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Intervista ad ALBERTO SIMONINI dei CRYING STEEL

Prima di entrare nel vivo dell’intervista, mi sembra d’obbligo domandarti com’è andata al Bologna Metal Fest del 14 settembre scorso che vi ha visti protagonisti come headliner?

E’ stata una esperienza di quelle che capitano poche volte nella vita, prima del suonare è stato bello avere a che fare con una famiglia unita (i gruppi che hanno partecipato e le loro crew) che ha risposto al mio appello di unirsi nel nome di Bologna Metal City (il mio modo di chiamare la nostra piccola città), per smuovere dal torpore sia Bologna che l’Italia. Non sopportavo l’idea di tornare indietro negli anni 80, quando la rivalità fra i pochi gruppi era alta e le malelingue trovavano terreno fertile. Per il Bologna Metal Fest invece, sono state messe da parte le rivalità e tutto ciò che è negativo per poter vivere una giornata di solo metal e amicizia. Grazie a tutti.
Un grazie speciale va ai giornalisti che hanno partecipato.

Allora, spiegami come ha avuto origine questa quasi insperata reunion?

E’ stata una cosa assolutamente non pianificata visto che un bel giorno ho avuto questa idea e contemporaneamente ho anche pensato che la cosa fosse possibile. Ho contattato gli altri e, dopo qualche tentennamento di un nostro elemento, ci siamo trovati in un vecchio pub dove andavamo ai tempi, per ricominciare. Dapprima si era parlato di un concerto di reunion (mia idea) poi realizzato, ma si decise anche di aggiungere il prossimo capitolo della saga Crying Steel: un nuovo disco. Difficilmente riuscirei a descrivere le sensazioni che si provano a riesumare un dinosauro come il nostro gruppo. Potrebbe sembrare qualcosa di innaturale ma non è così! Chi vi dice che i dinosauri (veri) non torneranno mai?
Mi sento molto fortunato di poter vivere una simile esperienza.

Non so, ma mi sembra miracoloso pensare al nuovo coinvolgimento di Luca Bonzagni (voce), Luca Ferri (batteria) ed Angelo Franchini (basso), che in tutti questi anni sono stati inattivi o comunque lontani dalle scene al contrario di te e Franco Nipoti?

Forse a me lo sembra meno perchè ho sempre saputo qualcosa di loro, anche se non li frequentavo. Tirando le somme risulta chiaro che sia per me che per gli altri membri del gruppo le migliori musiche le abbiamo realizzate insieme. E questa è la più forte colla del mondo, soprattutto se musicalmente non si è fatto molto altro. Arriva un momento nella vita in cui si guarda a quello che si è seminato, e in quel momento nulla sfugge ad un giudizio serio. Quando ho proposto la reunion pensavo anche a questo: “O adesso o mai più!” Perchè la coerenza è importante, non farei mai una reunion se manca anche un solo elemento! Potrei al limite fare solo un concerto definito come “tribute night”, a proposito, un in bocca al lupo a tutte le vecchie bands che vorrebbero riformarsi.

Con quali prerogative e come dobbiamo inquadrare una band che si riaffaccia, per così dire, direttamente dagli anni ’80?

Intelligente domanda, penso spesso a questo e sono giunto ad una conclusione: i Crying Steel non sono in corsa come gli altri gruppi, e neanche condividono la piazza con i gruppi odierni. E’ come se noi vivessimo ancora negli anni ’80… per cui e’ come se oggi il gruppo si fosse appena scongelato, mantenendo lo spirito di allora in tutto e per tutto. Non credo che i miglioramenti tecnici ecc. del 2003 possano cambiare di molto il nostro sound. Abbiamo una responsabilità e cioè quella di mantenere la nostra entità primordiale; ciò comporta il non integrarsi nella scena metal odierna. Questo può sembrare un sacrificio ma è solo il dovere di mantenere i piedi per terra e non illudersi di essere quello che non si è. La reunion non si propone di cambiare nulla se non migliorare i suoni e la resa della band, per il resto manterremo l’esatta formula di questo dinosauro del passato.

Quindi quale sarà il futuro per i Crying Steel?

Stiamo lavorando con calma alla composizione dei nuovi brani. Prima o poi ne avremo abbastanza per poter dire di avere in mano il nuovo disco dei Crying Steel. Ovviamente stiamo già eseguendo una rigorosa selezione per poter proporre solo materiale genuino e non falsato da tutte le influenze che abbiamo acquisito negli anni. Stiamo già cercando contatti con etichette e promoters, chi e’ interessato può scrivermi: simonini@hotmail.com
Speriamo che il disco possa uscire e rendere giustizia a 14 anni di inattività!
Seguiranno alcuni concerti, meglio se pochi ma buoni, per noi non essere presi dalla “frenesia musicale” è una grande cosa.

E’ da escludere a priori la possibilità di rivedere ristampati i vostri due precedenti lavori?

Per quanto riguarda il mini-lp la cosa è difficile, visto che il multitraccia non è ancora reperibile ma non disperiamo per il futuro. Per “On The Prowl” la cosa e’ molto più probabile dato che abbiamo il multitraccia originale. Potremmo decidere addirittura di “rimirarlo” o di farlo uscire in due versioni: una remix ed una completamente originale. Tutto ciò potrà accadere solo dopo la nostra nuova uscita ed in caso non vi siano controversie.

Facendo un bel passo indietro nel tempo, com’era lo stato d’animo all’interno della band alla vigilia della pubblicazione di “On The Prowl” e avreste mai immaginato che tale album potesse entrare di diritto nella Storia del metal tricolore oltre a voi come band di culto?

Per come avevamo registrato “On The Prowl” il risultato sicuramente superò le aspettative e all’interno della band c’erano gran fermento ed entusiasmo. Pensavamo di aver ottenuto dei suoni più potenti e puliti di altre uscite italiane, sia per il mixaggio che per la stampa su cd. Credo che “On the Prowl” sia stato il primo disco di metal italiano uscito in digitale. Non immaginavamo però di avere tali riconoscimenti dei quali siamo infinitamente orgogliosi. Un culto lo abbiamo anche noi però: si tratta di voi che vi accanite contro mode, music business ecc… per mandare avanti il metal in questo mondo che lo vuole tenere al di fuori delle cose importanti.

Sempre a proposito di “On The Prowl”, se non ricordo male il brano “Fly Away” conteneva un testo dal particolare significato. Oggi, con il vostro come-back, esso potrebbe rispecchiare un pò la vostra storia?

Certamente le parole di quel testo suonano particolari oggi. Nessuno può sapere quello che succede al di sopra delle nostre teste. La storia della vita umana è qualcosa di troppo grande per poterne Comprendere tutti gli aspetti.
Resta il fatto che volare via (Fly Away) è quello che veramente ci è successo: siamo volati via a dispetto di quel giornalista di Kerrang che all’epoca ci volle stroncare, ma ora siamo tornati e lui chissà dov’è. E’ una dimostrazione del fatto che il metal è ben di più che un semplice genere musicale. Testo mistico, musicalmente non e’ il pezzo più bello ma lo teniamo sempre d’occhio, visto che ci è molto caro.

Come valuti l’attuale stato di salute del metal in Italia e all’estero?

Sono rimasto quasi sempre collegato al movimento metal e posso dire senza ombra di dubbio che il metal negli ultimi 10 anni ha perso una parte di musicalità (vedi growl voices & semplicità armonica) per sostituirla con rumore, potenza e cattiveria. Questo è ok visto che il mondo è sempre più cattivo e difficile da vivere ma si rischia di fare diventare il metal un genere afono, che perde cultura allontanandosi dal pur vecchio mondo delle 12 note. Esiste una soluzione?
Per me si, ed è il non allontanarsi troppo dalla musica senza però affievolire le componenti di rumore, potenza e cattiveria. Particolare attenzione va posta agli estremismi che risultano nella lunga distanza inutili e accantonabili.
Attraverso il metal l’uomo esprime una serie di emozioni e concetti che non possono dimenticare la musica fatta di note come veicolo primario

In conclusione, che messaggio vuoi lasciare ai fans di vecchia data e non?

Per i vecchi fans: se siete pochi o molti non importa, la reunion 2003 dei Crying Steel è dedicata proprio a voi!!! Per i nuovi fans: state certi che il vecchio metal non smetterà mai di illuminare la vostra strada!!!

Roberto Pasqua

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