
Attiva sin dal 2012, non si può dire che discograficamente questa band italiana sia stata molto prolifica sinora, dato che parliamo solo nel 2024 di questo loro EP di esordio intitolato “Echoes Of Ego”. In quattro brani, però, questi ragazzi riescono un po’ a dare la loro idea di metal “contaminato” e che spesso fa slittare il calendario indietro di circa trent’anni, ovvero a quegli anni Novanta contraddistinti dal nu metal e da contaminazioni sia etniche che folk care a band come Sepultura e simili. Le chitarre ribassate, i ritmi sincopati di batteria, le percussioni e la voce al vetriolo di Valerio Cristiani ergono un muro sonoro di notevole spessore, sin dall’iniziale “Antiwar”, dove sembrano trovare un punto di incontro Soulfly, Lamb Of God e Slipknot.
Molto sfaccettata appare la proposta, mai statica o stereotipata. A volte sembra una tribù di primitivi che si cimenta in qualche rituale o cose simili. Il drumming bellicoso di Fausto Idini si sposa bene con i ritmi tribali dettati da percussioni varie. Si sentono anche delicati quanto azzeccati inserti di synth che aggiungono atmosfere decadenti dove serve. Insomma, i Novomundo spiazzano creando un disco che seppure strizza palesemente l’occhio al crossover degli anni Novanta e relative “bastardizzazioni” del metal con hardcore e altri stili, riesce a tenere banco e ad intrattenere grazie ad un songwriting che sino alla conclusiva “Ritual” non delude e che proprio in questo pezzo vede uno dei picchi più alti di questo lavoro, dove la sperimentazione viene interpretata con convinzione dei propri mezzi.
Un plauso ai Novomundo per aver iniziato così bene la loro carriera discografica. Ora ci vuole un full-length in tempi brevi, che sembra essere in programma e il cui titolo sarà “The Cursed Cult”. Avanti così.
Voto: 7/10
Joker
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