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METALLICA – For Whom the bell tolls (Live in Austin, Texas on February 3, 1989)

Prima che i metallica da “Load” in poi, diventassero vergognosa spazzatura (opinione personale liberamente contestabile), senza rispetto per i fan che hanno creduto e credono in loro erano una grandiosissima band che ha segnato la storia del rock, e momenti indimenticabili, per noi, in quegli anni, sbarbati metallari della prima ora.
Questo doppio cd, è un live bootleg, dei tempi d’incanto che furono.
Quando il nome Metallica, troneggiava e incuteva rispetto e timore assieme a quello di altre band di uguale spessore come Iron Maiden, Slayer e Megadeath. Avevo quindici anni quando comprai questo cd.
Assieme alle prime borchie che sfoggiavo con orgoglio, e risentendolo ora, in questo momento, provo le stesse dense sensazioni e adrenalina. Sarebbe stato bello esserci.

In Texas, ad ascoltare i cavalli di battaglia di un gruppo, allora veramente incredibile,
nel momento migliore i per Metallica e per il Metal.
Si incomincia con un’introduzione di Blackned. Veloce, spigliata rabbiosa.
Suono ben definito e gli strumenti che si sentono nel dettaglio.
Segue subito ”For Whom the Bell Tolls”, Urlo di battaglia.
In questo album è il pezzo colonna del live. Pomposa, con delle chitarre roboanti, il solo che sembra tagliare tutto il mondo intero a fette. Una batteria minimale ma incisiva imperversa come una locomotiva impazzita. James Hetfield sfoggia una grinta, una decisione e una leadership particolare. I pezzi di questi cd, sono quelli famosi “Sanatarium”, “One”, “Master of Puppets”.

La particolarità di questo album è che sono leggermente rivisitati. Pare però che le piccole variazioni che si sentono, siano frutto, di quello che Hetfield e compagni, sentono sul palco.
Il che rende la cosa più interessante. Ci sono alcuni minuti di dialogo con il pubblico.
Una serie di “Fuck!!” detti con una determinazione quasi ammirevole e qualche rutto, che conferma una certa visione della vita mai smentita quanto meno del tutto personale.(ovviamente è una battuta). Di certo non sono dei damerini, e neanche dei virtuosi strumentisti.

Ma il bello di questo doppio cd(Si fatica un po’ a trovarlo in circolazione ma ne vale la pena sbattersi a cercarlo), non sono le scale cromatiche, i cinque quarti o gli sbarlucichii Hollywoodiani. Il bello sta proprio nella loro grinta, nella comunicazione d’impatto che tanto li caratterizzava anche con il pubblico.E in una loro sincerità musicale oramai persa.
La pulizia del suono, e un certo gusto del tutto particolare Metallico tanto quanto i Metallica.
Visto che era così particolare e personale da non poterli scindere. Erano necessariamente e inevitabilmente una cosa sola. Suonare come i Metallica, voleva dire, suonare con uno stile.
Lo si nota particolarmente bene nei live, dove si notava subito che suonavano quello che avevano dentro, che erano veri.Concerti come questo, ha fatto scuola a tutti quelli che poi come me, hanno preso in mano uno strumento.

Impatto sonoro enorme, suono minimale, assoli brevi, decisi, non lenti ma anche non troppo assillanti. Voce graffiante.
Le chitarre “mitragliatrici” hanno comunque una certa velenosa aggressività ruggente che però non va mai a discapito della melodia. Il gruppo è composto da James Hetfield chitarra e voce, Kirk Hammet chitarra, Jason Newsted al basso, Lars Ulrich alla batteria.
Il suono come dicevo prima è distinto e benchè i pezzi siano omogenei, non manca una certa personalità ed un certo cuore nel far proprio il momento live e i brani che suonano.
Non mancano dei momenti chiave.
Come il breve ed intenso assolo di basso di Jason Newsted apprezzato tantissimo dai fan.
Qualche rivisitazione in chiave più “Cattiva” di gruppi come gli Iron Maiden, Pink Floyd, negli intervalli tra una canzone e l’altra.
Particolari non trascurabili per esempio sono gli stacchi.
L’assolo molto particolare e melodico di basso si introduce in maniera perfetta nell’arpeggio di chitarra di “Monster of Puppets”. Per quanto riguarda la batteria, il massimo turbine di letterale follia credo sia in “Battery”. Ovviamente. Non che gli altri vadano troppo sul leggero, ma chi imperversa e troneggia troneggiando a destra e sinistra qui è Ulrich. Eccoci in improvvisazioni già dette di pezzi altrui e di una singolare “La bamba”. Ecco.

In questo particolare momento, secondo me, si stavano divertendo come dei ragazzini alle prime armi. Almeno questo è quello che io personalmente percepisco.
Potrei andare avanti pagine e pagine, ma sarebbe inutile. Sappiamo tutti chi sono i Metallica.
Lo sanno anche i non metallari, e non è una coincidenza a mio avviso che si dicesse all’epoca “A me la musica metallica non piace” o cose di questo tipo. Per i non addetti il nome Metallica era così netto e indelebile, unire l’intero movimento metal, in tutti i suoi aspetti, a questo gruppo che indubbiamente ha dato un’enorme contributo a renderlo vivo ed interessante.
Per i metallari dei portavoce di rivoluzioni filosofiche e di affermazione.
Un bootleg da cercare, avere, assaporare, consumare e capire e amare sino alle viscere.
Perché la musica di fondo bisogna capirla, sentirla e viverla nel cervello, nel cuore e nello stomaco.
E i Metallica di quegli anni erano li per insegnarcelo.

Andrea di Carpegna

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