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THRASH ‘TILL DEATH FEST – CONTRADICTION + IRRIVERENCE + HYADES + HATEWORK + WARMONGER (Marmaja Club, Cusano Milanino – 19/05/2007)

Il Thrash Till Death è un interessantissimo festival dedicato, come si può facilmente intuire dal nome, alle sonorità thrash anni ’80 più pure ed incontaminate, e giunge quest’anno alla sua terza edizione. La location dell’evento è il Marmaja Club di Cusano Milanino, e l’organizzazione non poteva essere delle migliori, a cominciare dall’happy hour offerto a tutti i presenti fino alla perfezione dei suoni, complimenti al mixerista! Il pubblico non è certamente quello delle grandi occasioni, ci saranno 100-150 persone, ma è senza alcun dubbio costituito da veri, inossidabili thrasher, che hanno percorso una quantità non indifferente di chilometri per presenziare a questo evento.

Aprono le danze i veneti Warmonger, band che questa sera si presenta con una formazione a tre a causa dell’assenza del bassista ufficiale, ottimamente sostituito dal secondo chitarrista. Il terzetto è autore di un’intransigente thrash ispirato a formazioni sia della scena tedesca, quali Destruction, Sodom ed Exhumer, sia della scena statunitense, come i Whiplash. I Warmonger, con notevole perizia tecnica deliziano la platea con dei veri e propri inni metal, come “Satanic Nativity”, “Pleasures of Fear” e “Nuclear Destruction”, che scatenano un mosh terrificante, tanto da far tremare il pavimento del piccolo Marmaja club. Prestazione veramente devastante, a mio parere sono stati la vera sorpresa della serata.
Il secondo gruppo ad esibirsi sul palco del Thrash Till Death sono i lombardi Hatework, molto conosciuti da queste parti, che propongono un interessante mix di thrash metal, hardcore e rock‘n’roll. L’attitudine della band è notevolmente cambiata da due anni a questa parte, grazie all’innesto del nuovo cantante Fab, dotato di un background hardcore, che ha saputo donare nuova freschezza alla storiche composizioni del gruppo. Brani come “I.D.T.” (Italian Drinking Team) e “Thrash And Roll” vengono cantati a squarciagola dai fans, e se volete ascoltare del thrash metal divertente, rockeggiante e impregnato sino al midollo di attitudine punk-hardcore, vi consiglio di procurarvi gli album degli Hatework, in particolare “Death and Roll”.

Giunge il momento degli Hyades, che beneficiano di un clima già surriscaldato dall’esibizione delle precedenti bands. La performance del quintetto è eccezionale, vengono proposti brani estratti dai loro due album, il mitico “Abuse Your Illusions” ed il più recente “And The Worst Is Yet To Come”. L’esecuzione di pezzi potentissimi quali “No Man’s Land”, “Megamosh” e “Skate Addiction” fanno scatenare il pubblico, perennemente incitato dal frontman Marco. Il loro thrash metal di chiara matrice californiana (Exodus e Death Angel su tutti), inietta una sana dose di divertimento nelle vene dei fan! Il coinvolgimento è totale, il cantante durante l’esecuzione di un brano scende dal palco e si getta nel pogo più feroce, ne esce malconcio, colpito nei suoi affetti più cari! I fan si fanno perdonare scatenando il delirio assoluto sulle note della cover dei Beastie Boys “Fight For Your Right”, raggiungendo la band on stage per pogare, urlare a squarciagola il celeberrimo ritornello e pure suonare, grazie al bassista Rob che cede il suo strumento ad un sudatissimo ubriaco.

Gli Hyades cedono il palco all’ultima formazione italiana della serata, i milanesi Irreverence, sin dal 1995 alfieri del thrash metal più aggressivo e veloce, ispirato a maestri del genere quali Slayer e Sodom. La performance è violenta al punto giusto, e alterna pezzi tratti dai loro primi lavori “Totally Negative Thoughts” e “Target: Hate”, legati alla tradizione speed-thrash anni ’80. a quelli dell’ultimo album “War Was Won”, più maturi e orientati al death metal, inframmezzati da alcune pregevoli cover, come una versione thrasheggiante di “Ace Of Spades” e “Es Gibt Kein Bier Auf Hawaii” di Onkel Tom Angelripper, con la quale si conclude il loro show.

Arriva finalmente il momento degli headliner del festival: i teutonici Contradiction. Nonostante siano stati accolti all’inizio con un velo di diffidenza dopo le coinvolgenti prestazioni dei gruppi italiani, hanno saputo approfittare dell’atmosfera elettrica della serata abbattendo anche le ultime perplessità dovute al fatto che tre membri su quattro hanno trascorso l’intera serata ronfando sonoramente nel loro monovolume targato Wuppertal, parcheggiato esattamente davanti all’entrata del locale. Il complesso, in tour per promuovere la sua ultima fatica in studio, “The Warchitect”, propone un thrash tecnico e grintoso arricchito da lyrics mai banali, come nella bellissima “United Nations Of Fear”, un’aspra critica alla politica di Gorge W. Bush.  La scaletta della loro esibizione si concentra principalmente sulle songs dell’ultimo album, tra cui ricordiamo le potenti “Your God” e “Tunes Of War”, veri e propri proiettili di thrash tedesco sparati nelle orecchie dei fan. Il drumming inferocito di Christoph Zelt, e i riff graffianti di Oliver Kämper supportano la voce al vetriolo di “Koffer” Lux, ed il cerchio si chiude con lo scatenato bassista Karsten Heyn, che, ammaliato dal calore del pubblico, non esita a scendere dal palco per suonare in mezzo alla gente, esibendosi anche in un accenno di lap dance. Grande rispetto per questa band, sulla scena ormai da 18 anni, che nella sua prima esibizione italiana ha goduto di un’ottima accoglienza da parte dei thrasher nostrani, i quali hanno fatto compagnia alla band sul palco durante l’esecuzione degli ultimi pezzi. I Contradiction non si dimenticheranno facilmente di noi, visto che il loro sito, da una settimana a questa parte, è infarcito di espressioni folkloristiche italiane quali “cazzo” e “w la figa”. Vedere per credere.

Marco Cramarossa & Chiara Ciurli

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