HeavyRecensioni

JUDAS PRIEST – Angel of Retribution (Sony Music – 2005)

Il sacerdote di Giuda è tornato!

Con questo “ANGEL OF RETRIBUTION ” da più parti indicato come l’evento discografico del 2005 i priest riprendono a concepire i brani in maniera più melodica attraverso le linee vocali di Halford (di ritorno dall’esperienza solista) e le chitarre della coppia Tipton/Downing, naturalmente non mancano elementi che in alcuni casi rimandano a JUGULATOR(durezze ritmiche) e a DEMOLITION(pesantezza dei suoni) lavori targati Ripper Owens, ne esce un album equilibrato fra il “classico” sound dei priest e sonorità più moderne.

Dagli inferi si leva un riff che sostenuto da un acuto esplode nel drumming di Travis… JUDAS IS RISING! lo spirito di questo brano è sottolineato dai toni minacciosi del refrain; segue DEAL WHIT THE DEVIL a mio parere il vero singolo del disco, brano grintoso e dal grande impatto a differenza di REVOLUTION dai piacevoli connotati settantiani che però sfociano in chorus spompati; Ian Hill scandisce le pulsazioni di WORTH FIGHTING FOR pezzo a suo modo fascinoso dove la voce di Halford risulta ricca di pathos; è la volta di DEMONIZER che rimanda a JUGULATOR e che rappresenta meglio degli altri brani il punto d’equilibrio tra la parentesi R. Owens e la “storica” impostazione melodica dei nostri, questo grazie soprattutto (come sottolineavo prima) al lavoro di k.k., Glenn e Rob, un pezzo che riporta energia all’album. Segue WHEELS OF FIRE anch’esso d’impatto, semplice ma non per questo privo di qualità, colonna sonora ideale per i bikers che al tramonto scorazzano per le strade della “CALIFOGGIA”! Un arpeggio acustico ci trasporta nell’atmosfera malinconica di ANGEL slow-song dove non mancano graffianti linee di chitarra elettrica, a fare da collante è la voce, in questo caso struggente, dello zio Rob.

Ogni malinconia viene spazzata via da HELLRIDER dalle tinte epico-doommeggianti le cui guitar-works fanno da altare ad un sacerdote in vena di sentenze! Segue EULOGY, brano sostanzialmente strumentale che costruito attraverso chitarre acustiche, pianoforte e brevi innesti vocali è da preludio a LOCHNESS il pezzo più lungo mai scritto dai priest, che si alterna con le sue melodie (chitarre/voci) tra momenti sabbathiani (strofa) e momenti maestosi, epici ed evocative (bridge-refrein); nella parte finale risulta un po’ forzato.

Ci troviamo difronte ad un buon lavoro con alcuni episodi molto interessanti, sicuramente il preludio a lavori grandiosi che i nostri in futuro sforneranno senza pietà! …non vogliamo altro!

Savino Ficco

Valutazione

7.0

Voto

Pros

  • +

Cons

  • -
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