Una volta ogni dieci milioni di anni anche nel sud (strano ma vero!!!) si riesce a creare una situazione dove i metallari della zona possono incontrarsi e perchè no, suonare.
La serata organizzata al disco pub Sesto Senso di Cerignola, nonostante la visibile scarsità di pubblico è stata qualitativamente molto alta, a dimostrazione che la Puglia ha molto da offrire a livello musicale e non, soprattutto per quello che concerne la scena metal estrema.
Unitomi al compare Grawl Malcom e al giovane Andrexhumation ci siamo recati in quel di Cerignola per assistere alla kermesse che prevedeva, in ordine di apparizione: Narcosintesis, Motherly Sin, Kaosphere e Ingraved.
Aprono le danze i Narcosynthesis, in maniera un po monotona sinceramente, ma nel complesso accettabile. Un death metal molto indirizzato anche verso tendenze filoblack metal. Simpatica ma un po spenta la cover di “Phobia” dei Kreator.
Seguono a ruota i massicci e spaccaossa Motherly Sin; veramente dei macellai. Sicuramente una delle band col sound più potente della serata insieme agli Ingraved e non poteva essere altrimenti, di fronte a testate Hughes&Kettener da un lato e Marshall 5150 dall’altro con tanto di casse 4×12 e un bell’ampli cassa e testata Mark Bass. Insomma è vero che lo strumento non fa il musicista ma è anche vero che una buona strumentazione fa la differenza nel sound. Ottimo death metal con sterzate sul grind e sul thrash: una miscela assassina e devastante suonata con decisione e violenza.
Dopo l’effetto terremoto targato Motherly Sin è la volta di roba più raffinata e come avrete letto l’attributo raffinato non è scritto fra apici, perchè i Kaosphere si presentano con un sound death metal così raffinato e sperimentale che potrebbero tranquillamente suonare tanto al “Bang your head” quanto nel localino jazz fumoso. Il quintetto, affiatato e tecnico, propone infatti un death metal estremamente d’avanguardia, tanto che, al loro ascolto, vien voglia di ritirare fuori le copie impolverate di capolavori del genere tipo “Focus” dei Cynic o una bibbia del genere come “Unquestionable presence” degli Atheist. Parti serrate si incontrano con ritmi fusion e melodie pianistiche di gran gusto, insieme a growl vari e solos ben costruiti e mai pacchianamente tecnici. Basta questo ad interessare il mio collega Grawl Malcom, consumato ascoltatore di Necrophagist, Nile e altri soggetti similari.
Purtroppo ciò che ne è andata a perdere in mezzo a questo carnevale sonoro è stata la dinamica, la “botta” tipica del death metal, ma in compenso per gli amanti del death metal più avanguardista la botta è stata ascoltare l’operato dei cinque soggetti da manicomio rispondenti al nome Kaosphere.
Chiudono la serata gli Ingraved, fautori di un death metal monolitico e devastante, con il quale ci si è dilettato in sporadici headbanging e pogo vari. Massicci e cattivi gli Ingraved sono stati il miglior coronamento per una serata ben diversa dalle altre in cui l’unico metal che riusciamo a sentire è quello proveniente dagli impianti delle nostre macchine. Impegniamoci, gente, a fare qualcosa. Ce l’hanno fatta Cerignola, un paese, potremmo farcela anche noi che siamo una città.
Maurizio L’Episcopia