:: Intervista agli EMPATHICA
Risponde Filippo Tezza (voce, basso)
Benvenuti sulle pagine di Raw & Wild, Empathica! Parliamo del
vostro disco d'esordio, "The Fire Symphony": dove lo avete registrato
e quanto ci è voluto in tutto tra fase di songwriting e registrazione?
Ciao a tutti i lettori e, innanzitutto, grazie per questo spazio!
"The Fire Symphony" rappresenta un classico caso di album che ha
avuto una gestazione davvero lunga. Ancora prima che io entrassi
nella band (ovvero nei primi mesi del 2015), gli altri ragazzi avevano
già l'idea di diversi brani che sono finiti nell'album. All'epoca
era tutto molto diverso rispetto ad ora: a partire dal genere musicale,
che era un black/death sinfonico con voce in growl, cosa che ha
caratterizzato il primo EP della band del 2013. Dal 2015 e con l'allontanamento
del vecchio cantante, la band ha intrapreso una serie di cambiamenti
ed evoluzioni che hanno portato a cambiare il genere nell'attuale
symphonic metal. Si è optato per la scelta di inglobare una voce
femminile dall'impostazione spesso lirica, con la quale interagisco
molto nei vari brani con la mia voce, senza rinunciare a qualche
intervento in growl. I brani già esistenti quindi sono stati rimaneggiati
ed adattati al nuovo corso, io stesso ho contribuito all'arrangiamento
generale e ad aggiungere qua e là qualche parte in più, dove poteva
servire. Gli arrangiamenti sono stati affinati più volte ed in modo
estremamente puntiglioso nei diversi anni a seguire, con numerose
sessioni di pre-produzione. Ho aggiunto poi un brano conclusivo
al tutto, ovvero la suite "The Fire Symphony". L'album è poi stato
registrato per conto nostro, ad eccezione della batteria in uno
studio, e tutte le tracce sono state affidate a Francesco Zacchi
per il mixaggio, e a Mika Jussila (dei Finnvox Studios, Finlandia)
per il mastering. Il solo mixaggio ha portato via poi quasi un altro
anno. "The Fire Symphony" è in sostanza il frutto di almeno cinque
anni di lavoro, numerosissimi cambiamenti e perfezionamenti.
Molti parlano di voi come di una power-symphonic metal band.
Siete d'accordo con questo termine oppure no?
Per quanto io sia il primo ad essere cresciuto a pane e power metal,
nel caso degli Empathica direi che la definizione più corretta del
nostro sound sia semplicemente symphonic metal... a me piace aggiungere
anche l'aggettivo "dark", più che altro per sottolineare una certa
cupezza e malinconia che accompagna tutte le canzoni. Nel passare
dal Symphonic Death/Black al Symphonic "classico" siamo comunque
stati sempre d'accordo nel voler mantenere un certo approccio oscuro
nelle atmosfere e nelle composizioni, portando con noi quindi quella
vena death dei primi anni. Lo si può riscontrare nel modo di suonare
di Francesco (chitarra), ispirato al metal nordico (Children of
Bodom, Insomnium, Wintersun, Arch Enemy... per fare alcuni esempi),
o da alcune venature death presenti qua e là nelle canzoni. In generale,
ad ogni modo, il power è piuttosto assente in queste composizioni.
In effetti nel brano "Religio" l'arrangiamento del ritornello può
essere assimilato a questo sottogenere... non è un caso che ci abbia
messo lo zampino io, infatti.. eh eh. Personalmente ascolto e suono
power metal da moltissimi anni, come testimonia anche la mia attività
di songwriter e cantante nei Chronosfear. Tuttavia negli Empathica,
in generale, l'approccio comune è decisamente diverso dal classico
Power/Symphonic.
Cosa pensate del fatto che nel vostro genere ci sia una grande
presenza di cantanti donne? E come pensate quindi di distinguervi
rispetto agli altri?
Penso che il metal sinfonico sia un genere musicale che si presta
particolarmente alla presenza di una voce femminile. Non è certo
una regola, come dimostrano band come i Serenity o i Kamelot, ma
è innegabile che la maggior parte della scena Symphonic Metal (inteso
come Symphonic puro, senza ulteriori suffissi) sia dominata dalle
voci femminili. Nel nostro caso, riteniamo che la nostra distinzione
e peculiarità derivi più che altro dall'utilizzo delle tre voci,
ovvero lirica, clean maschile e growl (seppur quest'ultimo più raramente).
La mia voce e quella di Alessia si sposano fortunatamente molto
bene, pur essendo due vocalità differenti. Io tendo maggiormente
all'utilizzo del belting su tonalità medio-alte, retaggio delle
mie esperienze nel Power Metal, quindi un canto moderno, mentre
Alessia utilizza spesso un canto lirico. Fino ad ora mi sono occupato
anche del growl, tuttavia è molto probabile che d'ora in avanti
se ne occuperà Francesco (chitarrista). Un altro aspetto che ci
personalizza è legato a quanto dicevo prima, ovvero ad una certa
cupezza di fondo delle composizioni, talvolta venate da un approccio
più vicino al Death Metal. Ovviamente non abbiamo alcuna presunzione
di voler inventare qualcosa di nuovo o innovativo, cerchiamo tuttavia
di trovare anche in questi aspetti la nostra personalità ed il nostro
stile.
Di cosa parlano i testi di "The Fire Symphony" e chi li ha scritti?
Le liriche dell'album sono frutto della penna del batterista Francesco
Falsiroli. Fa poi eccezione il testo di “What We Have to Die For”
che ho scritto io. L'album è una sorta di concept, idealmente ambientato
durante l'epoca dell'Inquisizione, intorno al 1600... un periodo
non ben specificato comunque. Alcuni musicisti, pur di continuare
a suonare la loro musica, sfidano l’inquisizione suonando le loro
composizioni, considerate “eretiche” dagli inquisitori. Questi,
sfruttando la presenza di tutti i musicisti all’interno del loro
teatro, danno fuoco all'intera struttura e a tutti loro. Mentre
le fiamme divorano il teatro, le note della loro 'sinfonia di fuoco'
continuano a suonare ed arrivano ai giorni nostri, tramandate nei
secoli successivi. Questa è una estrema sintesi dell'evento da cui
prende vita il concept, che si sviluppa poi anche attraverso concetti
di tipo filosofico. Ne è un esempio rappresentativo "Fallen Master
Pleasure", il cui testo è ispirato al famoso testo di aforismi di
Nietzsche "La Gaia Scienza". La chiave di lettura delle liriche
è basata sostanzialmente sul potere delle idee, o più in generale
dell’arte, che dominano su qualsiasi manifestazione di imposizione.
Sottolineo inoltre che questo concept non è esattamente costruito
su una storia che si sviluppa brano dopo brano, ma è più da intendere
come una sorta di “manifesto” del libero pensiero, contro ogni dogma
e contro qualsiasi forma di repressione.
Come nasce di solito una vostra canzone? Siete una band all'antica
e quindi provate sempre tutti assieme in sala prove, oppure vi scambiate
i file a distanza?
No, decisamente non siamo una band all'antica. Il nostro modo di
creare musica è basato su scambio di files, bozze, idee, ed un continuo
raffinamento attraverso questa modalità. Non abbiamo molto tempo
per trovarci, purtroppo gli impegni quotidiani e le varie attività
lavorative e non di ciascuno di noi ci impediscono di poterci trovare
in modo regolare. Così il poco tempo che abbiamo a disposizione
lo dobbiamo usare per provare le canzoni quando sono praticamente
già composte, ed arrangiate almeno per un buon 80%. Le idee per
la maggior parte provengono da Giacomo (tastierista) e Francesco
(chitarrista), che definiscono lo scheletro e l'intenzione di un
brano, i riff, i primi arrangiamenti, l'atmosfera. Io ci metto un
po' le mani per raffinare l'arrangiamento, arricchire le melodie
e l'armonia, o talvolta, laddove necessario, per aggiungere qualche
sezione. Per quel che riguarda il mio contributo poi, come è successo
per la title-track "The Fire Symphony", può succedere che mi occupi
anch'io di scrivere ed arrangiare una intera canzone, che generalmente
consegno già pronta e finita. Scrivo canzoni da diversi anni e mi
sono abituato a presentare una canzone quando è già completa al
100%. Poi resto comunque aperto ad eventuali idee, sistemazioni
o quant'altro. Questo è il nostro modo di realizzare musica, io
Francesco e Giacomo ci troviamo in buona sintonia nella composizione
e nella sistemazione dei dettagli... sicuramente sono operazioni
che richiedono molto tempo, ma riusciamo a lavorare bene e riteniamo
che la forza di "The Fire Symphony" ne sia una diretta testimonianza.
Domanda immancabile... Cosa pensate della scena metal italiana
oggi? Analizzate secondo la vostra ottica pregi e difetti rispetto
al passato.
Il mio pensiero generale a riguardo è che la scena metal italiana
è pregna di talenti eccezionali. In qualsiasi sottogenere del metal,
si possono trovare bands e musicisti che sanno il fatto loro e che
avrebbero davvero qualcosa da dire anche al di fuori dei nostri
confini. Davvero non abbiamo nulla da invidiare alla scena estera,
tant'è che moltissimi acts nostrani hanno avuto il giusto riconoscimento
anche all'estero, dove fortunatamente c'è sempre un certo interesse
per il metal italiano. Per sottolineare i pregi rispetto al passato,
penso che la cosa più positiva rispetto a qualche anno fa sia il
fatto che internet e la tecnologia hanno permesso a tante band di
esprimersi: oggi è decisamente più semplice registrare un EP, o
un disco, anche in casa propria, e la propria musica è resa disponibile
subito. Tuttavia, nonostante internet ed i social, più si va avanti
e più sembra sia realmente difficile emergere rispetto al passato.
A mio modo di vedere, nell'underground è piuttosto calato l'interesse
per le band nuove negli ultimi 10-15 anni. La gente ha meno interesse
a supportare e ad ascoltare le band nuove, che in generale faticano
molto ad avere visibilità, così come gli spazi e le occasioni per
esibirsi sono sempre meno. Questo, riassumendo, rappresenta un po’
la realtà della nostra odierna scena underground Rock/Metal, nei
suoi pregi e difetti. Nel nostro caso siamo molto consapevoli che
la strada sarà molto impervia e sempre in salita... ma la passione
ed il divertimento per quello che facciamo non manca: sono quelli
gli ingredienti essenziali per tutte le nuove leve del metal.
Se doveste citare tre band che su tutte vi hanno influenzato,
quali citereste?
Direi che è una domanda interessante, e difficile... poiché tutti
noi abbiamo influenze piuttosto diverse! Pensando alla musica degli
Empathica, direi che sicuramente tra le influenze principali ci
sono gli Epica e i Nightwish, poi ora come ora non saprei citarti
una terza band di riferimento, ma diverse influenze arrivano anche
da acts europei quali Children of Bodom, Insomnium, Wintersun, Sirenia,
Dark Tranquillity, Dimmu Borgir ecc... Ad ogni modo tutti noi ascoltiamo
molta musica, e anche di generi molto differenti. Utilizziamo un
po' tutte queste influenze per canalizzarle e creare qualcosa che
sia il più possibile personale. Non ricerchiamo l'originalità a
tutti i costi, anzi, ritengo sia più importante essere personali
che originali, al giorno d'oggi.
Avete una buona attività live? Ce ne volete parlare?
Negli ultimi anni a dire la verità, abbiamo messo un po' in pausa
l'attività live. Le occasioni erano poche e abbiamo a quel punto
deciso di metterci a lavoro per completare l'album una volta per
tutte. Da ottobre dell'anno appena concluso gli Empathica hanno
firmato per Orion Agency, come accennavo prima, con la quale abbiamo
annunciato alcune date per il 2020. Non vediamo l'ora di tornare
su un palco!
Domanda per finire. Secondo voi è ancora possibile sfondare veramente
nel mondo del metal oggigiorno? E quali potrebbero essere le armi
vincenti di una band per poterci almeno provare?
Penso che “sfondare” nel Metal, in Italia, sia difficile. In generale,
già in partenza penso non ci sia molto interesse per le band nuove,
come ho accennato anche prima. Per riuscire a fare qualcosa di serio
è necessario lavorare sodo, essere concentrati, oltre ad avere una
buona dose di fortuna e se possibile anche possibilità di investimento
economico. Per quel che riguarda me, io suono e faccio musica prima
di tutto per passione, per me, perché mi piace e mi fa stare bene
suonare/cantare con altre persone: questo deve essere il primissimo
aspetto che non può mancare per far funzionare una band/progetto.
Ovviamente bisogna poi cercare di proporre buona musica. Un altro
ingrediente, sempre più importante, è la cura dell'immagine della
band, l'attenzione ai canali social, la promozione. Tutti questi
ed altri numerosi aspetti, se curati bene ed insistentemente possono
sicuramente aiutare, passo dopo passo, a far uscire una nuova band
allo scoperto. Ma penso che per avere una qualche possibilità di
emergere ci voglia davvero tanta tanta e ancora tanta determinazione
e sacrificio… e come ho già detto, un pizzico di fortuna non guasta.
Un saluto. Chiudete come volete!
Ringrazio a nome degli Empathica tutta la redazione di Raw & Wild,
e chiedo scusa ai lettori se mi sono dilungato in alcune risposte.
Venite ad ascoltarci dal vivo, andate su Spotify, Amazon Music ecc.,
ascoltate il nostro disco "The Fire Symphony" e (se vi piace) sosteneteci
acquistandolo sui digital market! Non abbiamo ancora copie fisiche
ma contiamo un giorno di averle nelle nostre mani. Grazie ancora
e un saluto a tutti i metalheads!
Joker
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