I Circus nascono nella prima metà del 1988 a Forlì, con l’anima cupa da un lato e il r’n’r nichilista dall’altro. Le loro passioni si chiamano Pink Floyd, Black Sabbath, il cinema horror, il r’n’r grezzo, gli Stooges… Iniziano con alcuni demo-tape e alcune apparizioni su compilation; con il video di “Spleen” (con uno staff che ha collaborato con Dario Argento), i Circus Nebula vanno in tour con Death SS, Paul Chain e i britannici Dogs D’Amour. Negli anni, la band rallenta l’attività, ma i suoi componenti alimentano nuove idee e progetti, per poi tornare a suonare dal vivo nel 2012, fino all’atteso album di debutto che esce nel 2017, già allora per Andromeda Relix. Dopo cinque anni, la band sforna questo nuovo “The Second Coming”: il disco inizia con una suita di oltre 23 minuti (sì, avete letto bene) intitolata “Jerusalem’s Lot”, con i suoni, le atmosfere e il cantato, per un brano che mi ha riportato indietro agli anni ’80 (e non è una cosa negativa), ricordando anche i primi Death SS – ascoltare per credere. “Coulrophobia” è un brano dal sound classico, con atmosfere care al classic doom degli anni ’80 – qui, mi ricordano i Rush che suonano alla Candlemass, o viceversa! “Sleepin’ Gods Lie” è un omaggio all’anima più blues e all’eredità dei The Doors, mantenendo sempre l’alone “oscuro” che si palesa già nella copertina, di vecchia scuola Doom. “Burnin’ Tree” inizia alla Candlemass senza se e senza ma, e non è un difetto! Anzi, si lascia ascoltare, e nonostante la band forlivese non nasconda le proprie influenze/passioni, riesce a donare personalità e coinvolgimento. L’album scorre fra echi di Hard Rock/Classic Doom, Heavy Rock, tastiere prog alla Rush, atmosfere teatrali (di scuola Goblin, per intenderci)… le idee ci sono, e nonostante può sembrare anacronistico, “The Second Coming” è uno dei dischi che più ho apprezzato del 2022, un ottimo lavoro per partire anche in vista del nuovo anno e degli anni futuri (ovviamente).
Voto: 9/10
Giovanni Clemente
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