L’Andromeda Relix per una volta mette da parte il proprio ruolo di archeologo della scena dura italica e indossa le vesti di talent scout per lanciare sul mercato l’esordio dei powerprogster Fist Of Rage. Su una base seventies (Deep Purple, Rainbow, Kansas) e ottantiana (Riot), la band inserisce degli inserti powe/prog anni novanta, soprattutto di scuola italica, Labyrinth su tutti.
Probabilmente a rafforzare questa impressione è anche il tipico sound New Sin Studio, la fucina dove Luigi Stefani quasi due decadi fa ha creato alcuni dei capolavori del metal tricolore. “Nobody’s Right!” mette in evidenza lo spirito più hard rock della band, mentre la conclusiva “New Dawn” esalta l’animo più progressivo del gruppo.
Tra i due stremi altre sette canzoni (anche se “Introspection” dura solo una manciata di secondi) che esaltano tutte le sfumature della proposta dei friulani. In questo senso un più che buon bagaglio tecnico rappresenta il passepartout ideale per passare da momenti più tirati ad altri più rilassati, passando per soluzioni sanguigne e/o raffinate.
Probabilmente fosse uscito 15/20 anni fa un album del genere, oggi parleremmo dei FOR in modo diverso, magari ponendoli allo stesso livello di band più note come Secret Sphere, giusto per citare il primo nome che mi viene in mente. Chiudo la mia recensione facendovi notare come l’album contenga una bonus track, la cover di “Might Just Take Your Life”, brano dei Purple epoca Coverdale.
Sono felice che sempre più band rendano il giusto tributo alla MKIII, in passato non è sempre stato così.
Voto: 7,5/10
g.f.cassatella