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:: Chur - Four-Faced - (Autoprodotto - 2019) “Four-Faced” è il quarto album della one-band ucraina Folk Metal chiamata Chur. Tale Yevhen Kucherov suona chitarre, arpa, cornamuse, tastiere, percussioni varie di caratura folk mentre il suo cantato resta sempre in bilico tra thrash e folk, clean e una spruzzatina di growl. Il nome Chur sta per il dio slavo protettore della casa, della famiglia e dell’area circostante alla propria abitazione; i testi sia in inglese che in madre lingua parlano della mitologia slava e del paganesimo ucraino. Le prime due tracce “Goddess” e “Four Faced” ci trasportano in un viaggio folcloristico in attraverso le storie slave deliziandoci con strumenti d’altri tempi molto ipnotici e onirici, sempre con un sottofondo semplice di matrice thrash.
La successiva “Wild Steppe” si erge a cavalcata trionfale con l’intro avviata dallo scacciapensieri siciliano. Sia “Paradise” che “Tyra” con “Dancer” sono esercizi puramente tecnico-compositivi in favore del melodic / thrash / folk molto tradizionale. Qulache filler qui e là tra cornamuse (“River”) e riff corposi con cavalcate di “Battle of Konotop”. “Freedom or Death” è molto bella nel suo intercedere presso gli dei con i soliti stacchi ritualistici e chitarre stoppate alla Anthrax più mosh. “Steppe Hot” è la finale traccia strumentale, ed è un diamante grezzo, che potrebbe far parte della colonna sonora del film capolavoro “Il Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman. A proposito, in questo album ci si immerge decisamente nei film tipo tra Conan il Barbaro, Lady Hawke, King Arthur, Excalibur, ecc. Certo che alle volte mi verrebbe da dire in stile fantozziano: “Escalabar, Escansala, Eschizibur, Escansa, Decubitus, Trumbuls, Escambi” e sentirmi dire dal mago Merlino: “Excalibur, imbecille!”.
Disco per i fan del folk metal pagano con il sottofondo thrash e con un’ottima produzione.
Voto: 6,5/10
Daniele Mugnai
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