13 rintocchi di campana, tanti quanti sono gli anni del loro esordio. Tra sofferenze e giuste gratificazioni, godiamoci uno degli albums più interessanti del 2000.
La parola ai due bassisti Without Name e Left – Hand Preacher:
Illustrami brevemente le tappe fondamentali del vostro percorso musicale.
W.N.: abbiamo avuto troppe disavventure, cambi di line-up, problemi, ma anche vittorie, gratificazioni e stima dai fans per essere elencate in qualche foglio; tanti gli anni che ormai sono trascorsi da quando il sottoscritto, Wildness Perversion e Witch (il primo chitarrista) fondammo i Mortuary Drape. Quello che ti posso dire è che oggi noi siamo ancora in giro alla faccia di tutti coloro (giornalisti compresi) che un tempo ci deridevano per la nostra attitudine e proposta artistica e che oggi invece ci leccano i piedi!
Sono ben note le vostre vicissitudini a livello di labels; con Avantgarde sembra abbiate pubblicato il vostro miglior disco, qualitativamente parlando grazie anche all’apporto di una registrazione adeguata alle vostre esigenze, credo. Cosa mi dici riguardo a ciò?
W.N.: Si certamente. Siamo ovviamente cresciuti professionalmente lungo tutti questi anni e devo dire che oggi stiamo lavorando ad un discreto livello qualitativo con Avantgarde anche per ciò che concerne la gestione delle nuove produzioni. “Tolling 13 Kneel” è decisamente un album complesso, supportato anche da una promozione professionale, cosa che non avveniva certo per i primi prodotti, ma che contiene anche canzoni di un certo livello compositivo. Il merito di tutto ciò è da attribuire anche alla serietà professionale e alla preparazione tecnica dei nuovi musicisti.
Lungo la vostra carriera ci sono stati vari cambi di formazione e dopotutto da quel che ho potuto notare, che, per essere un membro dei Mortuary Drape, non ci deve essere solo un’intesa prettamente musicale. Ritieni che l’attuale line – up sia definitiva o per lo meno più stabile di quelle precedenti?
L.H P.: Abbiamo da poco cambiato un chitarrista per rimanere fedeli alla tradizione del gruppo. Roaming Soul, infatti ha deciso di dedicarsi ad altre cose subito dopo l’uscita dell’album.
W.N.: Ritengo questa line-up non più brava o capace di quelle precedenti, ma solamente forse più adatta per il discorso attuale dei Mortuary Drape. Per il resto, spero anche che possa durare!!!
Decisamente interessante l’uso dei due bassi. Come è nata questa soluzione?
W.N: Il basso è sempre stato, per il Mortuary Drape style, un componente essenziale in quanto è sempre stato suonato nella maniera più originale possibile e non come unicamente parte ritmica.
Quindi il passo più ovvio da fare, era quello di trovare intrecci armonici che fossero anche riproducibili dal vivo; ecco quindi decidere per la soluzione di un secondo (non per capacità) bassista. Devo dire che oggi Without Name e Left-hand Preacher fanno proprio ciò di cui sopra!
L.H.P.: I due bassi si intersecano tra loro e con le due chitarre, creando così un tappeto sonoro compatto, complesso e con svariati richiami ad ogni genere musicale da noi amato. E’ una soluzione positiva ed originale.
Riguardo alle lyrics, se da una parte possono essere esplicite, senza troppi fronzoli, sono altresì “profondi” e denotano una sublime conoscenza dottrinale. Ritieni sia un buon metodo quello di esporre i vostri pensieri ed esperienze su queste tematiche attraverso la musica?
W.N.: Credo che se gli intenti sono chiari e fuori da ogni inquinamento o condizionamento, con la musica possono veramente essere espressi come tu dici, espliciti e profondi.
E’ da poco terminato il cosiddetto anno giubilare dove siamo stati testimoni di un mega fenomeno ipnotico (nonchè anche commerciale) da parte del vaticano su migliaia di persone. Qual’è la tua opinione o stato d’animo a riguardo?
W.N.: Ma vedi non c’è proprio da stupirsi di tutto ciò. Il vaticano con il suo anno giubilare, ha fatto ciò che doveva fare, per necessità, ovvero organizzare un grosso business. Fiumi di denaro si sono riversati nelle banche vaticane durante i pellegrinaggi e durante tutti i vari giubilei (dei poliziotti, dei giovani, dei malati, di questo e di quell’altro).
L.H.P.: Il tutto mi ha lasciato da un lato divertito e tutto sommato indifferente, dall’altro mi ha “disgustato” e “spaventato” il vedere così tante persone lasciarsi prendere in giro e derubare, convinti di fare parte di un evento storico, straordinario e giusto. Preferisco pensare che non sia successo.
Qual’è la condizione mentale e fisica ottimale per scrivere un testo dei Mortuary Drape?
W.N.: Lasciare fluire l’ispirazione liberamente cercando poi di descrivere con suoni e melodie una certa tematica e visione che si ha in testa.
Il vostro sound, ossia black metal non è comunque accostabile a quello tipicamente scandinavo (stilisticamente parlando, ovviamente, poichè molti sprovveduti quando parlano di black metal fanno riferimento solo a band del nord europa), bensì si rifà ad un metal più classico di matrice ottantiana, comunque personalissimo. Quali sono state le bands che più vi hanno influenzato e quali sono i vostri ascolti abituali?
W.N.: Personalmente ascolto generi differenti: da De Andrè ai Cure, dai Nenia ai Clock DVA, dagli Anugama agli Hot Tuna, da Franz Listz a Ravi Shankar, dai Mercyful Fate agli Angel Witch, dai Witchfinder General ai Bauhaus.
Le bands (per i generi che facciamo) che comunque ci hanno influenzato, sono state dagli Iron Maiden a tutte quelle che ti ho appena elencato fino ad un certo dark sound dei seventies tipo Black Widow, Black Sabbath, Gentle Giant e High Tide.
L.H.P.: Io personalmente ascolto tutti i generi musicali che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. L’unico genere che non ascolto è il black metal nel senso moderno o scandinavo del termine.
Siete tra i pochi gruppi storici italiani che siete stati quasi sempre nell’ombra agendo con coerenza e determinazione, tenendovi lontano da inutili clamori e marcio music-business; ma gran parte della vostra popolarità, in ambito underground è stata dovuta grazie anche alla diffusione (negli anni passati) dei demo-tapes, veicolo almeno all’epoca importantissimo per questo genere musicale. Cosa ne pensi oggi della divulgazione musicale via etere e della possibilità di scaricare gratis interi album da internet?
W.N.: Certamente!!! I Mortuary Drape devono molto alla cultura della demo tape, del tape-trading, delle ‘zines, tutti veicoli alternativi in uso 10 e più anni fa. Oggi molte persone che se la tirano da conoscitori e da studiosi di fenomeni giovanili, non sanno nemmeno che sono esistite quelle realtà, anche tra coloro che sono a capo di major e che dicono di aver fatto gavetta.
Per il resto della tua domanda, quelli lì che scaricano albums da internet, penso che farebbero meglio andare al cesso a scaricare qualcos’altro !!
L.H.P.: Tutto il clamore suscitato da Napster è nient’altro che aria fritta, poichè a ben pensarci non è cambiato assolutamente nulla. Chi compra dischi continua a farlo, chi si doppiava i tapes ora lo fa su cd, ma la sostanza non cambia di una virgola e l’importante rimane che la musica venga ascoltata, capita, amata.
Sulla versione in vinile di “Tolling 13 Knell” sono presenti delle bonus tracks di che brani si tratta e perchè la decisione di includerli solo in quella versione?
L.H.P.: Si tratta delle registrazio0ni di “Undead Revenge”, “Soul in Sorrow” e “Pentagram” originariamente presenti sul secondo demo “Doom return” (’89). Pur venendo anch’essi dalle sessions di “Tolling…”, abbiamo deciso di non includerli ufficialmente sull’album in quanto brani già in ogni caso divulgati, suonati e in misura seppur ristretta, conosciuti.
W.N.: Per mantenere qualcosa legato alla nostra tradizione di cult band e al fatto che siamo cresciuti e legati al movimento underground, abbiamo voluto, come dire, fare un qualcosa che riproducesse il “pezzo unico”, le “poche versioni”, insomma qualcosa che rientrasse nell’ottica del collezionista.
Così abbiamo deciso di incidere quattro nostre vecchie glorie che risalgono al periodo ’87 – ’88 e di inserirle come bonus tracks su vinile, stampato solo in 666 esemplari!!!
Mesi fa dovevate aprire per il concerto dei Venom a Milano, poi sappiamo come andò a finire; comunque sia come ritieni sia la vostra situazione live qui in Italia e la promozione dell’album in generale?
L.H.P.: A parte situazioni sfigate dovute a professionisti davvero solo presunti (leggi Venom), la scena metal italiana è ormai abbastanza matura da poter permettere strutture decenti, organizzazioni competenti, gruppi validi, qualche coglione (che non manca mai) ed in linea di massima delle buone condizioni in cui agire.
W.N.: Penso che abbiamo finora supportato bene il nuovo album, anche in fase live. Tra le più forti performance a sostegno di “Tolling�”, ricordo quella al Babilonia dello scorso anno, dove suonammo con i Carpathian Forest; i ragazzi dei C.F. ricordo che rimasero a bocca aperta per la nostra esibizione, facendoci poi i complimenti e dicendoci che dalle loro parti non avevano visto nulla del genere!!
Questo per dire che se una band ha fatto veramente la gavetta (anche ricevendo in passato merda in faccia), con umiltà e determinazione è in grado poi di dare lezioni o comunque di ricevere poi apprezzamenti anche di fronte ad occhi stranieri; tanto più se tali occhi sono di colleghi che hanno già un piccolo posto al sole!!!
Per concludere, quanto tempo e cosa dovremo aspettarci dai Mortuary Drape per il prossimo album?
L.H.P.: in linea di massima musicalmente sarà sulla linea di “Tolling…”, abbiamo già iniziato a lavorarci, ma per quando è un po’ presto per azzardare un’ipotesi.
W.N.: Aspettatevi veramente tanto giacchè i brani che stiamo tirando giù per il prossimo album, hanno ulteriormente qualcosa di nuovo e particolarità tutte da ascoltare!!!
R