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Intervista a STEVE ANGARTHAL dei FIRE TRAILS

I Fire Trails di oggi, rispetto al precedente lavoro, presentano delle novità in una line up parzialmente rinnovata. Vuoi presentarci i nuovi arrivi?

Certo! Effettivamente la line up ha avuto una lenta ma progressiva evoluzione: devi sapere che per me e Pino è sempre stato fondamentale trovare oltre che dei musicisti bravi anche delle persone speciali con le quali potesse stabilirsi una certa alchimia, e l’attuale formazione per noi rappresenta uno status del quale siamo particolarmente contenti! è così che oggi i Fire Trails vedono Frank Coppolino al basso, Larsen Premoli alle tastiere e Mario Giannini alla batteria!

Riguardo alla defezione di Lio Mascheroni.penso sia stata una decisione sofferta per entrambi le parti o mi sbaglio?

Si, sofferta ed inevitabile, una sorta di crossroad che abbiamo dovuto affrontare in un momento particolarmente delicato in quanto eravamo nella fase antecedente le sessioni di studio per la realizzazione del cd. Lio è stato parte della nascita dei Fire Trails insieme a me e Pino e nei primi tempi dalla sua assenza era strano non sentire il suo drumming, di tutti gli elementi che si sono susseguiti è stato il più difficile da sostituire.

Stando alle note promozionali di “Third Moon” si apprende di come ci sia un concept di fondo che caratterizza di conseguenza l’album. Quali sono i contenuti di tale concept?

Abbiamo voluto un concept un po’ fuori dalle righe, epico ma non troppo legato al fantasy e nel contempo legato a quello che è l’identità della nostra band.
Così third moon è incentrato sulla storia di un uomo speciale nato sotto il segno della terza luna destinato a conoscere in prima persona la bellezza e le sofferenze del mondo e a dare ai popoli un segno ed un esempio al quale ispirarsi, nel contempo abbiamo usato alcuni episodi in maniera molto simbolica come nel caso di “silent heroes” dove l’ispirazione è venuta dal valore di uomini realmente esistiti come Falcone e Borsellino e al consapevole sacrificio umano che hanno compiuto in nome della giustizia, o “sailor and mermaid” legato al mito di Ulisse e alle ingannevoli tentazioni delle sirene.

Musicalmente “Third Moon” presenta dei tratteggi “epici”, più di quanto magari ci si aspettasse da voi, se teniamo conto della verve “rock’n’roll” del precedente album.
Verso quale direzione stilistica ed evolutiva opteranno i Fire Trails del futuro?

Per ora siamo concentrati sulla promozione e l’attività live inerente third moon; abbiamo già delle idee pronte ma sarà questa nuova fase live che darà gli input e la magia necessari al terzo episodio della band!

Sembra evidente in questo lavoro, di come ci sia un’intesa professionale particolare tra te e Pino Scotto.
Come è nato questo sodalizio tra voi due?

Beh sai per me è strano rispondere a questa domanda che spesso ultimamente si pone; questa intesa tra me e pino c’è stata da subito, ma viene notata solo ora che si è resa evidente nell’intera scrittura del nuovo disco. Siamo semplicemente e fortunatamente due pazzi che un giorno si sono incontrati e hanno scoperto di condividere una passione forte ed inesauribile che si chiama rock! Dal primo lavoro a questo abbiamo imparato molto uno dall’altro e forse la coesione e la forza che ne è uscita è proprio quella che scaturisce dalle tracce di third moon!!!

A questo punto tu hai maggiormente influito nel songwriting, mettendoci del tuo, al contrario del precedente lavoro in cui ti ritagliavi un ruolo di interprete di pezzi che non erano tuoi.

Si proprio così, devo dire comunque che vanadium tribute è stata l’occasione per forgiare oltre che l’intesa artistica fra me e Pino anche il sound dei Fire Trails che si è poi sviluppato nel lato live che è poi il nucleo principale del nostro sound.

Quanto è stato importante questa volta per te avere una maggiore libertà in fase di songwriting?

Importante e spontaneo direi, il quanto credo che lo si possa dedurre da ci� che si ascolta nel cd!

Parafrasando Gianni Della Coppa nel suo ultimo libro Italian Metal Legion: “Pino Scotto è forse l’unico vero rocker che l’Italia abbia mai sfornato.”
Considerando che la figura del “rocker” ognuno la intende poi come vuole, secondo te l’autore del libro (e non solo lui suppongo) non è andato così lontano dalla realtà dei fatti scrivendo di Pino?

Sicuramente Pino è unico per carisma e coerenza e la sua carriera ne è testimone, però mi sembra che qui in Italia continui ad esistere un atteggiamento autolesionista e poco riconoscente nei confronti dei molti bravissimi musicisti di cui siamo dotati. E’ vero comunque che ci sono molti finti o presunti rocker che sono molto lontani da quello che si può definire un rocker.

E com’è secondo te l’identikit del “vero rocker”?

Capelli lunghi, giubbotto e stivali di pelle, anelli ed orpelli vari no?!!!! ….scherzi a parte, un rocker per me è un ribelle che si esprime attraverso la musica che è nata sotto il simbolo della forza dell’energia e della libertà; il rock appunto! e un rocker può dirsi vero quando è fedele al suo messaggio e non si vende per poter stare su un palco e dire “quanto sono figo!”

Quali prospettive vi sono per promuovere “Third Moon” dal vivo?

Beh ci stiamo muovendo oltre che in Italia, dove come sappiamo le cose non sono mai semplici, anche in ambito europeo, in particolare stiamo prendendo accordi per la Germania e la Spagna, poi siamo anche in trattative per il Giappone.

Alla luce di un album formidabile quale Third Moon, mi viene da chiedervi se nei vostri shows suonerete ancora qualcosa del repertorio dei Vanadium.

Si certamente abbiamo già fatto qualche show di rodaggio del nuovo live set e tutto sembra scorrere molto bene!
Quindi non mi resta che invitare tutti quanti al prossimo show dei Fire Trails!

Keep on rockin Raw & Wild from Steve Angarthal and Fire Trails!!!

Roberto Pasqua

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