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:: Lilies On Mars - Wish You Were A Pony - (Autoprodotto – 2011) Attuali, perfettamente a proprio agio sulla scena shogaze I Lilies On Mars tornano (con un secondo album) ad arricchire il ricco elenco di indie-band dalle quali siamo (quasi sempre!)piacevolmente invasi. L’album s’intitola “Whish you were a pony”, linee morbide, voce delicata, timida, essenziale e piccole distorsioni qua e là che servono a creare quell’agrodolce armonia di cui il trio italo-inglese è speziato. Queste le prime impressioni subito dopo l’ascolto delle prime due tracce “Retrò” e “Crabs” in cui i Lilies spaziano in maiera non vorticosa dal dream-pop a brevi intervalli rock con un approccio morbido, senza inutili scossoni.
Atmosfere trasognate, eleganti e appena palpabili in “Aquarium’s key” in cui echi e cori regalano a questa traccia un valore aggiunto alla già piacevole confezione, magia che si interrompe, ahimè, con l’intro della successiva “A lost cause” che forse non ho capito…
Gli strumenti riposano durante “I’m confused, it’s ok”, una piacevole pausa acustica che racchiude anche la stilosissima “Coming slowly undone”. Il tono del resto dell’album è rasserenante e d’atmosfera rarefatta, la musica arpeggia a gocce in “La mattina prima di andare a letto” che ricorda un po’ le, a me care, sonorità di “Ok Computer” dei Radiohead, ma è una sensazione lontana e personalissima. Con gli ultimi brani la verve dei primi pezzi resi speciali da sprazzi di elettronica e i loro caratteristici echi corali riaffiora e rivive in questo speciale disco buen suonato, elegante, nuovo e sperimentale, insomma Franco Battiato che li ha scoperti e spronati ci aveva visto giusto, come sempre! Ben fatto!
Voto 7/10
sara centaro
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