Ave, Quorthon. Premetto che l’ultimo Bathory, eufemisticamente parlando, non mi è garbato parecchio, personalmente considero i tuoi primi albums (fino ad “Octagon”), come quelli da tener custoditi nell’animo ed ho ancora la seria ed insana intenzione di mettere su “Women of Dark Desires” (inclusa in “Under the sign of the Black Mark” il giorno delle mie nozze.
A parte ciò, nei tempi andati, la tua attitudine mi sembrava sinceramente estrema: perchè non lo è oggi, e quale è secondo te, il significato del termine “estremismo”, musicalmente ed ideologicamente parlando?
Beh, prima di tutto non sono sicuro se “Women of the Dark Desires” sia una grande idea per il giorno di nozze a meno che tu non stia pianificando una grande festa alla fine del ricevimento (n.d. Angy: OK, già, è fatta, da paura!). Seriamente, non ricordo nemmeno come suona la track in questione. Bene, cosa è realmente l’estremismo.
E’ di certo qualcosa che non si trovi nel mezzo, nè tantomeno accettato dalla società, sia che si parli di musica, religione, politica, vestiario o latro. I Bathory sono stati accusati di essere neo-nazisti a causa di una ruota solare sul retro di “Hammerheart” (questo creò un sacco di problemi in Germania, sebbene, per fortuna, solo lì); siamo anche stati accusati di aver ispirato l’itero movimento del Black Metal norvegese (ho persino sentito che la polizia norvegese si sarebbe seduta a leggere le lyrics di Bathory per vedere se effettivamente e se invitavano ad uccidere omosessuali o bruciare chiese). Io ho stabilito che il mondo è pieno di teste di cazzo che subentrano in qualsiasi tuo punto di vista che si adatti a loro e lo riversano contro di te, irrispettosi di quanto tu possa dire o no circa le tue vedute politiche, religiose o di altro tipo. Così ho stabilito di non offrire niente a nessuno, riguardo le mie ideologie personali. Riguardo la tua domanda circa il mio stato di estremismo in questi giorni. Beh, io ho trascorso due decadi nella scena, non c’è nessun alternativa nell’inferno, non sarai mai così estremo o così pieno del concetto di “estremo”, come nell’adolescenza. Cambierai come persona, come musicista e come scrittore di canzoni e sarebbe strano se tu non lo facessi dopo una ventina d’anni.
Io suppongo che tutte queste extreme metal bands della terza generazione che ci sono oggi, potrebbero dare l’idea che la prima percezione di extreme metal bands (fosse troppo ‘catchy’) stia guadagnando il tempo perduto. L’estremo a cui tu ti riferisci nel mio caso, è basato sulla musica e sulle lyrics, sebbene stiamo parlando di albums fatti + di 10 anni fa. Chiedi a te stesse se eri differente più di 10 anni fa (n.d. Angy: Beh, in effetti). Sono sicuro che giungerai alla conclusione che, se tutti noi cambiamo e attraversiamo varie fasi nella vita. Ciò si chiama evoluzione. Essere estremi non significa automaticamente essere migliori, più arrabbiati e più veri (n.d. Angy: pienamente d’accordo con te, ma vallo a spiegare ai ‘true metallers’ Extremism is a state of mind. Io credo che un fattore che può aver giocato un ruolo importate nell’idea che la gente a di me, è tutto ciò che attiene a BATHORY ed alla mia immagine. Io n creai questa immagine, le persone lo hanno fatto, per loro stesse. Ho udito le storie più sorprendenti su me stesso – nessuna di queste è affatto vera. Quando ho incontrato fans nei negozi o altrove, ci sono state numerose occasioni in cui mi sono sentito osservato dalla testa ai piedi da un fan che da detto qualcosa del tipo: “Tu non sei Quorthon non sembri un Dio!”. Cosa devi replicare a commenti del genere. La mia unica difesa è questa:di qualsiasi disco, qualsiasi canzone, ogni lyric per quello che è. Non è la fine del mondo se un album, una canzone, un testo no corrispondono all’immagine che la gente ha di BATHORY o di me. Io so che alcuni fans vogliono che i BATHORY ritornino al Death-Metal di Bathory e “The Return”. So che alcuni altri auspicano un ritorno al suond thrashy del periodo di “Uder the sign” e “Blood, Fire, Death”. So che alcuni vogliono un ritorno alla pomposità di albums quali “Hammerheart” e “Twilight of the Gods”. So persino di fans che amavano gli stroncati “Requiem” e “Octagon” (n.d. Angy: di sicuro questi ultimi stanno proprio male..). Altri vogliono che BATHORY producano una sorta di musica in Elizabeth Bathory o un “Blood On Ice” part II. E’ grandioso essere stati capaci di esplodere e coprire stili e suoni così differenti in due decadi, ed essere ancora ricevuto come originale e considerato il padrino di un’intera generazione di acts e fans. Ma l’aspetto negativo è che si hanno schiere di fans di BATHORY che odiano altre schiere di fans di BATHORY. I nostri occult/black/death fans odiano i nostri così detti albums “nordici”, e viceversa.
Ogni album che i BATHORY abbiano fatto, ha ricevuto l’esatto responso di “Destroyer of The Worlds”. La differenza, ora, è che la gente ha il passato dei BATHORY a cui riferirsi, quando c’è qualcosa di sbagliato. Ma “Under the sign” fu odiato come la peste quando uscì, “Enter the Eternal Fire” fu considerata ‘pop’ dalla maggior parte dei metal magazines & fanzines.
Quando incidemmo “Black, Fire, Death”, metà di quell’album fu considerato merda commerciale e lento. Quando facemmo “Hammerheart” le recensioni parlavano di “alci scoreggianti da lontano” (Scommetto che non avevano mai udito alcun antico corno vichingo in bronzo prima), oppure che esso sia un album da mal di mare, oppure le canzoni troppo lunghe e noiose da far addormentare. Oggi, tutti questi albums sono considerati dei classici. Oggi, la gente decide che il moderno Black Metal è più influenzato dagli albums ‘viking’ dei Bathory che non dal Black Metal dei Venom. Quando il tuo passato è considerato classico, leggendario, e alla base del metal estremo odierno nelle sue varie forme, ogni album tu faccia, verrà automaticamente confrontato con il passato; il che non è solo ingiusto ma è una maniera stupida di approccio verso un album (n. d. Any: beh, allora anche tu cambia nome per ogni album). Stavamo lavorando su un progetto alla fine del 2000/inizi del 2001, che doveva includere alcuni strumenti tipici medioevali e classici. Pensavamo che per questo nuovo millennio fosse giunto il momento per BATHORY di uscire dall’ombra del passato, rinnovando sound e stile. Così iniziai a scrivere materiale molto diverso rispetto a quello composto con i BATHORY precedentemente. Quando la notizia raggiunse i fans, iniziarono a riempirci di lettere ed e-mail, chiedendoci che il nuovo BATHORY suonasse come un album del passato. Quando realizzi che la maggioranza dei tuoi fans ha idee precise su come vogliono che sia il nuovo BATHORY, ciò è veramente triste, ti senti davvero vincolato, come prigioniero della tua stessa ‘leggenda’. Da sempre i fans di BATHORY si suddividono in due schiere separate, i fans dei BATHORY ‘nordic/viking/epic’ e i fans dei BATHORY ‘death/black/thrash’, così che per ogni albums si possa dire: “Non importa alla fine come suoni metà dei tuoi fans lo odierà comunque!”. Non è certo una situazione simpatica nella quale trovarsi. Così congelammo il progetto e mi sedetti a scrivere materiale per il nuovo album in due settimane alla fine di Giugno 2001. entrammo in studio poco dopo e lavorammo per 112 ore. Stavamo cercando uno studio privato molto piccolo e primitivo che ricordasse lo Heavenshore Studio (che sfortunatamente non esiste più). Trovammo uno studio che lavorava su 12-16 tracce, un registratore di 1/4 pollici, come ai vecchi tempi, etc., il tutto per farlo suonare proprio come coloro che si scrivevano volevano suonasse; essi volevano un album che fosse un mix di parti lente, heavy, veloci, thrashy, epiche, ed un po’ occulto, selvaggio, più grandi arrangiamenti, un sound primitivo anni ’80. Fu ciò che provammo a fare, come testimoniano alcune recensioni. Può essere stata la scelta sbagliata, ma era da anni che non registravamo un album. L’ultima release è stata “Blood On Ice” (se non consider il mio secondo album solista e “Jubileum volIII”) e abbiamo pensato che sarebbe stata una buona idea fare uscire un lavoro che ricordasse tutte le componenti e le fasi del nostro passato piuttosto che dirigerci verso soluzioni che la maggior parte dei nostri fans non avrebbero considerato appartenenti al nome BATHORY. La cosa stupida è che certa gente sembra credere che questo è ciò che il futuro ci riserverà per sempre. Siamo nella fase di pre-produzione del nuovo album – che registreremo in primavera ed uscirà in estate – e non suona affatto come “Destroyer”. Alcuni albums dei Bathory sono accomunati da motivazione sconosciute. Le persone legano il primo e il secondo lavoro, sebbene essi suonino totalmente differenti. “Under the sign” e “Blood, Fire, Death” sono di solito accostati tra loro, ma sono totalmente diversi sotto ogni aspetto. “Hammerheart” e “Twilight” sono accomunati, sebbene non abbiano somiglianze. “Requiem” ed “Octagon” sono considerati gemelli per essere stati registrati ed immessi sul mercato a breve distanza tra loro. Sebbene anche essi siano diversi. Credo che la gente immagini per non complicarsi la vita. La cosa triste è che, durante le interviste per “Destroyer”, dopo aver spiegato del flusso di mail su come l’album avrebbe dovuto essere, la gente mi chiese di non leggere più le mail, di ignorare i fans, di scordare il passato, di gettare via le lettere di altre bands adulatrici di BATHORY, etc. Non mi dissero invece cosa fare, non mi prospettarono alcuna alternativa, su come volessero che BATHORY fosse in futuro, tutto ciò che fecero su gettar merda su “Destroyer”. Fui sorpreso di come alcuni giornalisti, radio, magazines, fanzines, webzines, confondano i loro gusti personali con ciò che BATHORY realmente è. Sto continuando a prendere suoni e stili dal passato di BATHORY quando scrivo del nuovo materiale, se trovo che si adatti alla situazione, ma BATHORY si rifiuta di divenire una band in voga, come molte oggi in giro, che cambiano di album in album – così da non poter definire cosa cazzo si sta effettivamente ascoltando- a seconda di ciò che è moda in fatto di produzione o set di chitarre. La cosa importante è che un lavoro di BATHORY racchiuda l’atmosfera propria e specifica di BATHORY.
Hai sempre fatto ciò che volevi, passando dal black meta a tematiche e sound pagani/epics. Perchè adesso questo “Destroyer of the World”, come hai tu stesso dichiarato, è solo un prodotto per i fans?
Fui molto chiaro circa il materiale presente su “Destroyer”, in modo che esse non dovesse essere in alcun modo ne ‘vichingo’ ne ‘satanico’. Non volevo che esso risentisse delle influenze passate. Alcuni sentono che “ode”, “Lake of Fire” e “Pestilence” hanno un feeling ‘nordico-vichingo’ sebbene nelle lyrics non ci sia nessun riferimento a questi temi. Altri pensano che tracks come “Bleeding”, “109” e “Kill Kill Kill” ricordino roba di metà anni ’80 (“Under The Sign” e “Blood, Fire, Death”). Qualsiasi cosa la gente pensi circa qualsiasi canzone di ogni album, se essi spendono più tempo nel provare ad analizzare la musica e le lyrics, invece di ascoltare, allora, io non ho tempo di dedicare a queste persone. Ho fatto ciò per due decadi, sono troppo vecchio ed ho visto e fatto troppe cose durante queste sue decadi, non sono più interessato alla dissezione di escrementi, come certe persone, alcuni di quelli che scrivono recensioni non erano neanche all’asilo vent’anni fa. Ho confessato che “Destroyer” era un compromesso, influenzato da ciò che i fans richiedevano per il nuovo album di BATHORY. Era ciò che di meglio potevamo fare. Dopo tanti anni e nessun nuovo album, il tempo scorre velocemente. La nostra compagnia firmò un’esclusiva distribuzione mondiale come SPV, cosa che mi lasciò scontento, non volevo che BATHORY fosse legato con quella casa di distribuzione, e non immaginai addirittura che BATHORY potesse aspettare finchè la collaborazione non finisse. Ma realizzati che non si poteva attendere sino all’inizio del 2002 per fare un nuovo album. Così componemmo “Destroyer” in modo molto veloce e primitivo. Fu tutto molto strano. Usammo un piccolo studio privato, usando 12 – 16 tracce, un registratore, nessun effetto, registrammo in 112 ore, ho speso solo 2 settimane nello scrivere materiale, non adoperando nulla presente in studio (cavi, microfoni, consolles, effetti o altro). � stato come nei tempi passati, all’Heavenshore Studio, ha, ha, ha…!
Personalmente ho trovato “Destroyer” troppo artificiale, carente di ispirazione. Sei sempre stato una persona anti-trend: quanto c’è in esso della sincera essenza di Quorthon?
Sento tanta gente parlare di “essenza di Quorthon”, “puro stile Bathory”. Di sicuro il tuo livello di ispirazione e creatività cambierà molto da un lavoro all’altro. Tutto ciò che riguarda “Destroyer” era del tipo: “Scrivi e registra un album che sia il più veloce possibile, fa che esso ricordi le prime opere dei BATHORY, per accontentare la maggioranza dei fans e fa si che esso sia nei negozi prima che arrivino le mail dei fans” Il mondo non finirà perchè “Destroyer” non segue al 100% uno stile. “Under the sign” e “Blood, Fire, Death” sono entrambi albums con un mix di stili e suoni, sebbene considerato albums classici. Penso se “Destroyer” fosse stato registrato nell’87, il responso sarebbe stato differente? Qualcosa mi dice che sarebbe considerato un classico.
Cosa mi dici riguardo a satanismo e paganesimo?
Bathory non è mai stato addentro al satanismo. Non sapevamo nulla circa questo. è vero di sicuro che c’erano tematiche occulte nelle lyrics di BATHORY ai vecchi tempi. L’ispirazione proveniva dai films horror, fumetti horror e nessuna seria lettura tipo ‘Bibbia nera’ o cose del genere. La band preferita che i tre membri originari di Bathory avevano in comune, erano i BLACK SABBATH. Io parto da lì, e la mia roba preferita erano i primi MOTORHEAD e i primi GBH; da ciò proveniva uno strano mix di energia, spirito selvaggio e rumore. In effetti non ci sedevamo pensando a concepts satanici. Gli altri due membri originari, non pensano affatto che tematiche del genere fossero ‘cool’, sebbene il bassista portasse una collana con un enorme crocifisso capovolto. A quei tempi in Svezia, nel 1983, la band Europe aveva già fatto uscire il proprio primo LP, e noi pensavamo che i loro pseudonimi live in inglese fossere stupidi, ma anche noi decidemmo di adottare degli pseudonimi da palco; solo che noi volevamo nomi impronunciabili e dall’inizio ci chiamavamo coi nomi più stupidi. Io scelsi Quorthon dopo un po’, prendendolo da alcuni libri su Satana. Si suppone che Quorthon – uno dei sette guerrieri di Satana – debba combattere il Nazareno (Gesù) il giorno del Giudizio, o qualcosa del genere. Tutto ciò era realmente densi di un notevole ‘sense of humor’. Ma io ho incluso un pentacolo sul mio autografo, non come segno di credenza spirituale o punto di vista religioso, rappresentava solo il nome ‘Quorthon’. Anche Stoccolma in Svezia, non è un posto dove puoi sapere subito ciò che accade o reperire facilmente del materiale: vi era infatti solo un negozio metal in tutta Stoccolma. Trovammo qualcosa dei Venom circa un anno dopo aver formato i BATHORY. Dopo il nostro primo album, ascoltammo i nastri di CELTIC FROST, SODOM, POSSESSED, DESTRUCTION e SLAYER. Di sicuro non prendemmo alcuna tematica satanista per essere ‘trendy’. Non sapevamo assolutamente nulla circa l’intera scena underground del BLACK METAL a quel tempo. Non mi importa se qualcuno mi crede o meno, ma questa è la verità. Derivava tutto da fumetti horror più BLACK SABBATH, ne più ne meno. (n.d. Angy: che delusione, meglio la Norvegia allora, li almeno si faceva sul serio). Così dopo il primo album, capendo che la gente amava questo stile di metal estremo e concetti sull’occulto, continuammo con “The Return”, ancora più intriso di un ‘mood’ satanico. “Under The Sign” ha ancora alcuni riferimenti occulti in esso, così come “Blood, Fire, Death”. Quando oggi la gente mi chiede se sono mai stato un satanista, o abbia mai creduto in qualcosa del genere, la mia risposta è no. Non sono mai stato un satanista. Ho capito 20 anni fa che il satanismo era un prodotto del cristianesimo e che entrambe le cose erano solo stronzate.
Stai leggendo qualcosa di interessante al momento? Quali sono i tuoi libri & i tuoi films preferiti?
A dirti la verit�, non ho letto un libro per anni; non vado al cinema dal 1994 (Beatles “Let it BE”) e non ho mai noleggiato videocassette. Di sicuro, però, ho tonnellate di films e libri preferiti. Alcuni dei films che mi piacciono: Dottor Stranamore, Taxidriver, Aliens, Metropolis, Nosferatu, Psycho, Excalibur, 2001Odissea nello Spazio e Arancia Meccanica (n.d. Angy: più che un film, un culto religioso). Non mai letto altro se non libri di storia e sugli aeroplani, guerre e un po’ di astronomia. Penso che qualche titolo o nome di autore non significherebbe nulla per qualcun altro.
Infine, una mia curiosità personale: nel videoclip di “One Rode to Asa Bay”, hai l’adesivo della divisione tedesca “Luftwaffe” sulla tua chitarra. C’è qualche connessione con in tuoi interessi o simpatie personali?
Bene, ci sono due ragioni perchè la croce dei Balcani appariva sulla mia Ibanez D-10. la prima e che sono un grande fanatico di aerei, di tute le nazioni e di tutte le epoche. Costruisco modellini in plastica e colleziono libri, magazines e video su combattimenti, bombardamenti, ecc. nel corso della storia, e faccio ciò da quando avevo 10-12 anni. La seconda ragione è che, uno egli eroi della mia adolescenza, Lemmy, usava sempre mostrare una croce di ferro sul suo basso Rickenbacker (n.d. Any: a questo punto, HEIL VIKTORY). A quei tempi avevo più di una croce di ferro originale, ma mi costavano un sacco di soldi e non volevo incollarle sulla mia chitarra, così decisi di dipingere una croce dei Balcani. Così per rispondere alla tua domanda, essa riflette parzialmente il mio interesse circa gli aerei.
E’ tutto, saluti e rispetto a te, Quorthon. 666.
Saluti e rispetto a Voi, Angy & co. Riguardatevi, ragazzi e buona fortuna con la web-zine. Siate veri. E possa la Stella del Nord illuminare il vostro sentiero. A risentirci di nuovo quando uscirà il nuovo album questa estate.
Rimanete in contatto! Ave alle Orde!!
A
BATHORY 1984 (Black Mark) – “OMONIMO”
Precursore dell’intero movimento “black metal”. Ruvido, selvaggio, osceno.
Imprescindibile.
BATHORY 1985 (Black Mark) – “THE RETURN”
Musicalmente abbastanza simile al precedente: sempre marcio, “evil”, controverso.
Another Masterpiece.
BATHORY 1987 (Black Mark) – “UNDER THE SIGN OF THE BLACK MARK”
Della “sacra triade”, senza dubbio il più maturo, eterogeneo e meglio strutturato; contiene Classici quali “Woman of dark desires”, “Enter the eternal fire”, “13 candles”. Non Si puo’ sinceramente chiedere di piu’.
BATHORY 1988 (Black Mark) – “BLOOD, FIRE, DEATH”
Si ha la cosiddetta svolta “epic”, anche se non mancano perle di primordiale e sincero Estremismo sonoro (vedi “Holocaust”).
Il feeling fiero del platter si estrinseca, a mio Avviso, nell’opener “A fine day to die”.
BATHORY 1990 (Black Mark) – “HAMMERHEART”
Chiara sterzata verso lidi musico-attitudinali più “pagan-oriented”: sonorita’ maestose, coinvolgenti, malinconiche, ci narrano di saghe antiche ma mai sopite. Se volete farvi un’idea, ascoltatevi “One Rode to Asa Bay”e piangete…
BATHORY 1991 (Black Mark ) – “TWILIGHT OF THE GODS”
Sempre stile epico-guerresco con brani molto omogenei e “roboanti”.
Un grande Disco.
BATHORY 1992 (Black Mark) – “JUBILEUM VOL1” Compilation 83-91
BATHORY 1993 (Black Mark) – “JUBILEUM VOL2” Compilation 83-91
BATHORY 1994 (Black Mark) – “REQUIEM”
Una vera cagata pseudo-thrash metal davvero poco ispirata e scontata.
Naufragio.
BATHORY 1995 (Black Mark) – “OCTAGON”
Purtroppo si prosegue con riffs scialbi, mid-tempos prevedibili e nonsense thrash-metal KING DIAMOND “ABIGAIL 2”
BATHORY 1996 (Black Mark) – “BLOOD ON ICE”
Anche qui lyrics e songs sviscerano concetti propri della tradizione nordica; strutture Cadenzate, ma mai banali e con un feeling unico.
BATHORY 1998 (Black Mark) – “JUBILEUM VOL3” Compilation 92-96