
”Come on guys, Rock’n’Roll is back!!!” Si, è tutto vero, perchè ci voleva proprio il ritorno di due vecchi marpioni come Pino Scotto e Lio Mascheroni per ristabilire le posizioni e le dovute distanze in un ambiente oggi fin troppo preso dalla voglia di far tutto e subito, per poi bruciarsi come un fuoco di paglia.
Fire Trails è il nuovissimo progetto che vede coinvolti i due ex (rispettivamente vocalist e drummer) della storica formazione milanese, accompagnati da validi musicisti quali l’axe-man Steve Angarthal, giovane guitar hero dal curriculum accademico invidiabile e con alle spalle una notevole esperienza live, Angelo Perini al basso e Neil Otupacca, proveniente dagli svizzeri Gotthard, alle tastiere.
Tuttavia va quindi precisato che non si tratta di una vera e propria reunion dei Vanadium, bensì di un significativo tributo a quella che fu per l’intero decennio ottantiano la band numero uno in Italia.
Un’operazione, questa, quasi impensabile ed improbabile forse fino a qualche anno fa, ma evidentemente fortissimamente voluta, se solo si pensa alla continua richiesta da parte di molti supporters per avere notizie o reperire il vecchio materiale e di fatto, nell’impossibilità di poter ristampare proprio la loro discografia causa la perdita dei master originali.
Con Fire Trails l’occasione di riascoltare e conoscere magari per la prima volta ciò che suonavano i Vanadium, può essere colta al volo, con un lotto di brani che vanno a costituire in maniera più o meno esauriente, il meglio del loro repertorio. Chi, come il sottoscritto conosce bene il pionieristico live “On Streets Of Danger”, sa bene a quali songs mi riferisco, poichè il fulcro, l’anima portante di questo tributo risiede proprio in quella setlist (o comunque nei primi tre album), a partire da “On Fire” ruvida di natura e proveniente da “Metal Rock”, opera d’esordio dal forte retrogusto Deep Purple, per passare a super hits come le rockettare “We Wanna Live With Rock’nRoll”e “Streets Of Danger”, la splendida power-ballad “Don’t Be Looking Back” la quale forse più delle altre beneficia del nuovo restyling, mentre il masterpiece Born To Fight viene tributato dall’opener “Run Too Fast” e il grido di battaglia “Arms In The Air”, per concludere con il classicissimo “Fire Trails”, un rock-blues con dedica al mai dimenticato Bon Scott.
Inutile dire che tutte le tracce non sono state stravolte negli arrangiamenti ma bensì guadagnano in freschezza grazie ad una produzione targata “anno 2003” risultando più bastarde che mai, con l’inconfondibile spirito rocker di Pino Scotto alle vocals, calde, ruvide e cariche di feeling, e gli intrecci (incredibili) creati dall’accoppiata Angarthal-Otupacca, ossia novelli Blackmore-Lord che non fanno di certo rimpiangere i loro predecessori ex Vanadium.
Fire Trails non è solo passato, ma vuole guardare avanti; ecco quindi pronte due nuove songs (tre, se si esclude il breve strumentale “Moving Soul”) che si rispecchiano alla grande con le vecchie produzioni. “Going’ On” è una power-ballad dall’andatura crescente e si adagia su suoni puliti puntando tutto sulla melodia del suo orecchiabilissimo refrain, il contrario di “Wild Horse” la quale esprime il lato più aggressivo della band, una tosta lezione di puro hard rock. Niente da eccepire, questa band ha i controcoglioni giusti per poter dire ancora molto in termini di “vera” musica.
Roberto Pasqua