Torna lo show della Superclassifica di Raw & Wild! Sempre più compatta, la compagine cruda e selvaggia ha visto i suoi componenti sciorinare i loro Fantastici Cinque dell’anno appena trascorso, in ordine rigorosamente alfabetico per (quasi) tutti. Con una novità per qualcuno di loro: il “live dell’anno”! Pronti?
Agent of Steel
BLITZKRIEG – “Blitzkrieg”: i fasti del clamoroso “Theatre of the Damned” sono un po’ lontani, ma questi inglesi restano come il vino buono. Invecchiano molto ma molto bene.
BLOOD INCANTATION – “Absolute Elsewhere”: né qui, né ora… semplicemente, il sound del futuro.
CAVALERA – “Schizophrenia”: l’originale non si batte, ma il restyling non fa altro che confermarne la grandezza. Sia dei fratelli Cavalera che di Andread Kisser…
EXODUS – “British Disaster The Battle of ’89 (Live At The Astoria)”: la classe non è acqua, tantomeno lo sono gli scambi al fulmicotone dell’H-Team, riportati in vita in una gemma imperdibile.
GATECREEPER – “Dark Superstition”: meglio dal vivo che da studio, eppure in grado di riproporre alchimie micidiali tra la Stoccolma di allora e quella di ora…
Live: Sua Maestà Imperiale Yngwie J. Malmsteen!
Giovanni Clemente
A/ORATOS – “Ecclesia Gnostica”
SPACEMAN SIR. – “The Great Filter”
FARO – “Nu-Man”
GRIFFON – “De Republica”
MOTO ARMONICO – “Wondering Land”
Francesco Faniello
AYDRA – “Leave to Nowhere”: quando noi italiani affrontiamo col giusto spirito le imprese più ardue, non abbiamo nulla da invidiare alla scuola floridiana…
BLACK SABBATH – “Anno Domini 1989 – 1995”: giustizia è fatta per la favolosa “era Martin”!
BLAXFEMA – “Choice”: un grande ritorno con un disco di HC che è credibile ed efficace oggi così come lo sarebbe negli anni d’oro.
JUDAS PRIEST – “Invisible Shield”: il tempo passa per tutti, ma qui le lancette sembrano girare al contrario, con il secondo di due dischi clamorosi. Merito di Faulkner?
METHEDRINE – “No Solution, No Salvation”: thrash, HC o rock’n’roll? Perché scegliere, quando ci sono i Methedrine?
Live: i clamorosi ed eroici Vicious Rumors, tra l’altro supportati dai Crying Steel migliori di sempre…
Joker
HELLBUTCHER – “Hellbutcher”
NODE – “Canto VII”
OLD WAINDS – “Stormheart”
SEVERE TORTURE – “Torn from the Jaws of Death”
SKELETAL REMAINS – “Fragments of the Ageless”
Daniele Mugnai
BLOOD INCANTATION – “Absolute Elsewhere”: quando il death metal della Tampa Bay incontra il prog acido e alle volte melodico dei Pink Floyd tutto si illumina, tutto diventa buio, verso l’altrove e ancora, verso l’Oltre.
THE CURE – “Songs of a Lost World”: come quando si aspetta di andare a trovare la nonna: pranzetti, dolcezza, carezze, sentimenti e tanto amore.
KERRY KING – “From Hell I Rise”: quanto mancano gli Slayer? Tantissimo… l’antipatico guitar hero ci dà una pillola di thrash.
NILE – “The Underworld Awaits Us All”: il brutal death ha un solo nome… Nile. La loro saga sull’Egitto continua e continuano i loro capolavori.
PALLBEARER – “Mind Burns Alive”: album di una superiorità strabiliante, doom melodico con atmosfere malinconiche e struggenti.
Live: Filarmonica di Vienna 2024, Concerto di Capodanno, direttore d’orchestra Christian Thielemann. Immancabile, per me, incontro con la musica classica. Tanto avverso alle tematiche imperialistiche dei fratelli Strauss, quanto in totale dipendenza dalla loro musica e spettacolo a Vienna.
Francesco Rinaldi
SAXON – “Hell, Fire and Damnation”
BODY COUNT – “Merciless”
MESSIAH – “Christus Hypercubus”
MY DYING BRIDE – “A Mortal Binding”
200 STAB WOUNDS – “Manual Maniac Procedures”
Live: sicuramente il Frantic Fest e i Cynic su tutti, ma anche i bravi Uada
Manilla Raven
E ora… spazio al commento dell’annata 2024 a opera della nostra scoppiettante Manilla Raven. Potevamo mai aspettarci da lei un commento come gli altri? Direi di no, quindi… spazio alle sue parole, e poi non dite che non vi avevamo avvisato!
Ed eccoci giunti alla fine del 2024, anno che sicuramente ci ha regalato davvero uscite di tutto rispetto. Devo dire la verità: non è stato e non è facile costruire una Top5 e quindi individuare solo cinque album da mettere in classifica, ma mi sono fatta aiutare da alcuni criteri molto semplici per quanto dettati da una grande mia personale empatia.
E quindi eccovi la mia Top 5:
5° posto: AYDRA – “Leave to Nowhere”, fuori per la Rude Awakening Records: un grande ritorno in scena quest’anno per gli anconetani tra l’altro storici nella scena italiana, un disco aggressivo con riff violenti che si susseguono senza remore, sorretti da un songwriting ma soprattutto un concept assolutamente attuale visto che si parla a chiare linee del percorso devastante e crudele dell’emigrazione dai paesi libici. Ottima produzione, artwork curatissimo che merita assolutamente un posto nella mia classifica.
4° posto: KERES – “Homo Homini Lupus”, fuori per la Gruesome Records: anche qui premio non solo una ottima produzione e il fatto che la band sia italiana, ma soprattutto il concept dell’album, che racconta la più triste piaga dell’umanità e cioè l’uomo stesso, in grado di agire contro il prossimo per soddisfare i propri bisogni. Riff contorti, cupi, un death metal violento che non disdegna influenze black e anche piccole aperture. Quarto posto meritatissimo!
3° posto: SYK – “eartHFlesh”, fuori per la Season of Mist: un album death/black claustrofobico e inquietante quanto basta per lasciare l’ascoltatore senza fiato! Ottima la produzione con un suono profondo e ampio, un lavoro di transizione visto il cambio di line up della band che dimostra grande maturità e che ho deciso di premiare!!!
2° posto: NODE – “Canto VII”, fuori per la Nadir Music: anche loro italiani, anche loro storici, anche loro provati da numerosi cambi di lineup che però non hanno influito minimamente sulla loro produzione. “Canto VII” è un disco death che ha al suo interno delle aperture bellissime che sfociano nel prog più elegante e raffinato, un disco che si fa ascoltare tutto senza stancare mai. Anche qui il concept è di tutto rispetto, l’inferno dei nostri giorni dettati dal vuoto culturale, dal nulla, dalle atrocità di cui si macchia l’umanità, dalla perdita totale di contenuti e spessore! Non potevo non inserire in questa classifica questo disco, che vi consiglio di ascoltare!!!
1° posto: HIDEOUS DIVINITY – “Unextinct”, fuori per la Century Media Records: disco per cui vorrei spendere più di quattro righe ma che cerco di sintetizzare. In primis anche qui una produzione di altissimi livelli con una chiarezza del suono che non fa perdere nessun dettaglio, corposo e profondo. Band italiana che non ha nulla da invidiare alle proposte fuori dal nostro confine. Puro death metal tecnico dai riff taglienti e rallentamenti super ricercati , leggere sfumature black e in generale un lavoro, quello degli hideous “riconoscibile” e “personale” con grandi atmosfere e cambi di tempo che lo rendono un vero capolavoro , il utto racchiuso anche qui in un concept importante che indaga sull’ orrore, e prende spunto da ispirazioni cinematografiche quali l’epico “Nosferatu”. Insomma un primo posto meritatissimo!!!
Per quanto riguarda i live del 2024, metto sicuramente al primo posto il Frantic Fest 2024, per motivi ben precisi: un festival in centro Italia che ha toccato in tre giorni diverse sfumature dell’underground, dal death metal al black, passando per il progressive, il grindcore e finanche la performance elegante e onirica di una artista quale Lili Refrain; ambiente goliardico e familiare quello di Francavilla al Mare in Abruzzo che merita davvero di essere vissuto! Alla prossima!
Bene, per quest’anno è davvero tutto. La classifica di Raw & Wild torna (speriamo!) tra un annetto, dunque… non ci resta che augurarci che sia un 2025 di… rocka rolla per tutti voi! E a proposito di “Rocka Rolla”, beccatevi con molto piacere quest’ultimo video…