La storia di Alex Masi è legata ad uno dei più classici esempi in cui un musicista, dalle innate qualità, si vede costretto a lasciare la propria patria per poter raggiungere quella dimensione artistica che, seppure tanti sacrifici, i risultati positivi poi comunque li ottiene. Ne è passata di acqua sotto i ponti (…di Venezia…) da quando un giovanissimo Alex esrdì con la sua band di origine, i Darklord per la precisione, con un omonimo album nel 1984 e poi mettendosi in evidenza come primo ed unico guitar-hero a tentare fortuna oltre oceano. Si, proprio negli U.S.A., seconda patria anche per un certo Yngwie, che però di fortuna ne ha fatta eccome, Alex in punta di piedi è riuscito a riscuotere una certa notorietà, pubblicando diversi albums (alcuni veramente ottimi) e collaborando (o ricevendo collaborazioni) con musicisti di elevato spessore.
“Eternal Struggle” è un album di buona musica indicato per chi vuole ascoltare buona musica. Si spazia dall’AOR americano a stralci di neoclassicismo con diversi riferimenti a Rainbow e Deep Purple e divagazioni blueseggianti.
Nella chitarra di Masi non c’è esasperazione tecnica ma il giusto, anche con qualche riffone che non guasta e Kyle Michaels con la sua voce conferisce “corposità” ai pezzi.
In attesa di poterlo vedere, chissà, dal vivo dalle nostre parti, mi chiedo se gli italiani debbano ritenersi orgogliosi e in debito dinanzi a tali prodotti.
Roberto Pasqua
Contact