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:: Hate Eternal - Fury & Flames - (Metal Blade - 2008) Erik Rutan con i suoi Hete Eternal nel giro di tre dischi è riuscito a raggiungere la vetta dell’Olimpo del death metal contemporaneo (condiviso con Nile e Behemoth). Per uno che nella storia del metal era già entrato con i Morbid Angel, riuscirci anche con il proprio progetto solista non era cosa facile (solo Pierino Fanna ha fatto di meglio vincendo tre scudetti con tre squadre differenti: Verona, Juve e Inter), ma il buon Erik con perseveranza ci è riuscito. Fare meglio degli Hate Eternal in campo death in questo 2008 sarà impresa ardua, se non impossibile. La ricetta è la solita: musica intricata, ipertecnica e violenta. Vi starete domando cos’è che fa la differenza tra gli auoori di I Monarch e le altre band? La classe è ovvio. Quella o ce l’hai non ce l’hai e loro… ce l’hai. Lo si capisce sin da “Hell Enevnom” posto in apertura, un colata di metallo incandescente, che rende onore alla furia e alle fiamme decantate nel titolo. Non rimanere schiacciati sotto i riff di canzoni come “Para Bellum” e “Funerrary March” è imposibile. “Bringer Of Storm” ha incedere lento, che ricorda i Morbid Angel di Domination. “Tombeau” è l’apice del disco, questa canzone rappresenta tutto quello che una death metal song dovrebbe essere. Tutto il disco rimane a livelli altissimi e a non risulta mai noioso. L’unica cosa che non mi convince in questo disco è la produzione, da uno come Erik Rutan ci saremmo aspettati di più, visto e considerato che è il più quotato produttore in campo death metal. Il suono a mio avviso è risultato un po’ troppo impastato. Ma queste sono inezie che non inficiano il giudizio sull’album. Il monarca è tornato chi oserà sfidarlo?
Voto: 8,5/10
g.f.cassatella
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