
Il terzo album, per una band, è quasi sempre uno spartiacque, un lavoro che cerca di racchiudere quanto di buono fatto in precedenza e quanto di ancora meglio si potrebbe fare in futuro. Nel caso di questo “Plastic Ocean” siamo al cospetto proprio di questa tipologia di prodotto, in quanto si scorgono elementi ancora legati alla prima parte di carriera della band, ma anche altri che cominciano ad intravedersi per il futuro.
Le atmosfere oscure, dense e quasi senza speranza di un album che fin dal titolo cerca di richiamare la crisi in cui versa il nostro Pianeta, sono il leit-motiv di praticamente tutti i brani dell’album, Il death metal melodico è rimasto come base per sviluppare un sound dai tratti ampiamente gotici, dove la band oscilla tra un modern metal e un metalcore melodico, entrambi figli degli anni Novanta e soprattutto Duemila. Non vi è molto spazio per il melodic death degli esordi, anche se c’è da dire che questa band non ha mai suonato prettamente quel genere. Ampio spazio quindi a canzoni grooveggianti, dark, ipnotiche, con chitarre ribassate e pochi sprazzi di velocità.
Tutto sommato questa formula non risulta malvagia e lo confermano episodi decisamente trascinanti e catchy come “Glass And Still”, dove compare anche una voce femminile, o anche le più violente “I Am the Enemy”, “Eventide” o “Inject Me”, che finalmente iniettano un po’ di sana ignoranza nella tracklist.
I restanti brani sono un tentativo di avvicinarsi ad una audience più ampia e dove la band continua a offrire una propria interpretazione del melodic death molto interessante, ma lontana anni luce dalla sua espressione originaria. Album per chi vuole qualcosa di relativamente nuovo e moderno, ma anche dotato parzialmente di quella dose di potenza propria del metal estremo nelle sue varie forme.
Voto: 6,5/10
Joker
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