Sarò sincero dicendo che, con tanta titubanza mi sono apprestato ad ascoltare questo nuovo lavoro dei Venom; forse un po’ per la mezza delusione ancora bruciante provocata dal precedente album, ossia “Cast in Stone” e forse un po’ per le varie vicissitudini che hanno coinvolto la stessa band (vedi mancato tour precedente, conseguenti e non nuovi screzi interni, ecc.), ma devo dire che dopo un primissimo ascolto di “Resurrection”, sono stato fortunatamente smentito.
Allontanato Abaddon (vicenda che mi ha rattristato non poco) e sostituito da tale Antton, la band ci ha guadagnato, poichè il nuovo batterista è veloce e preciso e fa un buon uso della doppia cassa. La chitarra di Mantas, invece, ha un suono un po’ compresso rispetto al passato e la voce di Cronos è più studiata e più rabbiosa che mai. Ma entriamo nel dettaglio: l’inizio è pesantissimo, un vero pugno in pieno volto, con la title-track “Vengeance” e “War Against Christ”, caratterizzata quest’ultima da un semplice tappeto tastieristico. Si passa poi a “All there is fear” che ci mette di fronte a dei Venom più epici. Tra i migliori episodi a mio avviso citerei “Pain”, “Black Flame” (of Satan)” e “Firelight” (un vero tuffo nel passato).
Alcuni deja-vu di certo non mancano ma non guastano il tutto, come non guastano certi esperimenti a livello di vocals(Man Myth & Magic, Pandemonium e soprattutto Leviathan).
Break inconsueti si riscontrano in “Control Freak” e “Disbeliever”.
Insomma per te è un grande album probabilmente, sia ben chiaro, i tempi che fecero grandi i Venom(le prime tre realizzazioni) non torneranno più, ma con Resurrection, i nostri ci vanno proprio vicini, con quelle atmosfere sulfuree che era caratteristica proprio di “Black Metal” e “Welcome to Hell”. Un bel 10 a Cronos e soci e un bel due ad Abaddon (speriamo che gli stacchino la spina dei suoi campionatori…..sigh!).
Consigliato soprattutto a chi aveva perso le speranze di ascoltare dei “veri” album dopo gli insuccessi ottenuti con Tony Dolan alla voce, e a chi conosce poco o addirittura niente (vergognatevi!) delle produzioni del trio inglese.
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