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Intervista a PINO SCOTTO e LIO MASCHERONI dei FIRE TRAILS

Allora Pino, per cominciare direi che mi spiegassi le ragioni per le quali è nato questo progetto, dato che fino a qualche tempo fa non sembravi molto convinto a “riprendere” il discorso Vanadium.

Pino: No, non è che non ero molto convinto di parlare dei Vanadium, il discorso è che avevo i miei progetti, i miei dischi con un’attitudine diversa da quella che era la storia con i Vanadium, ed effettivamente in giro portavo solo il mio repertorio, non è che facevo le cover dei Vanadium, anche se me le chiedevano. Poi col tempo, ho notato che molte persone volevano i vecchi dischi della band ma nessuno li trovava, allora mi sono interessato alla cosa anche se purtroppo facendo una ricerca, ho scoperto che i master originali erano spariti nel nulla. Successivamente è successo una cosa, che conseguentemente è stato il motore trainante di questo progetto; ho conosciuto un chitarrista come Steve Angarthal che mi ha fatto riscoprire la voglia di risuonare la musica dei Vanadium. Lui era appena tornato da Londra dove ha avuto esperienze con alcune bands, abbiamo fatto qualche jam e da lì è nato il tutto. Ritornando al discorso, siccome non si trovavano i master dei Vanadium, abbiamo fatto questo progetto: alcune cover più tre inediti. Così è nato il progetto Fire Trails.

Quindi possiamo togliere tutti i dubbi che questa non è una vera e propria reunion, come qualche sprovveduto potrebbe pensare.

Pino: No, la reunion è stata tentata di farla, purtroppo gli altri tre hanno una cover band da anni ed hanno deciso di lasciare tutto com’era.

Possiamo quindi affermare che Fire Trails è una band tutta nuova. Attenzione allora a questa precisazione.

Pino: Tanti giornalisti, tanta gente parlano dei nuovi Vanadium…
Ma quali Vanadium, questa è un’altra band.
Questa è una band nuova, completamente!

A conferma di ciò si può dedurre che in futuro non ci potrà essere spazio per qualche altra cover?

Pino: No, no, questa è una band che ha bisogno di luce propria.

Oltre a Lio che è anche lui una vecchia conoscenza e a Steve che ne hai già parlato, ci sono un paio di novità in line-up rispetto al cd.


Pino: Si, c’è Frank Coppolino al basso e Maurizio Belluzzo alle tastiere al posto di Neil Otupacca. Appena finite le registrazioni, Neil aveva un progetto suo da portare avanti, comunque ci siamo rivisti due settimane fa, e il discorso con lui è sempre aperto.

E’ stata dura la scelta dei brani da inserire nel cd?
Sembra che il tributo abbia favorito soprattutto i primi tre albums.

Pino: Mah, guarda, io e Lio siamo diventati matti; è stata dura, molto dura, potevamo fare un cd triplo.
Lio: Abbiamo fatto una sorta di sondaggio tra molti nostri fans ed i nostri amici, dando loro una lista con dei titoli. Poi sono stati loro ad evidenziare i pezzi che a loro piacevano di più; ed è venuta fuori questa scaletta. Non so perchè la scelta sia ricaduta soprattutto sui primi due albums forse perchè ritenevano fossero i migliori.

I nuovi brani?

Pino: “Moving Soul” è un intro di esclusiva di Neil, mentre “Wild Horse” e “Goin On” rispecchiano ciò che vogliamo fare. Il testo di “Wild Horse” effettivamente parla di un cavallo selvaggio; è una visione di come tutti noi vorremmo la vita, libera, pulita, e bisogna cercare nella vita di non farsi rinchiudere in un recinto. “Goin On” è invece un testo di speranza per chi veramente vive delle cose pesanti e fa fatica a tirarsene fuori.

Pino, mi permetti di introdurre un discorso serio?

Pino: si

Hai seguito l’ultimo festival di Sanremo?

Pino: L’ultimo festival di Sanremo?!? Lio, tu forse l’hai visto?

Ha, ha, ha, scherzo, anche se personalmente, per quel poco che ho visto in tv, facendo zapping, ho notato lo sforzo nell’invitare la gente ad acquistare i cd originali. Che idea ti sei fatto su questa problematica che tocca anche molti ragazzi che ascoltano metal e si trovano di fronte a prezzi davvero esorbitanti?

Pino: Sai, la storia è vecchia in questa società, come in passato in altre storie. Sembrerebbe poi un discorso un pò a paraculo, ma io sinceramente a questi ragazzi direi che se volete Iron Maiden, Metallica, Bon Jovi o cose simili masterizzate. Se dovete spendere dieci lire, spendetele per i gruppi italiani, incentivate le etichette italiane ad investire. Questa sarebbe una linea abbastanza giusta secondo me, perchè è anche giusto che se un gruppo o un produttore spende dei soldi, almeno che li recuperi e non si può certo comprare un cd a venticinque euro, pazzesco! Ifurbi il cd di Vasco Rossi lo vanno a comprare, mentre il cd del “gruppettino” che magari costa quindici euro non lo comprano e allora sono stronzi!! Questo è un messaggio che voglio dare ai giovani, insomma, aprite gli occhi.

Lio, visitando il vostro sito www.firetrails.it scoperto una foto dove ti ritrae insieme a Ian Paice. Che tipo di incontro è stato, considerando che i Deep Purple per tutti voi sono stati una grande fonte d’ispirazione.

Lio: Beh, in effetti in quei anni eravamo un pò paragonati ai Deep Purple, per via dell’hammond, l’uso di una sola chitarra, una certa attitudine, ecc. Per quel che riguarda l’incontro mah, guarda tremavo, tremavo perchè era come avere dinanzi un dio, e quando gli ho detto che ero un batterista alquanto mediocre, ma che comunque quando suono, suono col cuore, lui mi ha risposto dicendomi anche io e per me è stata una grandissima emozione.

Siamo in conclusione, cosa c’è in programma per i Fire Trails?

Pino: A novembre partirà un tour europeo con i Leatherwolf e sempre con loro ci saranno delle date negli Stati Uniti. Per adesso ci aspetta questo tour che è alquanto impegnativo poi, abbiamo degli agganci con la Roadrunner e con la Spitfire, con cui appena ci daranno l’ok, cominceremo a scrivere il materiale nuovo. Staremo a vedere come andrà il tutto.

Roberto Pasqua

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