Possiamo forse considerare questo secondo album di Alis come il disco della consapevolezza e del superamento delle incertezze tipiche dei debutti discografici in genere, anche se nel caso di questa cantante romana il precedente “Demone” era già abbastanza ricco e ben pensato, tanto che si faticava a pensare che ci trovavamo davanti ad una band all’esordio. Inutile girarci troppo attorno, seppur Alis si circondi di talentuosi musicisti, è la sua voce che fa la differenza. Il suo cantato talvolta graffiante ma comunque molto versatile e melodico è l’elemento davvero degno di nota della sua musica, quel quid in più che tanti vorrebbero avere ma che non è facile da ottenere. O certe caratteristiche le hai o non le hai, questo è il punto.
Alis sembra essere nata dotata, sia compositivamente perché i pezzi li compone musicalmente comunque lei assieme ai testi, e sia vocalmente. In più ha un’ottima presenza, quello che si chiama carisma. In questo “Eleven” viene fuori tutto l’universo legato alla sua creatura. Le rasoiate rock legate al mondo alternative che si palesano in varie canzoni, fra tutte le punkeggianti “Città Dolente” e “Mania”, ma anche nelle quasi grunge “Letting Go”, “Antidote” e “Blackout”, brani che però contengono l’orecchiabilità tipiche delle hit. Poi l’album ha anche un lato cupo e introverso: “Deja Vu”, “Poison”, “Eterno” sono pezzi molto ragionati e mettono a nudo sentimenti veri, senza celare debolezze.
Tra le canzoni migliori vale anche la pena di citare “Il Mio Nome”, dotata di un ottimo testo cantato in italiano, con ritornello davvero orecchiabile che si infila subito nella mente. In generale anche i testi potrebbero averne giovato con la scelta di essere interpretati sia in italiano che inglese, ma fa piacere ascoltare belle parole in italiano, perché a noi italiani arrivano subito al cuore senza alcun filtro.
Questo è un album davvero di alto livello, a partire dall’artwork di copertina, per passare ad una produzione curata. E non ultimi gli arrangiamenti, e basti ascoltare “Eterno” e i suoi archi che donano un’atmosfera intensa e malinconica molto bella.
Disco da avere per ogni rocker che si rispetti.
Voto: 8/10
Joker
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