Chi ricorda il leader della cult band inglese nata agli albori della N.W.O.B.H.M. e poi chiamato a sostituire addirittura il dimissionario Cronos nei leggendari Venom? In questa lunga intervista Mr. Dolan ci racconta del suo passato, della sua nuova ed eccitante carriera cinematografica (importante ruolo in “Master and Commander”, film vincitore di due premi Oscar) e dellï’nteressante possibile ritorno dei suoi Atomkraft!
Dopo molti anni di silenzio, incredibilmente, torniamo a parlare degli Atomkraft. La prima cosa che ci sarebbe da chiederti è se si tratta in effetti di una vera e propria reunion?
Beh, una reunion? Mmh, direi una fattispecie di reunion, ma non comunque nel modo in cui mi auguravo! Il mio originario chitarrista, ad esempio, al momento è occupato come capo carpentiere in teatro e per quel che ne so non suonerà ancora per un bel pò di tempo. Poi, il chitarrista che apparve sul vinile è ora un musicista di strada ed anche lui in un certo qual modo non si sente pronto per tornare a suonare ancora a certi livelli. Il cantante potrebbe essere disponibile anche se attualmente fa il macellaio ed è fuori dalle scene da lungo tempo. Il batterista originario fa il fotografo e si può dire che non suona più il suo strumento, mentre il batterista che apparve sulle nostre produzioni, ha oggi una propria label e anche e non suona più da molto tempo. In considerazione di ciò, sulla reunion decisi che fosse in tutti i modi una cattiva idea anche perchè sembra che io sia stato il solo che abbia continuato nell’attività di musicista. Mi è stato chiesto tuttavia se volessi prepararmi ad uscire fuori con una nuova band, così oggi sono nel bel mezzo della registrazione di un nuovo album che vedrà la luce per l’estate del 2005, mantenendo però il moniker Atomkraft. Avrà un nuovo batterista che si chiama Basty che proviene dai Sevenchurch ed un nuovo chitarrista chiamato Payre proveniente dalle bands Viperine e Hunter/Killer. Effettivamente ci sarà così comunque un membro originale della band originaria. Poi penseremo ad esibirci con del materiale inedito che sarà presente sul nuovo album, il quale ripeto, uscirà nel 2005. Oggi intanto viene realizzata la nostra antologia e in più avremo un dvd contenente due concerti e qualche intervista e inoltre verrà pubblicato un doppio album con i lavori mai più usciti sul mercato, ossia Atomized e un live. Con gli Atomkraft saremo in tour nel 2005, toccherà Stati Uniti, Sud America, Italia e Spagna.
Cosa contiene l’antologia?
L’antologia contiene tutte le registrazioni ufficiali edite dalla Neat, includente anche i due pezzi originali “Demolition” e “Funeral Pyre” cantatei dal sottoscritto. Come extra troviamo poi anche la traccia “Your Mentor” che comparve la prima volta su una cassetta Neat intitolata Powertrax e due tracce live di livello amatoriale risalenti al tour del 1987. E’ stato inserito il demo del 1983 Total Metal/Death Valley, di cui mi ricordo il simpatico aneddoto di quando scambiammo il demo con i Metallica che a quell’epoca tentavano di accasarsi alla Neat e successivamente rifiutati dalla stessa, chissà come se ne saranno pentiti poi!!!
Infine nell’antologia ho messo due tracce inedite che dovevano andare a completare l’ultimo album mai realizzato Atomized, “Annihilate The Bride” e “Dance Of The Immortals”.
Sicuramente per molta gente gli Atomkraft sono poco conosciuti, per altri invece, essi sono una vera cult band?
Puoi ripercorrere un pò la storia della band dai primi giorni ad oggi? Beh, questa domanda richiederebbe una lunga risposta, quindi cercherò di riassumere il tutto, in ogni modo, tutti possono andare sul mio sito web tonydolan.net per trovarvi una più dettagliata versione della storia. Tutto è cominciato negli anni settanta, dove io e un mio vecchio amico d’infanzia, apprezzavamo più o meno la stessa musica. Io in verità ero più orientato verso il punk, mentre egli era più per il rock tradizionale di quei anni; scoperti i Motorhead successivamente, diciamo che la nostra vita cambiò, ovviamente nel modo di vedere la musica.Nel corso del tempo, arrivò la N.W.O.B.H.M. con tutte quelle bands che era un piacere andare a vedere e di conseguenza in noi cresceva sempre più la voglia di farci coinvolgere da questa nuova passione. Un giorno soleggiato, d’impulso, mentre stavamo passeggiando nel centro di Newcastle, cominciammo quasi per scherzo a canticchiare e ad imitare parti di chitarra e batteria in modo del tutto improvvisato; quello fu evidentemente il momento in cui ci venne l’idea di imparare a suonare e mettere su una band. Ricordo che il fratello di questo mio amico aveva una chitarra ed un basso dove comunque potevamo iniziare a creare qualcosa, ma oltre al fatto che erano entrambi strumenti un pò scadenti, c’era la questione che il mio amico si era impuntato sul fatto di voler suonare la batteria, che ovviamente non c’era e costava troppo e che del basso non ne voleva sapere, così, dopo qualche tentativo da parte mia per convincerlo, mi dovetti accontentare del ruolo di bassista. La nostra prima intenzione era quella di comporre del classico heavy metal ed in effetti i primissimi pezzi, seppure fossero di bassa qualità, anzi diciamo pure che facevano schifo, col tempo e con lo studio andarono meglio. Sicuramente in quelle canzoni tuttavia, vi era la mia influenza punk che conservo suppongo ancora oggi. All’epoca ricordo che era difficile per me comporre un brano heavy metal ed è divertente se penso che oggi nel mio studio scrivo musiche per tv o per film in un giorno solo! Con l’ingresso di un batterista in formazione, l’embrione degli Atomkraft era nato ed era pronto già per le prime esibizioni, che non tardarono ad aumentare così come aumentava l’esperienza in noi. Tra il1979 ed il 1983, sempre come trio, registrammo parecchio materiale, ma per arrivare ai veri Atomkraft, dobbiamo arrivare al 1985, anno del nostro debutto ufficiale: l’album “Future Warriors”. Ora potrai essere indotto a pensare che nell’arco di tempo che va dal ’79 all’85 abbiamo fatto girare i nostri demo o almeno abbiamo cercato di avvicinarci a qualche casa discografica, ma non è stato così. Prima dell’accordo con la Neat del 1985, non abbiamo mandato niente a nessuno, ne tanto meno abbiamo lasciato che qualcuno ascoltasse il nostro materiale. Non abbiamo fatto i preziosi a riguardo, ma la questione era legata al fatto che effettivamente non sapevamo a chi e dove mandare i nastri e come gestire questo tipo di cose. A quel tempo eravamo noi a gestire noi stessi e non era una cosa facile, ma in fondo è ancora il modo in cui lavoro io oggi. Poi devi pensare che all’interno del gruppo l’equilibrio non era perfetto: come aneddoto ti posso raccontare ad esempio che nel 1983 il nostro chitarrista ci lasciò per andare a suonare nella band della sua ragazza, sai le solite storie d’amore che interferiscono nei rapporti tra amici.
A quel punto poi, destino volle che io mi trasferii in Canada quello stesso anno, per essere successivamente raggiunto dal batterista e così poter riformare gli Atomkraft con una quasi nuova formazione, ma non era più la stessa cosa. Tornato in Inghilterra nel 1984, ritentai l’operazione di riformare la band. Trovai quindi un nuovo batterista proveniente dai Tysondog e un giovane chitarrista di appena sedici anni che per ovvie ragioni non aveva fatto alcuna esperienza seria. Dopo qualche prova, cominciammo subito a buttare giù i pezzi che andarono a costituire il demo Pour The Metal In, comprendente oltre alla title track, “Burn In Hell” e “Carousel”. Di lì a poco arrivò il contratto per la Neat e la pubblicazione del già citato Future Warriors. Una volta finito il disco, partimmo per un tour europeo con i Venom e gli Exodus per poi apprestarci alla registrazione dell’ep Your Mentor, ma al momento della sua pubblicazione ci fu una situazione di frizione tra noi ed il management e come conseguenza, tra me e gli altri ragazzi della band, portando tutto questo alla mia decisione di abbandonare tutto. Se loro continuarono l’attività sostituendomi con un nuovo cantante ed un nuovo bassista (pubblicando due soli brani “Queen Of Death” e “Protector”) e scendendo ai compromessi della Neat, io di contro mi organizzai da solo, scrivendo materiale per un nuovo album e trovando un accordo con la Whiplash rec. Come era prevedibile inoltre, la Neat e il manager dei Venom si presero premura di mettermi il bastone tra le ruote affinchè io non intralciassi con il mio imminente album la strada degli Atomkraft. Ma il giorno in cui gli Atomkraft, senza materiale pronto e alle soglie contrattuali per un nuovo album, i ragazzi vennero a bussare alla mia porta. Avrei dovuto negare loro il mio aiuto, ma in fondo sentivo che gli Atomkraft erano ancora parte di me. Proposi loro il materiale che intanto avevo scritto e così uscì Conductors Of Noize, con la novità di prendere un nuovo cantante. A supporto dell’album partecipammo a diversi festival e anche una tournee assieme a Nuclear Assault e Agent Steel oltre alla incredibile realizzazione video del nostro show all’Hammersmith Odeon. Atomized sarebbe dovuto essere il successivo passo per la band, ma a quel punto vennero fuori nuovamente i problemi con la Neat, non offrendoci il supporto adeguato e non pagandoci. Elemosinavamo ad ogni tour perchè il budget era sempre contenuto. La nostra promozione ed il supporto che ci vennero offerti furono tra i peggiori e le cose stavano andando sempre peggio: facevamo meglio da noi. I nostri dischi non stavano certo andando nella direzione giusta. Al completamento delle registrazioni di Atomized, andammo in tournee con i Nasty Savage ed gli Exumer, quando ritornammo in Inghilterra decidemmo per un’altra etichetta, ma tutto era ormai compromesso. Il cantante si trasferì fuori città ed io mi unii ai Venom. Gli Atomkraft si fermarono!
Atomkraft era assolutamente un tuo progetto, ma riesci ad individuare dei pregi e dei difetti in esso? E può essere vero che è mancata un pò di fortuna a questa band?
Si! Potrebbe essere che sia stato così, e ciò che ci è mancata un pò di fortuna, ma può anche darsi che abbiamo avuto all’epoca una etichetta non adeguata alle nostre esigenze o che abbiamo avuto solo un breve periodo di attività la Neat, come ho detto, non ha mai avuto un grande interesse verso di noi già dopo la firma del contratto. Nonostante ci fossero i Venom nel proprio rooster, il mio istinto mi diceva che era tutto un flop. Ed in effetti furono dei manager terribili e ci usarono solo per fare soldi in modo insospettato. Giusto per raccontarti un aneddoto ti potrei dire che non ci fecero alcuna t-shirt, l’unica occasione risale grazie al manager degli Exumer!!! Gli Atomkraft sono nati da un’idea molto ben definita e che non ha modificato le nostre personalità e pensai di portare avanti questo progetto per quello che poi è durato. Eravamo un gruppo affiatato dove ci siamo divertiti molto nei tours e in ogni situazione. Se fossimo stati in cinque o in tre, ci saremmo divertiti sempre e non ci saremmo presi quasi mai sul serio. Questo era lo spirito degli Atomkraft. Potevamo avere altre etichette più serie? Senza dubbio! Potevamo fare meglio? Si! Potevamo avere una migliore distribuzione? Si! E così via, questa è la storia. E’ stato grandioso far parte degli Atomkraft? Sicuramente! Abbiamo fatto un qualcosa di cui esserne fieri? Si! Può significare tutto per me? Decisamente si! Queste possono essere le mie conclusioni a riguardo.
Prima hai citato i Venom, ed in effetti non si può non parlare di loro. Che ricordi hai di quel periodo passato con Mantas e Abaddon?
Prima lasciami dire che far parte e quindi suonare nei Venom è stato incredibilmente fantastico, sia in studio che dal vivo! E’ stato un onore per me come lo sarebbe stato per qualsiasi fan della musica. C’è da dire che i Venom dopo l’esclusione di Cronos, si trovarono in difficoltà, perdendo molti soldi e Abaddon e Erik Cook cercarono di raddrizzare la situazione ripiegando su di me. Da parte mia potevo dire che di Abaddon era ed è una persona che mi piace molto e stimo e di Jeff ti basta sapere che gli ho fatto da testimone quando si sposò, quindi alla loro chiamata accettai senza esitazioni. Tuttavia l’essere stato con loro è stato bello ma ha avuto anche il suo aspetto negativo! Ad esempio, avremmo dovuto migliorare un pò tutta la gestione o aver fatto spettacoli di portata maggiore rispetto a quello che ne sono venuti. In effetti alcuni piani a riguardo, erano stati già presi poco prima del mio ingresso in formazione da Jeff, il quale era consapevole che con il sottoscritto chiamato a sostituire Cronos, la band sarebbe stata diversa. Per quanto riguarda il songwriting invece, noi tre non abbiamo mai lavorato veramente insieme, ma ci siamo limitati a consigli reciproci, quindi non si può dire che il lavoro svolto sia stato frutto di un lavoro di gruppo. Altro fattore scomodo era che ben presto mi accorsi che i soldi che ci spettavano, si fermavano quasi sempre nelle mani dei manager, cosa che mi sorprese molto considerando che i Venom anni addietro lasciarono la Neat per le stesse medesime ragioni. Roba da non crederci. Se avessimo avuto un management migliore, forse le cose sarebbero andate meglio.
Per molto tempo la gente mi biasimò per non aver portato i Venom verso un cambiamento di suoni o verso lidi musicali diversi, ma questo non era un mio compito, dico ora sfortunatamente; anzi fui l’unico che cercò di riportare i Venom indietro, verso ciò che amavo di loro, ma tutto questo è risultato un tentativo fallito. Il “rilancio” della band non fu affatto facile, infatti non tutti sanno che Jeff era alquanto scettico di voler continuare a portare avanti il progetto Venom e tornò solo dopo molte persuasioni da parte di Abaddon ed Erik Cook ed aver ascoltato alcune tracce composte da me per l’album Prime Evil e poi c’ero io e di me si fidava. Il modo di apparire, gli show che facemmo, le cover versions, ecc., fu tutto in realtà “manipolato” dalla Music For Nations e questo fu anche il motivo per cui andai via dalla band. E’ stato dichiarato da qualche parte che io lasciai i Venom per via delle relazioni sataniche. La notizia apparve sulla rivista Kerrang che intervistò qualcuno che si spacciò per me dichiarando che il motivo dello spit era dovuto dai componenti dei Venom che erano satanisti. Mi occupai personalmente nel far smentire tale notizia sul successivo numero, che credo alcuni se lo siano perso.
Tu conoscevi bene Mantas, Abaddon e Cronos ancor prima di entrare nei Venom. Secondo te, chi era il più “crazier fucking head” della line up originale?
Ah! Ah! Ah! Domanda divertente, dovrei quindi riassumerli tutti e tre.
Mantas: il più pericoloso “fisicamente”. Un tipo abbastanza tranquillo, amichevole e cordiale con i fans così come appare nella sua vita privata, ma che ha un temperamento altrettanto forte e deciso da istruttore di arti marziali (e lui lo è veramente!!). Egli non è certamente il pazzo dei tre.
Abaddon: la rockstar consumata! Beve le sue bottiglie di Jack Daniels, indossa le sue rigorose maglie bianche molto casual e i sui stivali da cowboy. Come batterista è alquanto scarso e non ha avuto mai esperienze importanti se non quella nei Venom, ma ha un carisma sorprendente. Personalmente non ho mai visto nessun altro che si comporta così come fa lui. Neanche lui lo possiamo considerare il pazzo del gruppo.
Cronos: non è il più grande bassista del mondo, ma al tempo stesso è il più grande. Lo so che potrebbe essere divertente e strano fare questo tipo di affermazioni, ma è così. Pensa ad esempio bassisti come Lemmy, Shmier, Tom Angelripper, Billy Sheenan, Flea, Geddy Lee, ecc… capito il senso? Un frontman fino all’osso. E’ un grande ed ha molta capacità in questo senso. Lui è sicuramente il più “crazier fucking head”.
Come giudichi oggi “Prime Evil”, “Temples Of Ice” e “Wastelands”?
Penso che Prime Evil sia un album “forte”, un vero album dei Venom. Adoro quasi tutti i brani e la produzione, anche se devo dire che non è privo di ombre; ad esempio non mi piace “Skeletal Dance” (escludendo l’intro) e “Harder Than Ever” che è una canzone valida, buona da suonare, ma è un pò goffa per essere riconosciuta come “vera” song dei Venom. Potrei sbagliarmi, ma questa è la mia verità ed è ciò che penso.
Temple Of Ice? A dire il vero ho preso il titolo da un verso del singolo “Nightmare” dei Venom e questo è un piccolo segreto che nessuno è riuscito a sapere eccetto la band. Per questo album coloro che erano al di sopra di noi, decisero di puntare sul fare più soldi possibile risparmiando un pò su tutto, così mandato via il precedente produttore (la produzione fu affidata al tecnico del suono e a Abaddon), il risultato fu deludente. Penso ci siano forse due o tre buone canzoni e non di più. Di quelle due o tre, ne sto rifacendo una che merita sicuramente una produzione migliore ed ho intenzione di usarla come bonus extra per il nuovo album, così potrei dimostrare finalmente la qualità di quel pezzo. Direi che non è un vero album dei Venom. The Wastelands? Anche questo non lo posso ritenere un vero album dei Venom. Manca di energia proprio come Temples Of Ice, anche se a mio parere ci sono tracce migliori rispetto ad esso. Ricordo che le parti di tastiera furono registrate da un amico di Abaddon ad insaputa mia e di Jeff (Mantas), comunque anche il mio vecchio chitarrista apparve come ospite senza che io mi consultassi con Jeff e di questo me ne pento ancora oggi, tuttavia all’epoca ero anche consapevole che le cose nella band stessero giungendo al termine, per questo non mi preoccupai molto ad agire in quel modo. Produzione a parte, mettemmo su del materiale davvero buono, ma ben lontano da quello che erano e dovevano essere i Venom. L’album nel complesso mi piace.
Dopo la tua esperienza con i Venom, perchè non sei riuscito subito a tornare sugli Atomkraft per registrare “Atomized”?
Penso sia stato soprattutto per una questione di soldi e per gli affari che mi sono andati male in quel periodo e ne ho avuti abbastanza. Mi trasferii a Londra e mi sistemai con i miei fratelli con un’attività. Ho solamente voluto lasciare alle spalle l’intero disordine creato a Newcastle! Ormai non mi curavo più dei Venom, degli Atomkraft e di qualsiasi cosa che sia stata connessa a loro. Cominciai a produrre e a scrivere per altri musicisti, scrivere musica per film e televisione e successivamente diventai un attore legittimo! Avevo bisogno di far passare del tempo per sentire la mancanza di ciò che desiderassi!
Parliamo un pò della tua attività come attore. In che modo, ti sei trovato nell’ambiente cinematografico?
Bene, lavorai per una compagnia teatrale per molti anni come assistente e mentre stavamo facendo un tour in India, per un’esibizione teatrale, uno del cast si ammalò e lo show fu di conseguenza nei casini, poiche non avevano abbastanza persone per ricoprire quel ruolo. Mi fu chiesto se l’avessi saputo rimpiazzare e feci proprio questo, accettando la proposta. Una volta che lo spettacolo riprese e si concluse, ritornai in Inghilterra mentre il direttore di quella stessa compagnia mi invitò a proseguire dei lavori di assistenza per lui al teatro Young Vic di Londra. In seguito a questi lavori di assistenza, conobbi un agente e da lì in poi iniziò il tutto; feci qualche lavoro in TV e qualche ruolo in teatro per poi ricevere fortunatamente offerte di partecipazioni a ruoli di maggiore importanza. In questo caso qualche agente di casting deve avermi notato e quindi mi fu data la possibilità di fare un provino per essere successivamente selezionato per i ruoli.
Cosa hai provato quando ti è arrivata la notizia che eri stato scelto per il cast di Master And Commander?
Meravigliosamente sorpreso! All’epoca stavo lavorando per la Royal Shakespeare Company e mi fu chiesto dal mio agente di andare ad incontrare una direttrice di casting alla periferia di Londra. Lei si dimostrò subito cortese e simpatica nel parlarmi di questo libro “sul mare”. Mi informò comunque che il film avrebbe comportato un lungo periodo di gestazione, infatti molte ed importanti riprese sarebbero dovute avvenire in Messico nell’arco di cinque mesi. Inoltre mi mise a conoscenza che il film sarebbe uscito per la 20th Century Fox e vi avrebbero partecipato diverse star hollywoodiane. Dopo quattro settimane incontrai Peter Weir, il regista, che conoscevo di fama poichè aveva diretto in passato “The Truman Show”, “Witness”, “Piknic At Hanging Rock”, ecc. e solo allora mi resi conto che cogliere questa occasione sarebbe stata la mia fortuna!
Dopo un colloquio in cui gli ho illustrato le mie esperienze sul campo, mi chiese di improvvisare qualche parte, dopo di che, si complimentò e ci salutammo. L’incontro con Weir tuttavia, mi fece pensare di aver fatto la peggiore audizione di sempre, forse anche complice l’emozione e quindi di aver buttato all’aria l’opportunità della mia vita. Intanto stavo girando un altro spettacolo sul musical dei Queen “We Will Rock You” e rimasi zitto con tutti sulla vicenda. Dopo ormai sei settimane circa, dimenticai l’incontro con Weir (e le speranze) anche perchè di solito con questi tipi di staff, se non hai notizie nelle prime due settimane, significa che il lavoro è andato a farsi fottere! E’ accaduto quindi, il giorno prima di andare a firmare il contratto di un anno con il Queen show, di ricevere una telefonata. Avevo un ruolo nel film! A quel punto già pensavo, cinque mesi in Messico, un sacco di soldi e poi la sorpresa nel scoprire Russel Crowe l’attore principale, stavo quasi per impazzire di gioia! Chiamai tutti quelli che mi conoscevano per dare loro la notizia, ma nessuno mi credeva, anche se si dovettero ricredere quando ho avuto il contratto tra le mani Ebbi successivamente cinque settimane di tempo prima di partire per il Messico per capire e studiare la mia parte. Tutto fu sorprendente per me!
Immagino che per te sia stato difficile lavorare per un film come “Master”, che però ha ti ha ripagato nei tanti riconoscimenti che esso ha poi ricevuto.
Si, è stato in parte difficile girare questo film, naturalmente, ma d’altronde non avevo niente da perdere perchè non avevo niente su cui poter fare il paragone con le cose che avevo fatto in passato, quindi posso dire che fu anche facile per me; nulla da potermi lamentare a riguardo. Ebbi in quella circostanza molte agevolazioni e un bel pò di soldi per vivere bene. Tutte queste situazioni per me sorprendenti, facevano parte del fatto che ero nel cast. Fare questo film per molti aspetti per me ha ancora dell’incredibile. Lavorare e socializzare con Russel è stato grande e siamo ancora in contatto. Il direttore Peter Weir, poi, è un genio! Paul Bettany è stato fantastico ed il cast nel suo insieme è stato ed è un grande gruppo. Ho imparato così tanto come attore e come persona su Master And Commander e me lo porterò dietro per tutta la vita.
Che effetto ti ha fatto rivedere il film a lavoro ultimato?
Ero in soggezione! Sono stato fortunato ad essere invitato alla prima del film a Los Angeles. Ci sono andato con un collega del cast. Dopo tre giorni ci venne a prendere all’hotel una limousine che ci portò dove si proiettava il film; immagina, rincontrare i membri del cast (anche se non tutti), un tappeto rosso steso all’ingresso del cinema e tutta la gente accorsa che salutava entusiasta, una sensazione davvero strana e nuova per me. A guardare il film poi le sensazioni che provi sono ancora diverse, perchè sei consapevole di come è stato realmente fatto, con tutti i suoi retroscena; inoltre è strano vedere per la prima volta il film interamente montato ed osservare i vari personaggi che sono stati interpretati dagli attori, che ovviamente sono lontani dalla realtà. Poi ci se tu, e ti chiedi se farai una buona impressione, se sarai stato un cane di attore o se avranno tagliato qualche tua parte. Fortunatamente del mio ruolo è stato tagliato poco o nulla e inoltre ho poi saputo che sono piaciuto molto a Peter Weir ed ai produttori. Non andai bene solo in una scena, che poi è stata la prima che girai io e Russel da soli. Mi prese l’ansia e lo feci presente allo stesso Russel e a Peter, ma loro saggiamente mi dissero: Non giudicare e non dare mai troppo peso a questi errori, che poi sono sciocchezze, sii solo fiducioso, perchè se hai lavorato duramente e hai messo tutto te stesso in ciò che hai fatto, quello che otterrai sarà il massimo!
Cosa ne pensi di Russel Crowe come attore e come persona?
Come attore? Sorprendente! Conosce la sua arte ed è un incallito professionista. Osserva tutto sul set ed è al corrente di ogni cosa. Sa come ci si lavora sulla camera da presa e sarà un grande direttore. Spero di poter lavorare ancora una volta con lui molto presto. Come persona? Abbiamo la stessa età ed abbiamo molte cose in comune. E’ generoso e complesso, talentuoso e soprattutto è una persona come tutti noi. Hollywood cerca di dipingere questa figura come ha fatto Colin Farrell in Hellraiser. Sono semplicemente due persone a cui piace divertirsi e perchè no?! Come non dare loro ragione? Ha solamente il fatto che Hollywood ha un’immagine e provano con tutte le forze per rispecchiarsi in loro. Persone come Russel e Colin mostrano Hollywood per quello che attualmente è, e questo è il reale motivo per cui cercano di sembrare come se fossero gli unici a contraddistinguersi. Cazzo! Un pò come i Motley Crue che venivano da Los Angeles e con tutti i loro vizi, droghe, ragazze, ecc…
Non hai mai pensato che molte “metal girls” possano aver visto il film più per te che per Russel Crowe?
Ha! Ha! Ha! Bene, non credo sia possibile attualmente. Il lato prettamente “metal” è di secondo piano in ogni modo. Direi mia madre e le mie sorelle perchè comunque io ci lavoravo e non perchè ci lavorava Russel. A loro piace la mia musica che è il metal e così penso che essi hanno avuto modo di apprezzare entrambi gli aspetti film/metal, ovviamente rispondendo in merito alla tua domanda. Ha! Ha! Ha!
Ti ritieni soddisfatto di aver interpretato il ruolo di Mr. Lamb?
Assolutamente. Se la 21th Century Fox decidesse di farne un seguito, Mr. Lamb apparirebbe sicuramente e questo sarebbe molto entusiasmante per me. Adoro Mr. Lamb. Egli è una grande parte di me ora. Una personalità molto simile alla mia, abbastanza forte, molto laboriosa ed è un operaio come lo ero io. Suppongo che io sia Mr. Lamb e che lui sia me! Naturalmente, sarebbe stato bello poter aver avuto la possibilità fare qualcosa di più con Mr. Lamb in Master And Commander, ma ciò che fu richiesto, fu esattamente coerente con la storia e così è la questione. Direi di essere stato convincente riguardo al ruolo del film e di come mi sono relazionato col personaggio.
In quale genere di film preferiresti lavorare?
Mi piace ogni tipo di film e in ogni cosa che faccio ho bisogno di trovare un qualcosa con cui mi possa mettere alla prova, così più è difficile il ruolo e più mi piace. Il mio primo amore è comunque il teatro e William Shakespeare. Se ci fosse una qualsiasi proposta in tal senso, preferirei sempre lavorare sul teatro, non c’è dubbio. Sarebbe fantastico per me.
Musica e cinema: ma quale è per te la maggiore passione?
Entrambi! Cosa posso dire? La musica è la mia anima. E’ stata sempre lì per me e non mi ha mai abbandonato e mai lo farò! Mi piace recitare ed è una mia passione. Entrambi mi danno enormi soddisfazioni differenti tra loro. Entrambi sono dei mezzi creativi. Devi sapere che sono anche un fumettista e nonostante ciò non ho fatto nulla in questo campo e non ho fatto realmente niente per molto tempo, eccetto sai, quando si creano quelle situazioni familiari come a Natale, che prendi carta e penna e disegni qualcosa di simpatico. Credo di essere la tipica persona, e di questo sono sicuro di non esserne l’unico, che ama ogni cosa che sia creativo!
Ti piacerebbe ricevere più un riconoscimento alla carriera come musicista o come attore?
Attualmente non ho pensato a questo. Avrei preferito aver avuto più persone che siano state in grado di apprezzare la mia musica. Per quanto riguarda il cinema e la tv la questione è differente. Tu puoi fare un piccolo ruolo ed essere visto da migliaia di persone o nel caso di Judge Dredd e Master And Commander da milioni di persone; comunque la musica gira tutto intorno alla casa discografica, così come i distributori. Non ho mai avuto la fortuna di essere stato sotto contratto con una major, ma sono stato a contatto con una grande casa cinematografica e così diventa difficile il confronto.
Anche se in piccolo, è veramente bello nella mia situazione, se la gente ti riconosce.
Questo mi capita spesso quando viaggio in metropolitana a Londra, dove le persone che mi riconoscono, non sempre mi parlano ma almeno mi notano!
Ah! Ah!
Tutto è per me veramente piacevole lavorare sia come attore sia come musicista, sopra a tutto se poi le persone apprezzano quello che fai ma anche se non apprezzano è un motivo in più per fare meglio. In questi mestieri i soldi non sempre contano perchè è sempre il pubblico che decide di seguirti e riconosce se hai fatto un lavoro di merda oppure no.
Spero di vedervi tutti molto presto.
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Roberto Pasqua