Il grosso problema che si riscontra nell’ascoltare, dalla scorsa release a questa parte, la beneamata “Fabbrica della Paura”, si semplifica in due sole parole: Dino Cazares.
Ahimè, se con il precedente Archeotype hanno cercato di riproporre il sound tipico dell’ormai dipartito fondatore, con transgression sicuramente il passo avanti c’è ma verso dove? A mio parere verso un bivio ove si è cercato di non fare il passo più lungo della gamba scorgendo da ben lontano le possibili strade da seguire percorrendole per brevi tratti con passo titubante ed occhio sbarrato.
Lungi da me il voler mettere in dubbio le indiscusse capacità tecnico compositive del quartetto che dall’esperienza in studio hanno sicuramente tratto giovamento ma resta il fatto che dove si inizia a scorgere qualche elemento innovativo a livello compositivo in songs come la opening “540.000 Fahrenheit”, o la ballad “Echo of my scream” dalle oscure e melanconiche atmosfere o la roccheggiante “Supernova”, ritroviamo l’attaccamento al buon vecchio Dino con la title track “trasgression” veloce, potente, fredda con le tipiche aperture vocali alla “Obsolete”, stile riscontrabilissimo anche in pezzi come “Contagion” o “Moment of Impact” che restano a mio parere i più riusciti.
Tra un booklet da sballo ed una grafica degna del nome, i Fear factory si concedono 2 cover: “I will follow” degli U2 strutturalmente identica all’originale e dalle linee vocali non troppo distanti da quelle del signor Vox e “Millenium” dei Killing Joke che risulta restia all’adattarsi allo stile del gruppo. Da non dimenticare l’extra dvd incluso nella release contenente i video di “Transgression”, “Spinal compression” e “Moment of impact”, la versione dolby 5.1 dell’album ed il video sul making of Trasgression. In compenso un lavoro non male, dove si nota chiaramente la volontà di abbandonare certe sonorità per qualcosa di più personale che comunque fatica a venir fuori.
BF