Sarò sincero, sono a questa tre giorni solo per vedere i Metallica, i Maiden e perchè no, anche Dave Gahan.
Un caldo come non mai sofferto, panini penosi e bibite quasi calde con prezzi quasi da denuncia, un mare di gente sin dalle prime ore che a fine serata è diventata un’immensità.
E finalmente ecco i Metallica, preceduti da una ignobile performance dei Placebo, sicuramente una delle band meno indicate al contesto giornaliero, gli organizzatori avrebbero fatto meglio a spostare la loro esibizione al giorno dopo.
Comunque, torniamo ai Metallica.
L’ultima volta che ho avuto il piacere di vedere la band esibirsi su di un palco, è stato a Roma durante la tournèe di Load, sinceramente se non teniamo presente qualche piccola imperfezione del sig. Lars, e una Master of Puppets tagliata sul più bello, la serata fu fantastica.
Favolosa, questa esibizione italiana del 2003 è stata favolosa, inimmaginabile, unica.
Si inizia subito a scuotere il culo, ed ecco Battery che apre la serata facendo salire a tutti il sangue al cervello per poi passare senza dare un secondo di tregua a Master of Puppets, per mia fortuna completa, diciamolo, visti i trascorsi della band questo è un inizio inimmaginabile.
Si continua con Ride the Lightning, dove si presenta il primo dei soliti show proposti dalla band, non so se avete presente quando sbagliano dal vivo, l’attitudine sul palco e sempre quella stile sala prove, unica cosa non ho mai capito se è una cosa fatta a posta o se sbgliano sul serio, comunque no problem.
Ancora classici con Welcome Home (Sanitarium) seguita dalla leggendaria For Whom the Bell Tolls dove il protagonista è il nuovo bassista, l’esaltato Rob Trujillo, che si spara il classico riff supportato da un wha wha o synth bass, caratteristico del brano, per poi passare ai deludentissimi e poco personali brani estratti dall’ultima fatica, St. Anger. Certamente dal vivo rendono di più ma per il resto no comment.
Per fortuna abbiamo dovuto sopportare solo due brani, Frantic e la title track fortunatamente intermezzate da un classico immortale Creeping Death.
Non smettiamo di stupirci, ed ecco No Remorse, Seek and Destroy e una inaspettata Blackened che chiude la prima parte della loro esibizione.
E dopo qualche minuto di pausa ecco i quattro americani rimanere sul rivoluzionario “…And Justice for All” con Harvester of Sorrow, seguita da Nothing Else Matters, e qui gli accendini ne hanno fatto da padrone.
E ancora sorprese, Damage Inc, che ho stentato a riconoscere a causa di un errore, con la solita leggerezza la band si ferma scusandosi e ripetendo il brano, ultimo del bis.
La band saluta augurando la buona notte, ma il pubblico è ancora caldo, tanto e ha ancora voglia di scuotere la testa, ed ecco che concedono il tris aprendo con la corposissima Sad But True e la conclusiva Enter Sandman che ha fatto cantare tutti, ma proprio tutti…
Il pubblico vuole ancora Metallica richiedendo One ma ormai è troppo tardi, purtroppo la serata è finita, una serata fantastica, unica, irripetibile, una scaletta inimmaginabile, quattro musicisti in piena forma, uno spettacolo riservato solo alla musica senza fronzoli, nudo e crudo.
BF