DeathRecensioni

AYDRA – Leave to Nowhere (Rude Awakening Records – 2024)

Prima di iniziare a parlare di “Leave to Nowhere” degli Aydra, tra i dischi migliori del 2024 per il sottoscritto, concedetemi una (consueta) digressione personale: apprendere del ritorno della band anconetana è stato uno di quei colpacci che solo chi ha seguito da vicino l’underground degli anni ’90 può comprendere. Non ricordo più se avevo sentito la loro incredibile “Psycho Pain Control” su A.K.O.M., compilation di ordinanza che usciva su cassetta a cura dell’omonima fanzine (bei tempi davvero!) o direttamente quando ho scovato l’EP intero (sempre su cassetta, ovviamente), ma la sensazione di avere davanti un inno death metal senza compromessi non mi abbandonò per moltissimo tempo, lo ricordo bene.
Ecco dunque l’allora cantante/bassista Mauro Pacetti nelle sole vesti di screamer in questo nuovo capitolo della band, circondato da quattro strumentisti di altissimo livello per una trama sonora che si svolge su dieci tracce, seguendo un concept di tutto rispetto che si dipana per la maggior parte di esse. “Leave to Nowhere” ha infatti un peso specifico non da poco dal punto di vista testuale, trattando come fa la vicenda dei migranti dall’Africa all’Europa attraverso il Mediterraneo.
Un concept che non si limita alla fredda cronaca ma che va a esplorare i recessi reconditi della mente degli attori in campo, senza lesinare digressioni in altri drammi della contemporaneità, come avviene con il terrificante squarcio di “You can’t talk anyone”. Non ho potuto fare a meno di pensare al romanzo di Giuseppe Catozzella “Non dirmi che hai paura” in merito al tema principale, e questo non è che un valore aggiunto al connubio tra tematiche impegnate e trame sonore altrettanto intricate, sebbene i Nostri abbiano ben chiara l’importanza dell’equilibrio tra tentazioni prog e richiamo alla melodia strumentale, alla “memorizzabilità” di determinate parti.
Avviene con “Make Slaves” e il suo assalto ragionato, ma avviene sin dall’incedere catchy di “Deserter”, che in qualche modo smussa l’attacco senza compromessi dell’opener “Three minutes walk” per mezzo di un tocco assimilabile ai Pantera o ai Testament di “The Gathering”. Tuttavia, non bisogna temere uno snaturamento nel sound del quintetto: gli assoli di chitarra al fulmicotone e gli arpeggi figli della grande tradizione europea di death tecnico sono sempre lì a far bella mostra di sé su episodi come “They waste a throne”, “Lost between two lands” o la title track strumentale, con variazioni pronte a sorprendere l’ascoltatore e a rendere l’ascolto un’esperienza valida e interessante, al pari di act coevi del calibro di Electrocution, Sadist e Gory Blister (che non a caso condividono un recentissimo split CD proprio con gli Aydra).
E poi, la ciliegina sulla torta è sicuramente la nuova versione della title track dello storico EP di debutto, quella “Psycho Pain Control 2024” che non perde un grammo di irruenza in questa nuova versione. Gli Aydra sono tornati per dire la loro, e direi che in uno scenario sempre più parcellizzato come quello attuale se ne sentiva il bisogno: fate vostro questo disco e occhio alle loro prossime mosse!

Voto: 9/10
Francesco Faniello

Contact
www.facebook.com/Aydra

Valutazione

9.0

Voto

Pros

  • +

Cons

  • -
Related posts
9.0
ProgRecensioniShredding

LUCIO MANCA - Camaleontico (Autoprodotto - 2024)

Lucio Manca e la sua band approdano al quarto album in carriera con questo “Camaleontico” e lo fanno in modo ottimale, presentando…
6.5
Alternative RockHard RockProgRecensioni

SAILOR FREE - Spiritual Revolution Part Three (Tide Records - 2025)

Lo ammetto, non conoscevo questa band. Difatti, scopro che i Sailor Free – con il loro Art Rock Prog italiano – sono…
8.0
GothicProgRecensioni

HOLY SHIRE - Invincible (Ghost Record Label - 2024)

Dopo un fermo forzato di qualche anno a causa della pandemia, gli Holy Shire ritornano nel 2024 con il loro terzo album,…

Lascia un commento