Doom metal cadenzato in stile Black Sabbath. La partenza con “Efialtes” percuote le membra stanche con un riff oscuro e monolitico per poi aprirsi in partiture cupe e slowly lungo tutti i 6 minuti e 30 secondi.
Repentina la partenza di “Aok Whoever” in antitesi con la catedralliana introduzione di “Tears of The Fallen”.
Rockeggiante “Five For…”, dove è impossibile non portare il tempo.
Otto brani composti e prodotti bene, con atmosfere oscure intarsiate tra un sound doom e delle partiture melodiche; le idee sono ottime e risaltano lungo tutti i brani come un’ascesa di personale interpretazione tra la vecchia memorabile formazione di Birmingham e la band di Lee Dorrian.
Ovviamente non copiando nulla, ma reinterpretando in stile Tefra.
Stefano De Vito