
Appena ho ascoltato questo cd mi è venuta voglia di andare a rispolverare la mia vecchia copia di “Trilogy” dello svedesone più famoso del mondo (calcio in culo per chi non sa chi è). In effetti questi ellenici Ovelord’s, che in realtà ruotano tutti attorno alla figura di Overlord, chitarrista dal buon gusto e dalla buona tecnica, sfoderano un sound nella migliore tradizione anni ’80 e nella fattispecie molto simile ad un gruppo chiamato Rising Force (doppio calcio nel culo per chi non sa chi ne era e ne è il leader).
Dalla fredda Scandinavia alle calde coste della Grecia omerica, il metal neoclassico continua a coltivare proseliti, ma essendo un genere molto fermo e racchiuso in determinate clausole stilistiche, diventa molto obsoleta qualsiasi recensione. Forse l’unico elemento di differenziazione dal passato è che il chitarrismo di mr. Overlord non è così estremizzato come quello dei suoi predecessori, anzi dirò che il pregio di questo chitarrista è quello di avere un buon gusto e di essere molto concentrato su riffs molto caldi e potenti, mentre i vari solo’s rientrano nei soliti schemi del neoclassic style: tapping e sweep picking per ricreare progressioni barocche, bending cazzuti nella migliore tradizione americana e plettrate alternate a morte.
Nove tracks molto dentro i canoni, con un cantato incazzato e votato agli alti registri e qui, non per rincarare la dose, risento gli stessi prodigiosi gorgheggi di Jeff Scott Soto. Non poteva mancare il momento acustico a chiusura di tutto, ma è un gran bel momento.
Melodie sognanti e melanconiche consoleranno i disperati d’amore per 1:06.
Alessandro Nespoli