scelto le cose dolci come le merendine e la bomba atomica per far capire che anche le cose piu’ piccole, dolci, docili, con sacrifici, forza e abnegazione possono diventare esplosive, pericolose e poter arrivare dove sembra impossibile. E’ una specie di motto che ancora oggi funziona alla grande. negli anni poi, è stato preso in giro in mille maniere e questo ci ha dato la convinzione che questo era, è, e sarà sempre il nostro nome e i risultati sono li sempre a dimostrarlo.

Insomma, con un album estremamente valido registrato in Svezia, due collaborazioni davvero invidiabili, un crescente interesse proveniente da Stati Uniti, Canada, ecc…
Ma dove pensate di poter arrivare?

Non lo so, la prima cosa che vogliamo e a cui stiamo veramente lavorando fortemente è diventare la prima band italiana con un nome nazionale e che suona thrash metal a sbarcare negli States, la casa madre del nostro genere, è un nostro sogno che stiamo inseguendo da tempo. Le prospettive sono molto buone e spero vivamente che il 2004, all’inizio del 10° anno dalla fondazione del gruppo sia l’anno del “miracolo” e di volare in giro per il Mondo a suonare. Tutto è estremamente difficile perchè non siamo supportati da nessuno, ma se siamo arrivati sino a qui, perchè non continuare?
Questo è quello che vogliamo, suonare oltre oceano e poi si vedrà. Ovvio che l’obiettivo è crescere sempre di più, come abbiamo sempre fatto, con sforzi e lavoro sperando che un giorno paghi (non economicamente… magari!) ma di risultati. Insomma, speriamo di arrivare in alto per noi, per voi e per l’Italia (quella buona) e che magari la stessa Italia (quella peggiore) dia pù’ spazio a band nazionali e dia meno retta alle solite “cricche” che hanno veramente stufato.

Quali saranno i vostri piani futuri?

Come detto sopra è l’America l’obiettivo principale. Se fino a qualche tempo fa ci chiedevamo cosa avremmo dovuto fare per crescere, ora l’abbiamo scoperto grazie al nostro manager americano. L’America apprezza la nostra musica, ma non essendo sponsorizzati da nessuno dobbiamo farci notare, farci vedere e l’unica è quella di volare li e suonare un tour e “pompare” la musica ancora in radio e vedere cosa succede. Abbiamo anche diverse proposte da altri paese, ma per ora puntiamo agli USA e poi vedremo cosa si può fare. Non è facile da soli stare dietro a tutto, soprattutto con una vita normale da poter portare avanti e con le risorse economiche da dover sempre trovare da soli, ma faremo di tutto, perchè i Merendine Atomiche possono crescere ancora di più. Dopo i tours, se riusciremo a farli, sarà tempo dell’altro full lenght album. prima, pero’, ripeto ancora una volta, vogliamo l’America, che sia per un giorno o per mille, per entrare nella storia e per coronare un sogno lungo dieci anni e che nacque quand’eravamo bambini mentre mangiavamo merendine…

www.merendineatomiche.com

Roberto Pasqua

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