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Intervista a MAURY LYON dei GUNFIRE

Un grande album per una grande band. E’ tutto qui il gradito ritorno della formazione marchigiana. Forse voglia di rivincita, ma sicuramente anche una forte passione ed entusiasmo nel nome dell’heavy metal nelle parole del bassista Maury Lyon.

Direi di cominciare col chiederti se vi ritenete finora soddisfatti dalla risposta del pubblico e della stampa in questi primi mesi dopo l’uscita di “Thunder Of War”.

Cavolo, certo che si! Non c’è stato altro che un coro unanime di consensi per il nostro cd da parte di critica e di pubblico ma sottolineo da parte di chi lo ha potuto ascoltare dal momento che la distribuzione è piuttosto carente e questo si che è un grosso problema. In ogni caso vi invitiamo a contattarci tramite il nostro sito www.gunfire.it per averlo oppure cercate di scaricarlo, a noi interessa solo che la nostra musica sia diffusa… FUCK THE BUSINESS!

Quale stato d’animo si avvertiva all’interno della band durante la lavorazione all’album, essendo consapevoli che il vostro nome tornava a circolare (definitivamente) dopo ben venti anni?

Grande carica ed entusiasmo! Volevamo fare quello che consideriamo il cd “definitivo” dei Gunfire con il giusto sound e songwriting mescolando l’energia e la melodia degli anni ’80 con la tecnologia e l’esperienza dei nostri tempi. Ci siamo riusciti direi e finalmente anche tra di noi tutto è a posto: ci conosciamo così bene ormai che anche se a volte ci stiamo vicendevolmente sul cazzo alla fine tutto fila liscio… a parte qualche livido sulla faccia… ah ah ah ah!

Una novità considerevole viene dall’apporto delle due chitarre che vanno ad incidere non poco sulla resa del vostro sound o sbaglio?

Hai detto una cosa sacrosanta! Come ben sai in studio le chitarre vengono doppiate e potenziate ma poi dal vivo non è facile ricreare tutto con una sola chitarra, e allora ecco l’arrivo di Luca Calò chitarrista giovane e virtuoso molto prezioso anche come arrangiatore che ha messo quel valore aggiunto ai Gunfire versione 2000, va beh unico difetto è un pò rompiballe ma pazienza! E vorrei aggiungere anche l’imprescindibile arrivo del nuovo drummer Marc, preciso potente e veloce, una manna da cielo per la band!

Oltre alle quattro bonus tracks (che poi costituiscono il contenuto fedele del vostro ep d’esordio del 1985), il resto delle tracce è tutto materiale nuovo o è altro materiale “datato” che se non sbaglio doveva finire sul vostro primo lp mai più realizzato?

Vedo che sei bene informato! Nell’85 avevamo registrato un master per un nuovo album che se fosse uscito all’epoca, beh sarebbe stato una bomba a nostro avviso, ma per colpa di alcuni stronzi discografici è andato tutto a puttane ma i pezzi erano cosi validi che abbiamo deciso di riproporli e riregistrarli di nuovo per chiudere il cerchio. Ma ci sono anche songs nuovissime composte di recente come “Fight For The Truth” e “Livin’ In Sin”, pezzi molto diversi tra loro a dimostrazione che i Gunfire pur suonando “true metal” non sono certo una band che non ama variare un pò il proprio sound.

Nel frattempo in questi lunghi anni, prima del demo “The Fire Still Burns” del 2002, ognuno di voi è stato impegnato con altri progetti o comunque siete rimasti nel campo della musica?

Si certo la musica metal è stata e sempre sarà al centro dei nostri interessi e per esempio io ho suonato con diverse bands anche piuttosto conosciute (Revenge, Eternal Flame, Electric Lady, Paul Chain) e continuo a fare il dj in radio, nei locali e gestisco una sala prove mentre anche Drake ha avuto la sua band (Cromwell, Spread Mind insieme al nostro chitarrista Calò e al batterista Marc). La musica è un virus che non ti abbandona mai se davvero hai le palle e ci credi sul serio!

Siete stati tutti d’accordo sull’idea della reunion o poteva trasparire un leggero scetticismo a riguardo?

No no niente scetticismo, noi ci siamo riuniti solo per divertirci un pò a fare la nostra fottuta musica, mica ci hanno riempito di soldi come i Motley Crue! Magari! Ci andava di continuare quel discorso iniziato tanti anni fa e bruscamente interrotto all’epoca per vari problemi ma ora siamo qua e vogliamo rimanere!

Immagino, nell’85, la soddisfazione che hai avuto nel tenere tra le mani il vostro disco d’esordio, ma penso sia anche una soddisfazione doppia sapere che quel disco oggi sia divenuto oggetto da collezione e che per lunghi anni l’intera storia dei Gunfire sia ruotata solo ed unicamente attorno ad esso.

Si certo una grande soddisfazione mista al rammarico che se avessimo avuto qualche lira in più avremmo potuto realizzare un lp intero e magari con un suond migliore ma che ci vuoi fare, il bello forse è proprio quel sapore “vintage” del nostro debutto, magari imperfetto ma “sentito”.

Mi sono sempre chiesto quale aneddoto si nascondesse dietro quello “spruzzo di sangue” stampato sulla copertina, un pò sempliciotta vero?

Aaaah quella cover! Mi potrei inventare chissà quali cazzate ma la verità è che noi avevamo portato all’etichetta dell’epoca una bellissima cover a colori di un nostro amico designer solo che stamparla adeguatamente sarebbe costato una cifra e così questi “signori” hanno deciso senza chiederci la nostra opinione che la cosa che più poteva rappresentare la nostra band era, uno schizzo di inchiostro rosso su uno sfondo nero!

Venti anni lontani dalle scene non sono pochi per nessuno, ma, nel 2005 sotto quali aspetti possono essere cambiati i Gunfire?

Lo so che sembra la solita frase fatta ma adesso siamo davvero una band “che spacca”! Siamo maturati come musicisti, più sicuri ed esperti on stage e abbiamo voglia e fame di rivincita! GUNFIRE ARE BACK AND READY TO FIGHT ONCE AGAIN!

Avete oggi una giustificata voglia di rivincita e dimostrare che in ogni modo essere una cult band non significa essere anche sfigati?

Si come ti dicevo c’è questo fuoco dentro di noi che, non si spegnerà mai! Ci sono tantissimi gruppi in giro adesso pieni di bravissimi musicisti ma, cazzo dove è finita l’anima, il feeling?! Quelle sono cose che non si insegnano ad un seminario di Petrucci!

Dalla vostra regione non è che siano emerse molte band (ad eccezione di Death SS e Paul Chain), a tal proposito che ricordi hai della Ancona metallara dei primi anni ottanta?

Uno schifo! Il classico ambiente di merda delle città di provincia italiane, e purtroppo è ancora così. Sigh!

Avete ricevuto qualche commento di chi vi conosceva all’epoca (che magari avrà assistito anche a qualche vostro concerto), nel rivedervi ancora in giro?

Ah certo e magari sono venuti a vederci questa volta anche con i loro figli al seguito eh eh eh …non esagero dicendo che qualcuno mi ha detto che qualche lacrimuccia è scappata.

Un caso del destino quindi se “Hard Steel” recita la frase “we are immortal”

No niente destino, il destino ce lo costruiamo noi. Quella frase in sostanza ribadisce la convinzione che se fai la cosa (in questo caso la musica) che ritieni giusta, niente è invano ma anzi rimarrà per sempre, fino a quando ci saranno persone che ascoltano la musica col cuore e non solo con le orecchie!

Classica domanda forse, ma come vedi la situazione qui in Italia per le bands che vogliono suonare metal? Un paese sempre debole per strutture inadeguate o c’è ancora dell’altro?

Beh certo che pur essendo ancora il nostro un paese qualche gradino sotto agli standard europei per vari motivi, a confronto con gli anni ’80 siamo in paradiso! Ma c’è ancora molto da fare, per esempio i ragazzi dovrebbero andare a vedere più concerti, non solo muoversi per Iron Maiden e simili, bisogna supportare la scena italiana e smetterla di essere cosi esterofili…il maggior problema è sempre lo stesso: SUONARE DAL VIVO!

Eppure qualcosa mi fa pensare al fatto che vi siate affidati ad una etichetta discografica tedesca e non italiana, come mai la scelta è caduta per la Battle Cry?

Vuoi sapere perchè? Perchè nessuna etichetta qui in Italia da noi contattata ha dimostrato un minimo interessamento verso di noi! Logico perchè non suoniamo power con testi a base di dragoni e maghetti, non abbiamo una batteria triggerata di plastica e un cantante con la voce di un eunuco. Come sempre siamo fuori dal trend. Il nostro è “puro heavy metal”. Stop!

Oltre ai classici album del passato (Saxon, Iron Maiden, Kiss, ecc.) di cui avete anche tratto ispirazione per il vostro stile, oggi Maury Lyon trova qualcosa di nuovo ed interessante da ascoltare?

Ma certo, personalmente mi piace molto la teatralità e l’unicità dei Rammstein e inutile nascondere che il nostro nuovo chitarrista Luca adora Dream Theater mentre il cantante Drake è un grande fan di George Michael! Ah ah ah ah ha scherzo ovviamente!

Bene, a questo punto concludi lasciando un messaggio ai nostri lettori.

Ragazzi mi raccomando cercate di distinguere bene chi suona con le dita e con la testa da chi suona con, il cuore e con le palle!! Stay Heavy!

Roberto Pasqua

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