
Nonostante circa 4 euro di dogana, finalmente ho fra le mani il disco dei Deus Sabaoth e il loro melodic black metal tinteggiato di gothic/doom (in poco più di trenta minuti). La band arriva dall’Ucraina, con una bella edizione in digipack (almeno la copia in nostro possesso!), ben curata e che attinge alle atmosfere cupe del disco in questione. Invece, i testi parlano delle diverse prospettive sulla religione e delle preoccupazioni esistenziali di coloro che affrontano la mortalità, rifiutando qualsiasi credo religioso, esplorando le complesse emozioni e i conflitti affrontati da coloro che mettono in discussione la natura stessa dell’esistenza.
I brani sono brevi ma intensi – e questo non è un male (anzi!) – sette tracce di cupe melodie e “tortuose”. Il disco si apre con “The Priest” e, come sopra, le melodie si fondono al black con naturalezza, con una seconda parte rallentata, quasi recitata. Segue “Mercenary Seer” con una melodia mesta, pochi secondi e la band “s’incazza!” – interessante il lavoro delle tastiere e delle chitarre, anche delle voci (che si alternano fra clean e growl). La titletrack sembra invece uscita da un disco Doom Metal, più lenta, ma senza rinnegare le melodie e le atmosfere black – caso simile è anche la successiva “Executione”. Il piano e il violino vi culleranno, e vi condurranno in questo “ciclo della morte”, quello presentato dalla band ucraina dalla prima all’ultima nota di questo disco.
Ok, non aggiungono e non tolgono nulla al cosiddetto atmospheric black metal, ma il disco scorre bene, anche per il minutaggio contenuto (delle singole canzoni e del lavoro preso per intero); una produzione niente male, con una buona cura del formato fisico, oltre alla capacità dei Deus Sabaoth di regalarci un album che può piacere a chi segue questa corrente del black (un’interpretazione “moderna” del genere, diciamolo!) – considerando anche che è un disco indipendente. La band è attiva del 2023 con due singoli pubblicati, “Mercenary Seer” nel 2023 e “Cycle of Death” nel 2024; è formata da Alyona Neith (tutti gli strumenti), N-Exul (voci) e Ercld (batteria). Per essere il primo disco, è un ottimo esordio. Spero di poterli sentire nuovamente, magari con l’interesse di una etichetta specializzata con questo genere – ad esempio la francese LADLO, la Osmose, la Peaceville, etc…
Voto: 7/10
Giovanni Clemente
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