Non potevamo non omaggiare gli Slayer dopo uno strepitoso (come di consuetudine), quanto frettoloso (a dire la verità), show al recente G.O.M. 2000.
L’intervista che segue è stata tratta da H/M in occasione della loro prima tourneè italiana.
Dopo, in concerto milanese di Maggio, gli Slayer rilasciarono ad H/M una lunga e interessante intervista. Va la proponiamo integralmente.
Penso che ogni thrasher abbia impresso indelebilmente nella propria mente la data del 7 Maggio del 1987, giorno che ha visto la prima (e speriamo vivamente non ultima) calata italiana degli Slayer, probabilmente la migliore death-metal band del pianeta che ha offerto uno show eccellente, sia dal punto di vista dell’energia che da quello strettamente tecnico, sorprendendo anche diversi scettici affluiti al Palatrussardi di Milano, per semplice curiosità.
Del live-show dei quattro eroi losangelini ci siamo già occupati in passato (vedi H/M n°20), ma torniamo sull’argomento con questa intervista raccolta proprio quel fatidico 7 Maggio con Kerry King.
In questo frangente gli Slayer si sono rivelati personaggi dall’attitudine completamente anti-rockstar, dimostrandosi cortesi, disponibili e gentili; un’attitudine ben diversa da quella che molti altri gruppi meno dotati begli autori di “Reign in Blood” ostentano incessantemente. In particolare il più loquace si è dimostrato Tom Araya, reduce da una sbronza del giorno precedente (il vino italiano ha colpito ancora!!!!!!), che con il suo aspetto non proprio da tranquillo borghese e le sue urla ha lasciato leggermente perplessi i responsabili dell’albergo in cui si è svolta l’intervista. Jeff Hanneman e Dave Lombardo (quest’ultimo con il suo nuovo haircut dovuto a motivi di lavoro) facevano gruppo a se mentre il summenzionato Kerry King, bevendo Whisky e coke, si è dimostrato molto diverso dall’immagine truce e violenta che adotta on stage.
In effetti Mr. King è un tipo piuttosto riservato ma niente affatto scontroso o aggressivo come si potrebbe facilmente dedurre, al contrario è stato cordiale e pronto alla battuta.
Anche lui è capace di ridere…
In ogni caso, dopo un discorso generale riguardo al primissimo periodo dell’attività del gruppo, in cui Kerry ci ha confidato che gli Slayer erano una cover-band che eseguiva “Highway Star” dei Deep Purple insieme a brani di “Iron Maiden” e Judas Priest, siamo entrati nel vivo della questione, chiedendoli di illustrarci quelle che secondo lui erano le principali caratteristiche e le differenze più marcate fra i prodotti che gli Slayer hanno realizzato fin ora, domanda che ha rivelato il lato ipercritico del carattere di Kerry.
KK: “Show no Mercy” era terribile. Per quanto riguarda la produzione aveva un suono pessimo, diversi assoli erano sbagliati, alcuni acuti erano fuori tono, e del resto con quell’album avevamo appena iniziato ad imparare come si suona veramente, visto che al nostra età media a quei tempi era di circa 18 anni.
Comunque, considerando la nostra tecnica limitata, su Show no Mercy c’erano alcuni brani molto buoni…
“Haunting the Chapel” è il disco più heavy che abbiamo mai registrato, tre brani molti potenti che definivano quello che è il nostro migliore singolo fino ad oggi. Con “Hell Awaits” siamo entrati in una dimensione leggermente diversa, sopratutto per ciò che concerne la durata delle songs, che nell’album sono solamente sette proprio a causa della loro maggiore durata.
Comunque, anche Hell Awaits era penalizzato dalla produzione non all’altezza, infatti la batteria è posta troppo in evidenza a scapito delle chitarre, che non risaltano a sufficienza; Hell Awaits ha segnato un sgrosso progresso rispetto a Show no Mercy, ma ora Reign in Blood spazza via tutto ciò che abbiamo realizzato finora; i brani sono veramente buoni e finalmente anche il suono.
HM: Parlami del periodo in cui hai suonato con i Megadeth. Sei stato contemporaneamente membro degli Slayer e dei Megadeth?
KK: E’ successo poco prima dell’uscita di Hell Awaits; ho suonato con i Megadeth nei loro primi cinque shows in assoluto, pur continuando ad essere il chitarrista ufficiale degli Slayer. HM: Tutto questo, ovviamente, prima che Deve Mustaine reclutasse Chris Poland…
KK: Si, anche perchè Chris in quel periodo faceva l’impiegato in una fabbrica di chitarre.
HM: Ho letto che Dave Mustaine ha dichiarato di averti cacciato dai Megadeth perchè non eri una persona molto socievole; Dave ha affermato che mentre gli altri componenti delle band erano soliti intrattenere i fans dopo gli shows, parlando firmando autografi, tu stavi sempre in disparte…
KK: Stavo in disparte perchè scopavo! Ecco cosa facevo! Non sono stato cacciato anche perchè non ho mai fatto realmente parte dei Megadeth; hoi accettato di suonare con loro perchè Dave mi stava assillando da tempo e non aveva nessuno con cui suonare.
A Los Angeles io avevo una grossa immagine perchè avevo questo look particolare, e Dave mi voleva nella sua band più di ogni altra cosa.
HM: In effetti gli altri componenti degli slayer non hanno un vero e proprio look; tu sei l’unico che adotta borchie, catene ed altri accessori.
Perchè questa scelta?
KK: Nel primo periodo della nostra carriera tutti vestivamo molte borchie, ora gli altri hanno abbandonato questo tipo di abbigliamento ma io no. gli altri sono piuttosto normali a livello di immagine, quindi quando si pensa all’immagine degli Slayer spesso si pensa a me; Quando si vuole una foto rappresentativa degli Slayer si usa una mia foto dal vivo e questo è ciò che molti giornali fanno…
HM: Dopo aver scisso il contratto con la Metal Blade siete approdati alla Def Jam Records, un’etichetta prevalentemente rap. Qual’è il tuo punto di vista sul rap metal, visto che recentemente hai collaborato all’album “Licensed to…” dei Beastie Boys?
KK: I Beastie Boys Sono una buona rap band; mi piace il primo album di LL Cool J, anche i Run DMC sono ok, ma io non sono un rapper, comunque per certi aspetti il rap mi ricorda il thrash. Vedi, c’è questa musica potente e i rappers vi cantano sopra in maniera molto veloce… Ho eseguito un brano, anzi un assolo per i Beastie Boys, in ” No Sleep Til Brooklyn”, un assolo stonatissimo. Rick Rubin ( direttore della Def Jam e produttore di “Reign In Blood” – nda) è venuto da me e mi ha detto di fare uno stupido heavy-metal-type-lead su quel brano tanto per fare un po’ di rumore.
HM: Pensi che gli Slayer siano stati influenzati da qualche hard core punk band, e per quanto ti riguarda, apprezzi la musica hard core?
KK: All’interno degli Slayer, quello che apprezza maggiormente l’hard core è Jeff ( che non si smentiva, aggirandosi per l’albergo con uno shirt di “In God We Trust” dei Dead Kennedys, nda ); io ascolto la musica con cui ho iniziato, come i primi Iron Maiden, Judas Priest, Black Sabbath.
HM: Visto che hai tirato in ballo queste bands storiche, cosa pensi dei loro ultimi lavori?
KK: Mi piace molto “Somewhere In Time” dei Maiden, penso che sia il loro miglior album dai tempi di “The Number Of The Beast”, ma non posso sopportare l’ultimo dei Judas Priest! Lo odio!
HM: Spiegami la ragione per cui Dave Lombardo aveva temporaneamente abbandonato il gruppo…
KK: Allora, avevamo approntato un tour negli States, il primo tour promozionale per “Reign in Blood”, Dave ha suonato durante tutto il tour, ma alla fine è venuto da noi e ha detto che voleva abbandonarci perchè voleva passare più tempo con sua moglie. Ha lasciato la band e si è trovato un lavoro, un “nine to five job”. In seguito abbiamo effettuato un nuovo tour come supporto per i Wasp, insieme a Tony Scaglione, batterista dei Whiplash; era un buon batterista, ma non era perfetto per noi.
HM: Era troppo lento?
KK: No, era piuttosto veloce ma non riusciva a suonare la doppia cassa come Dave fa ad esempio in “Angel of Death”.
HM: Strano, perchè gli altri membri dei Whiplash chiamano Tony “il re della doppia cassa”…
KK: Ma, secondo me deve ancora esercitarsi molto
HM: In ogni caso penso che Dave Lombardo non abbia rivali nel suo campo; è il migliore thrash drummer in circolazione.
KK: Sicuramente. E’ il migliore non ci sono dubbi…
HM: Parliamo di “Reign in Blood”; anzitutto, perchè dura così poco?
KK: Generalmente, per gli LPs precedenti, quando andavamo in studio, tendevamo a rallentare la velocità dei brani; stavolta non lo abbiamo fatto! Comunque, anche se la sua durata non eccede di 30 min., parecchi magazines lo anno definito il migliore thrash album di tutti i tempi.
HM: Parliamo dei brani che contiene: anzitutto spiegaci il significato della controversa “Angel of Death”; penso che molta gente abbi interpretato in maniera sbagliata il contenuto del testo visto che siete stati accusati di apologia nel nazismo…
KK: Tutti hanno interpretato male questo brano. Molta gente ha detto che era una track a favore del nazismo, a favore dio Mengele, ma si tratta solamente della storia dell’angelo della morte, ovvero Josef Mengele, e dei crimini che ha commesso nel periodo della germania nazista. Non abbiamo scritto questo brano per glorificarlo, si tratta solamente di una maniera di descrivere quello che ha fatto.
HM: La qualità dei testi in “Reign in Blood” è molto superiore a quella degli altri albums…
KK: I testi di Reign in Blood sono fantastici, incredibili.
HM: Sopratutto il testo di “Post Mortem” colpisce profondamente. Qual’è il tuo punto di vista sulla vita dopo la morte?
KK: Non ci penso spesso, quindi non me ne preoccupo!
HM: Credi pienamente nei testi che scrivi?
KK: L’unico “statement” presente sul nostro ultimo album è il testo di “Jesus Saves”, che parla dei Cristiani in America, gli altri testi sono solamente storie, “Angel of Death”, “Reborn”, che tratta di una strega che viene bruciata sul rogo, “Epidemic”, che parla di una malattia, sonno tutte storie; se la gente vuole prenderle sul serio questo non è affar mio.
HM: Il titolo “Necrephobic” è stato adottato per creare un seguito a “Necrophiliac”, contenuto su Hell Awaits.
KK: No, non sapevo come intitolare quel brano e ho pensato che “necrofobo” andasse bene.
HM: Quale pensi che siano le migliori thrash band in circolazione al momento?
KK: Noi, i Metallica… uhm… non penso che i Megadeth possano essere considerati thrash, perchà hanno molta melodia.
HM: Come sarà il vostro prossimo album? Le voci indicano che sarà più lento rispetto a Reign in Blood…
KK: Sar� effettivamente pi� lento, perch� suonare velocissimi pu� diventare noioso.
Ci saranno probabilmente 6 brani simili allo stile di Reign in Blood e altri 4 orientati verso una velocit� sul tipo di “At Dawn the Sleep” e “Postmortem”. HM: Puoi anticiparci qualche titolo?
KK: Ancora non abbiamo scritto nulla…
Il lato prettamente “tecnico” della faccenda termina cos�, e l’intervista si conclude con Kerry King, in vena di confessioni ci rivela che vorrebbe sposarsi presto, ma che ancora non ha trovato la ragazza giusta…
GOOD LUCK KERRY!!!!!
AUTORE: PAOLO PICCINI.